In questo lavoro si sono analizzati i rapporti tra Occidente ed Estremo Oriente tra mirabilia e realtà, con riferimento sia alle fonti cristiane di paraetimologia religiosa che associano i Tartari ai leggendari popoli di Gog e Magog sia alle fonti – o presunte tali – che si concentrano invece sulle meraviglie di quel mondo sconosciuto. Attraverso la menzione delle ambascerie europee che si sono svolte a partire dal 1237 in Asia si è introdotto il tema dell’incontro coi mongoli: si è scelto l’Itinerarium di Guglielmo di Rubruck come esempio della testimonianza oculare più riuscita dell’epoca. Dopo la biografia dell’autore utile per definire il suo grado culturale e inquadrare lo spirito con cui si è apprestato ad affrontare il lungo viaggio, sono stati presi in considerazione gli incontri più significativi avvenuti nei due anni di permanenza in Oriente. Attraverso la capacità dell’autore di indagare l’aliud seculum con interesse, curiosità e oggettività si è tratteggiato il rapporto con l’altro con lo scopo di evidenziare come la percezione di una popolazione che per molto tempo è stata caratterizzata in negativo possa trasformarsi in riconoscimento e accettazione del diverso, ma pur sempre umano.

L'incontro con i Mongoli nel Medioevo: analisi dell'opera di Guglielmo di Rubruck

BOGETTI, ALICE
2017/2018

Abstract

In questo lavoro si sono analizzati i rapporti tra Occidente ed Estremo Oriente tra mirabilia e realtà, con riferimento sia alle fonti cristiane di paraetimologia religiosa che associano i Tartari ai leggendari popoli di Gog e Magog sia alle fonti – o presunte tali – che si concentrano invece sulle meraviglie di quel mondo sconosciuto. Attraverso la menzione delle ambascerie europee che si sono svolte a partire dal 1237 in Asia si è introdotto il tema dell’incontro coi mongoli: si è scelto l’Itinerarium di Guglielmo di Rubruck come esempio della testimonianza oculare più riuscita dell’epoca. Dopo la biografia dell’autore utile per definire il suo grado culturale e inquadrare lo spirito con cui si è apprestato ad affrontare il lungo viaggio, sono stati presi in considerazione gli incontri più significativi avvenuti nei due anni di permanenza in Oriente. Attraverso la capacità dell’autore di indagare l’aliud seculum con interesse, curiosità e oggettività si è tratteggiato il rapporto con l’altro con lo scopo di evidenziare come la percezione di una popolazione che per molto tempo è stata caratterizzata in negativo possa trasformarsi in riconoscimento e accettazione del diverso, ma pur sempre umano.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/30458