Nella tesi viene analizzato il rapporto tra filosofia e scienza nel pensiero di Bergson; questo viene fatto in tre momenti, corrispondenti ai tre capitoli e il risultato sarà il riconoscimento di un legame doppio tra le due. Nel primo capitolo viene analizzata la concezione bergsoniana della scienza e la facoltà intellettuale che in essa viene esercitata: l'intelligenza. Il metodo che viene seguito è genetico: inserita all'interno dell'evoluzione della vita, l'intelligenza viene caratterizzata come una facoltà dal fine prevalentemente utilitaristico e orientato all'azione; essa infatti agisce sulla continuità del reale ritagliando quelli che normalmente chiamiamo corpi seguendo, per così dire, le linee tratteggiate dalla nostra azione virtuale. I frammenti di realtà ottenuti dall'intelligenza sono chiamati da Bergson "segni"; essi sono gli strumenti dell'intelligenza, tra i quali i più perfezionati sono i concetti. Nel secondo capitolo, invece, è dedicato alla filosofia e alla funzione intellettuale che Bergson ritiene che essa debba assumere come suo metodo: l'intuizione. Questa, al contrario dell'intelligenza, non ha finalità pratiche, ma ci porta a coincidere con l'oggetto, introducendoci a ciò che esso ha di "unico e inesprimibile". In quanto distinta dall'intelligenza, essa non solo non si serve dei concetti, ma non è definibile attraverso questi; tale suo carattere sfuggente non è però in contrasto con quello di metodo della filosofia. Il terzo capitolo, infine, è dedicato al rapporto tra la scienza e la filosofia. Tale capitolo inizia con una digressione nel pensiero di Kuhn, in particolare nelle analisi che egli offre ne La struttura delle rivoluzioni scientifiche. Qui Kuhn descrive lo sviluppo della scienza come un processo segnato da rivoluzioni in cui il paradigma fin lì dominante, ossia la cornice concettuale in cui si è svolta l'attività scientifica fino a quel momento, viene sostituito da uno nuovo. Nel periodo immediatamente precedente a una rivoluzione Kuhn afferma che la riflessione filosofica assume un ruolo rilevante. Le analisi di Kuhn saranno funzionali a delineare il primo legame tra filosofia e scienza, quello secondo cui la prima, tramite il suo metodo peculiare (l'intuizione), può fornire nuove risorse concettuali all'impresa scientifica; inoltre attraverso l'analisi dei problemi reperibili all'interno dell'impianto kuhniano, si potrà mostrare come l'apparato teoretico di Bergson sia adatto a completare e sostenere le intuizioni del filosofo americano. Infine, sarà enunciato il secondo nesso tra filosofia e scienza; da questo punto di vista, emergerà che la scienza e i risultati che essa consegue sono il punto di partenza irrinunciabile per qualunque sforzo intuitivo.

Il rapporto tra filosofia e scienza in Bergson

RUSSO, DAVIDE
2019/2020

Abstract

Nella tesi viene analizzato il rapporto tra filosofia e scienza nel pensiero di Bergson; questo viene fatto in tre momenti, corrispondenti ai tre capitoli e il risultato sarà il riconoscimento di un legame doppio tra le due. Nel primo capitolo viene analizzata la concezione bergsoniana della scienza e la facoltà intellettuale che in essa viene esercitata: l'intelligenza. Il metodo che viene seguito è genetico: inserita all'interno dell'evoluzione della vita, l'intelligenza viene caratterizzata come una facoltà dal fine prevalentemente utilitaristico e orientato all'azione; essa infatti agisce sulla continuità del reale ritagliando quelli che normalmente chiamiamo corpi seguendo, per così dire, le linee tratteggiate dalla nostra azione virtuale. I frammenti di realtà ottenuti dall'intelligenza sono chiamati da Bergson "segni"; essi sono gli strumenti dell'intelligenza, tra i quali i più perfezionati sono i concetti. Nel secondo capitolo, invece, è dedicato alla filosofia e alla funzione intellettuale che Bergson ritiene che essa debba assumere come suo metodo: l'intuizione. Questa, al contrario dell'intelligenza, non ha finalità pratiche, ma ci porta a coincidere con l'oggetto, introducendoci a ciò che esso ha di "unico e inesprimibile". In quanto distinta dall'intelligenza, essa non solo non si serve dei concetti, ma non è definibile attraverso questi; tale suo carattere sfuggente non è però in contrasto con quello di metodo della filosofia. Il terzo capitolo, infine, è dedicato al rapporto tra la scienza e la filosofia. Tale capitolo inizia con una digressione nel pensiero di Kuhn, in particolare nelle analisi che egli offre ne La struttura delle rivoluzioni scientifiche. Qui Kuhn descrive lo sviluppo della scienza come un processo segnato da rivoluzioni in cui il paradigma fin lì dominante, ossia la cornice concettuale in cui si è svolta l'attività scientifica fino a quel momento, viene sostituito da uno nuovo. Nel periodo immediatamente precedente a una rivoluzione Kuhn afferma che la riflessione filosofica assume un ruolo rilevante. Le analisi di Kuhn saranno funzionali a delineare il primo legame tra filosofia e scienza, quello secondo cui la prima, tramite il suo metodo peculiare (l'intuizione), può fornire nuove risorse concettuali all'impresa scientifica; inoltre attraverso l'analisi dei problemi reperibili all'interno dell'impianto kuhniano, si potrà mostrare come l'apparato teoretico di Bergson sia adatto a completare e sostenere le intuizioni del filosofo americano. Infine, sarà enunciato il secondo nesso tra filosofia e scienza; da questo punto di vista, emergerà che la scienza e i risultati che essa consegue sono il punto di partenza irrinunciabile per qualunque sforzo intuitivo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/30449