Questo lavoro intende fornire una trattazione sui quei costrutti completivi codificati da una forma non finita, così come occorrono nel latino arcaico. Verrà innanzitutto proposta una descrizione sincronica dei fenomeni morfosintattici in questione, secondo una prospettiva tipologica fondata sull'analisi crosslinguistica dei medesimi; seguirà una sezione descrittiva e ricostruttiva, fonetica e morfologica, dell'evoluzione diacronica delle forme non finite oggetto del lavoro, l'infinito e il participio, in cui si terrà conto della forma e della funzione che esse assunsero nella storia della lingua, degli usi e dei loro valori semantici. Si vedrà dunque il loro inserimento all'interno delle subordinate completive in dipendenza da un determinata categoria di verbi, con particolare riferimento alla classi dei verba voluntatis e dei verbi modali impersonali. Si analizzeranno quindi le forme non finite che fungano da complemento di queste due categorie di predicati, in base alle occorrenze estratte dal corpus di testi di Plauto e Terenzio nelle varie tipologie di costrutti morfosintattici cui danno origine; verrà dato, a questo proposito, ampio spazio a una analisi che illustri le divergenze semantiche che emergono dall'uso di una forma o dell'altra e il loro contributo al significato generale della costruzione, a parità di contesto e di predicato sovraordinato. Infine, si tenterà di intravedere i possibili rapporti che intercorrono tra i vari costrutti morfosintattici, col fine di imbastire una cronologia relativa tra i medesimi; nello specifico si proverà a dare ragione del costrutto dell'Accusativo, con particolare attenzione alla natura del caso accusativo come soggetto della predicazione infinitiva.
SUBORDINATE COMPLETIVE DI MODO NON FINITO NEL LATINO ARCAICO
CALCAGNO, MATTIA
2019/2020
Abstract
Questo lavoro intende fornire una trattazione sui quei costrutti completivi codificati da una forma non finita, così come occorrono nel latino arcaico. Verrà innanzitutto proposta una descrizione sincronica dei fenomeni morfosintattici in questione, secondo una prospettiva tipologica fondata sull'analisi crosslinguistica dei medesimi; seguirà una sezione descrittiva e ricostruttiva, fonetica e morfologica, dell'evoluzione diacronica delle forme non finite oggetto del lavoro, l'infinito e il participio, in cui si terrà conto della forma e della funzione che esse assunsero nella storia della lingua, degli usi e dei loro valori semantici. Si vedrà dunque il loro inserimento all'interno delle subordinate completive in dipendenza da un determinata categoria di verbi, con particolare riferimento alla classi dei verba voluntatis e dei verbi modali impersonali. Si analizzeranno quindi le forme non finite che fungano da complemento di queste due categorie di predicati, in base alle occorrenze estratte dal corpus di testi di Plauto e Terenzio nelle varie tipologie di costrutti morfosintattici cui danno origine; verrà dato, a questo proposito, ampio spazio a una analisi che illustri le divergenze semantiche che emergono dall'uso di una forma o dell'altra e il loro contributo al significato generale della costruzione, a parità di contesto e di predicato sovraordinato. Infine, si tenterà di intravedere i possibili rapporti che intercorrono tra i vari costrutti morfosintattici, col fine di imbastire una cronologia relativa tra i medesimi; nello specifico si proverà a dare ragione del costrutto dell'Accusativo, con particolare attenzione alla natura del caso accusativo come soggetto della predicazione infinitiva.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/30167