Introduction The prone position has seen its application in the intra-hospital setting for several years in various clinical settings. The increased use of this maneuver during the Covid-19 pandemic has resulted in a greater number of patients suffering from cardiac arrest in this position. However, there is a paucity of literature on the efficacy of cardiopulmonary resuscitation in prone patients (reverse CPR). Aim of the study Primary objective: To evaluate the qualitative difference between standard CPR (with supine patient) and reverse CPR (with prone patient). Secondary Objectives: To evaluate the factors that could change the qualitative outcome of CPR. Consider whether medical and nursing health care personnel could be educated regarding the application of reverse CPR. Materials and methods Professional and trainee healthcare professionals were enrolled in this prospective cohort and simulation study. The experimentation took place in the simulation laboratory with a manikin positioned supine and prone. Each operator performed 30 seconds of CPR in both positions using the CPR-Meter to measure its quality. The sample was then divided into two groups using a 60% depth cut-off; CPR was considered adequate when only this exceeded the pre-established cut-off. Results 77 candidates were enrolled. Of these, 50 operators (64.9%) achieved quality < 60% in reverse CPR. The remaining 35.1% (27/77) had achieved a quality ≥ 60%. CPR quality changed significantly between supine and prone (worse depth versus better release). It was found that height among colors who performed reverse CPR less efficiently had more women and candidates with lower weight and lower weight and consequently lower BMI than those who performed adequately. Conclusions CPR in prone patients undergoes significant changes in quality. These variations are justified by a different physical constitution of the candidates. In light of this, further clinical studies and in-depth studies are justified in this regard. Keywords: cardiopulmonary resuscitation, chest compression, prone positioning, simulation.
Introduzione La posizione prona vede la sua applicazione in ambito intra-ospedaliero già da diversi anni in vari settings clinici. Il maggior utilizzo di questa manovra durante la pandemia Covid-19 ha determinato un maggior numero di pazienti colpiti da arresto cardiocircolatorio in questa posizione. Tuttavia vi è scarsità di letteratura circa l’efficacia della rianimazione cardiopolmonare nel paziente prono (RCP inversa). Obiettivi Obiettivo primario: valutare la differenza qualitativa tra la RCP standard (con paziente supino) e la RCP inversa (con paziente prono). Obiettivi secondari: valutare i fattori che potrebbero andare a modificare l’esito qualitativo della RCP. Valutare se il personale sanitario medico e infermieristico potrebbe essere maggiormente istruito per quanto riguarda l’applicazione di una RCP inversa. Materiali e metodi In questo studio prospettico di coorte e di simulazione sono stati arruolati operatori sanitari professionisti e in formazione. La sperimentazione si è svolta nel laboratorio di simulazione con un manichino posizionato supino e prono. Ogni operatore eseguiva 30 secondi di RCP in entrambe le posizioni utilizzando il CPR-Meter per misurarne la qualità. In seguito il campione è stato suddiviso in due gruppi utilizzando un cut-off del 60% di compressioni a profondità adeguata. Si sono divisi due gruppi,. il primo inferiore al 60% il secondo ≥ 60%. Risultati Sono stati arruolati 77 candidati. Di questi, 50 operatori (64.9%) avevano ottenuto nella RCP inversa una qualità < 60%. Il restante 35.1% (27/77) avevano raggiunto una qualità ≥ 60%. La qualità della RCP è cambiata in modo significativo tra supino e prono (peggior profondità a fronte di un miglior rilascio). È stato riscontrato che tra colore che eseguivano la RCP inversa in maniera meno efficiente erano presenti una quantità maggiore di donne e di candidati con un peso e un’altezza inferiore e di conseguenza un BMI minore rispetto a chi eseguiva la RCP inversa in maniera adeguata. Conclusioni La RCP nel paziente prono subisce delle variazioni significative in termini di qualità. Queste variazioni sono giustificate da una diversa costituzione fisica dei candidati. Alla luce di ciò sono giustificati ulteriori studi clini e approfondimenti a riguardo. Parole chiave: rianimazione cardiopolmonare, paziente prono, massaggio cardiaco, simulazione
La rianimazione cardiopolmonare nel paziente prono: risultati di uno studio sperimentale su manichino
DELAUDI, EDOARDO
2020/2021
Abstract
Introduzione La posizione prona vede la sua applicazione in ambito intra-ospedaliero già da diversi anni in vari settings clinici. Il maggior utilizzo di questa manovra durante la pandemia Covid-19 ha determinato un maggior numero di pazienti colpiti da arresto cardiocircolatorio in questa posizione. Tuttavia vi è scarsità di letteratura circa l’efficacia della rianimazione cardiopolmonare nel paziente prono (RCP inversa). Obiettivi Obiettivo primario: valutare la differenza qualitativa tra la RCP standard (con paziente supino) e la RCP inversa (con paziente prono). Obiettivi secondari: valutare i fattori che potrebbero andare a modificare l’esito qualitativo della RCP. Valutare se il personale sanitario medico e infermieristico potrebbe essere maggiormente istruito per quanto riguarda l’applicazione di una RCP inversa. Materiali e metodi In questo studio prospettico di coorte e di simulazione sono stati arruolati operatori sanitari professionisti e in formazione. La sperimentazione si è svolta nel laboratorio di simulazione con un manichino posizionato supino e prono. Ogni operatore eseguiva 30 secondi di RCP in entrambe le posizioni utilizzando il CPR-Meter per misurarne la qualità. In seguito il campione è stato suddiviso in due gruppi utilizzando un cut-off del 60% di compressioni a profondità adeguata. Si sono divisi due gruppi,. il primo inferiore al 60% il secondo ≥ 60%. Risultati Sono stati arruolati 77 candidati. Di questi, 50 operatori (64.9%) avevano ottenuto nella RCP inversa una qualità < 60%. Il restante 35.1% (27/77) avevano raggiunto una qualità ≥ 60%. La qualità della RCP è cambiata in modo significativo tra supino e prono (peggior profondità a fronte di un miglior rilascio). È stato riscontrato che tra colore che eseguivano la RCP inversa in maniera meno efficiente erano presenti una quantità maggiore di donne e di candidati con un peso e un’altezza inferiore e di conseguenza un BMI minore rispetto a chi eseguiva la RCP inversa in maniera adeguata. Conclusioni La RCP nel paziente prono subisce delle variazioni significative in termini di qualità. Queste variazioni sono giustificate da una diversa costituzione fisica dei candidati. Alla luce di ciò sono giustificati ulteriori studi clini e approfondimenti a riguardo. Parole chiave: rianimazione cardiopolmonare, paziente prono, massaggio cardiaco, simulazioneFile | Dimensione | Formato | |
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