This thesis presents a translation proposal of the Austrian writer Ingeborg Bachmann's lyrics, not yet translated into official version in Italian. The intra-literary nature of this work, taking up the term used by Peeter Torop in the book Total translation, is intended to underline its chronological structure, which allows us to highlight the distinctive features, the leitmotifs and the evolution of the author's "language space". The analysis of the translation choices and the commentary on the poems proposed also makes use of a study of the ideological influence of a philosophical nature, particularly with regard to Ingeborg Bachmann's strong interest in the linguistic question endorsed by Ludwig Wittgenstein, which emerges from the speeches she gave, as well as from the interviews and essays published. The importance of the philosophy of language and the reflections on the role of language and literature itself make it possible to outline the essential aspects of a contemporary interdisciplinary model of translation, highlighting the strong need to take into account the multiple components that determine the effectiveness of a literary text and its transposition into another language and culture. Because of its predominantly didactic and hermeneutical character, this translation aims to maintain greater fidelity to the content of the lyrics, but above all to find a balance along the line that goes from a more literal to a freer one, also testifying to the impossibility of discerning exactly the didactic translation from the author's one. Lyric poetry, moreover, further claims the attention to a form that is itself content, which is why it proves to be even more difficult, but also necessary, to try to reproduce sound figures as far as possible, such as onomatopoeia and alliterations, rhythm, enjambement. By now considered a classic of German-speaking literature, Ingeborg Bachmann stands out as a thinker and writer, marking the fundamental function of poetry to sharpen one's wits, which has the extraordinary power to crystallize an era and to demolish any spatial-temporal limit, capturing an instant that is perpetuated and made eternally current. Reflecting on the limits of logical-rational language and the "made sentences" of everyday communication, the author urges us not to be fooled by the pure aesthetics of what surrounds us and by the socio-political torpor, to go beyond the surface, to resist and fight to change the cards on the table. A poetry emerges, therefore, that over time becomes increasingly charged with commitment and utopia, starting from the rediscovery and reconstruction of the self and then becoming a real collective weapon against hypocrisy and emptiness. Lyric poetry manifests itself as an instrument of experience and communication par excellence, which Ingeborg Bachmann defends throughout her entire existence, dedicating it to that very poetic language which shows the way of knowledge, educates and reflects society, manifesting the deep human desire for honesty and truth.
Nella presente Tesi viene presentata una proposta di traduzione delle liriche della scrittrice austriaca Ingeborg Bachmann non ancora tradotte in versioni ufficiali in lingua italiana. La natura intraletteraria di questo lavoro, riprendendo il termine impiegato da Peeter Torop nel volume La traduzione totale (2000), vuole sottolinearne l'impianto cronologico, che permette di evidenziare i tratti distintivi, i Leitmotive e l'evoluzione dello “spazio di lingua” dell'autrice. L'analisi delle scelte traduttive e il commento alle poesie proposte si serve inoltre di uno studio dell'influsso ideologico di tipo filosofico, in particolar modo riguardante il forte interesse di Ingeborg Bachmann per la questione linguistica avallata da Ludwig Wittgenstein, che emerge dai discorsi da lei tenuti, così come dalle interviste e dai saggi pubblicati. L'importanza della filosofia del linguaggio e le riflessioni sul ruolo della lingua e della stessa letteratura consentono di delineare gli aspetti essenziali di un modello di traduzione contemporaneo di stampo interdisciplinare, mettendo in luce la forte esigenza di prendere in considerazione le molteplici componenti che determinano l'efficacia di un testo letterario e della sua trasposizione in un'altra lingua e cultura. Per il suo carattere prevalentemente didattico ed ermeneutico, la presente traduzione si propone sì di mantenere una maggiore fedeltà al contenuto delle liriche, ma soprattutto di trovare un equilibrio lungo quella linea che va da un orientamento più letterale ad uno più libero, testimoniando anche l'impossibilità di discernere esattamente la traduzione didascalica da quella d'autore. La lirica, inoltre, rivendica ulteriormente l'attenzione ad una forma che è essa stessa contenuto, motivo per cui si dimostra essere ancora più difficile, ma altrettanto necessario, tentare di riprodurre nel limite del possibile anche le figure di suono, come le onomatopee e le allitterazioni, il ritmo, gli enjambement. Ormai considerata un classico della letteratura di lingua tedesca, Ingeborg Bachmann si distingue come pensatrice e scrittrice, contrassegnando la funzione fondamentale della poesia quale affinatrice dell'ingegno, che ha lo straordinario potere di cristallizzare un'epoca e di scardinare ogni limite spaziotemporale, catturando un istante che viene perpetuato e reso attuale in eterno. Riflettendo sui limiti del linguaggio logico-razionale e delle “frasi fatte” della comunicazione quotidiana, l'autrice esorta a non farsi abbindolare dalla pura estetica di ciò che ci circonda e dal torpore sociopolitico, ad andare oltre la superficie, a resistere e a lottare per cambiare le carte in tavola. Emerge, dunque, una poesia che nel corso del tempo diventa sempre più carica di impegno e utopia, partendo dalla riscoperta e dalla ricostruzione del sé per poi diventare una vera e propria arma collettiva contro l'ipocrisia e la vacuità. La lirica si manifesta in qualità di strumento di esperienza e comunicazione per eccellenza, che Ingeborg Bachmann difende nel corso della sua intera esistenza, consacrandola proprio a quel linguaggio poetico che mostra la via della conoscenza, educa e rispecchia la società, manifestando il profondo desiderio umano di onestà e verità.
Il linguaggio poetico di Ingeborg Bachmann. Una proposta di traduzione intraletteraria
DANUBIO, CLARA
2019/2020
Abstract
Nella presente Tesi viene presentata una proposta di traduzione delle liriche della scrittrice austriaca Ingeborg Bachmann non ancora tradotte in versioni ufficiali in lingua italiana. La natura intraletteraria di questo lavoro, riprendendo il termine impiegato da Peeter Torop nel volume La traduzione totale (2000), vuole sottolinearne l'impianto cronologico, che permette di evidenziare i tratti distintivi, i Leitmotive e l'evoluzione dello “spazio di lingua” dell'autrice. L'analisi delle scelte traduttive e il commento alle poesie proposte si serve inoltre di uno studio dell'influsso ideologico di tipo filosofico, in particolar modo riguardante il forte interesse di Ingeborg Bachmann per la questione linguistica avallata da Ludwig Wittgenstein, che emerge dai discorsi da lei tenuti, così come dalle interviste e dai saggi pubblicati. L'importanza della filosofia del linguaggio e le riflessioni sul ruolo della lingua e della stessa letteratura consentono di delineare gli aspetti essenziali di un modello di traduzione contemporaneo di stampo interdisciplinare, mettendo in luce la forte esigenza di prendere in considerazione le molteplici componenti che determinano l'efficacia di un testo letterario e della sua trasposizione in un'altra lingua e cultura. Per il suo carattere prevalentemente didattico ed ermeneutico, la presente traduzione si propone sì di mantenere una maggiore fedeltà al contenuto delle liriche, ma soprattutto di trovare un equilibrio lungo quella linea che va da un orientamento più letterale ad uno più libero, testimoniando anche l'impossibilità di discernere esattamente la traduzione didascalica da quella d'autore. La lirica, inoltre, rivendica ulteriormente l'attenzione ad una forma che è essa stessa contenuto, motivo per cui si dimostra essere ancora più difficile, ma altrettanto necessario, tentare di riprodurre nel limite del possibile anche le figure di suono, come le onomatopee e le allitterazioni, il ritmo, gli enjambement. Ormai considerata un classico della letteratura di lingua tedesca, Ingeborg Bachmann si distingue come pensatrice e scrittrice, contrassegnando la funzione fondamentale della poesia quale affinatrice dell'ingegno, che ha lo straordinario potere di cristallizzare un'epoca e di scardinare ogni limite spaziotemporale, catturando un istante che viene perpetuato e reso attuale in eterno. Riflettendo sui limiti del linguaggio logico-razionale e delle “frasi fatte” della comunicazione quotidiana, l'autrice esorta a non farsi abbindolare dalla pura estetica di ciò che ci circonda e dal torpore sociopolitico, ad andare oltre la superficie, a resistere e a lottare per cambiare le carte in tavola. Emerge, dunque, una poesia che nel corso del tempo diventa sempre più carica di impegno e utopia, partendo dalla riscoperta e dalla ricostruzione del sé per poi diventare una vera e propria arma collettiva contro l'ipocrisia e la vacuità. La lirica si manifesta in qualità di strumento di esperienza e comunicazione per eccellenza, che Ingeborg Bachmann difende nel corso della sua intera esistenza, consacrandola proprio a quel linguaggio poetico che mostra la via della conoscenza, educa e rispecchia la società, manifestando il profondo desiderio umano di onestà e verità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/30279