The paper examines the extent to which accent discrimination toward regional and class varieties of English is present in contemporary British society, specifically in the British legal sector. Through the analysis of the role of authority and prestige in determining the difference between standard and nonstandard varieties, some general principles shared by most sociolinguists were outlined. Accent bias is more likely to be found in formal sectors, such as the educational, employment or juridical one. Its diffusion in the legal field is examined through the comparison of the results of three specific studies, which investigate accent bias both in trials and in the hiring phase of job candidates in the legal profession. The first two studies considered – Dixon, Mahoney and Cocks, 2001 and Dixon and Mahoney, 2004 – showed that a pattern of discrimination actually exists, even though it is moderate. The nonstandard-accented speaker was indeed considered, respectively, more guilty and more typically criminal than the standard-accented one. The third study – the Accent Bias in Britain Project –, instead, considers whether a nonstandard accent can prejudice the possibility to be hired for an entry-level job in the legal sector. The results were overall positive since recruiters proved not to be influenced by the language variety employed by candidates.
La presente tesi esamina la misura in cui la discriminazione basata sull'accento è ancora presente nella società britannica contemporanea, in particolare all'interno del settore legale. Attraverso l'analisi del ruolo che l'autorità ed il prestigio hanno nel determinare la differenza tra la varietà standard e quelle non standard, alcuni principi generali condivisi dalla maggior parte dei sociolinguisti vengono qui delineati. I pregiudizi basati sull'accento sono più facilmente riscontrabili nei settori più formali, come il sistema scolastico, il settore dell'occupazione ed il settore giuridico. La presenza di questa forma di discriminazione è analizzata attraverso la comparazione dei risultati di tre studi condotti sull'argomento, che indagano sia su eventuali pregiudizi presenti durante i processi giuridici – se ovvero un accusato ha più probabilità di essere considerato colpevole se ha un accento non standard – sia durante la fase di assunzione di candidati. I primi due studi considerati – Dixon, Mahoney e Cocks, 2001, e Dixon e Mahoney, 2004 – dimostrano che un modello generale di discriminazione esiste, anche se moderato, poiché il sospettato con accento non standard tende infatti ad essere giudicato, rispettivamente “più colpevole” e “più incline a ricommettere un crimine”. Il terzo studio considerato – Accent Bias in Britain Project –, invece, considera se un accento non standard può effettivamente pregiudicare la possibilità di essere assunto per un lavoro nelle professioni legali. I risultati in questo caso si confermano generalmente più positivi, poiché i reclutatori non si sono dimostrati influenzati dalla varietà linguistica impiegata dai candidati.
Attitudes to British accents: an analysis of accent bias in the legal sector
SAVIO, VALENTINA
2019/2020
Abstract
La presente tesi esamina la misura in cui la discriminazione basata sull'accento è ancora presente nella società britannica contemporanea, in particolare all'interno del settore legale. Attraverso l'analisi del ruolo che l'autorità ed il prestigio hanno nel determinare la differenza tra la varietà standard e quelle non standard, alcuni principi generali condivisi dalla maggior parte dei sociolinguisti vengono qui delineati. I pregiudizi basati sull'accento sono più facilmente riscontrabili nei settori più formali, come il sistema scolastico, il settore dell'occupazione ed il settore giuridico. La presenza di questa forma di discriminazione è analizzata attraverso la comparazione dei risultati di tre studi condotti sull'argomento, che indagano sia su eventuali pregiudizi presenti durante i processi giuridici – se ovvero un accusato ha più probabilità di essere considerato colpevole se ha un accento non standard – sia durante la fase di assunzione di candidati. I primi due studi considerati – Dixon, Mahoney e Cocks, 2001, e Dixon e Mahoney, 2004 – dimostrano che un modello generale di discriminazione esiste, anche se moderato, poiché il sospettato con accento non standard tende infatti ad essere giudicato, rispettivamente “più colpevole” e “più incline a ricommettere un crimine”. Il terzo studio considerato – Accent Bias in Britain Project –, invece, considera se un accento non standard può effettivamente pregiudicare la possibilità di essere assunto per un lavoro nelle professioni legali. I risultati in questo caso si confermano generalmente più positivi, poiché i reclutatori non si sono dimostrati influenzati dalla varietà linguistica impiegata dai candidati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/30275