Gli uomini, sin dai tempi più antichi, hanno esplorato il territorio circostante spingendosi in luoghi sempre più lontani. Questo è stato favorito dalla capacità di orientamento e dall’utilizzo di strumentazioni, dalla semplice bussola sino ai più complessi sistemi basati sui GIS. L’obiettivo del mio studio è stato quello di analizzare le principali caratteristiche e trasformazioni che hanno caratterizzato lo studio dell’orientamento nel corso della storia della scuola italiana. La ricerca è stata condotta attraverso la lettura e lo studio delle principali leggi e programmi che hanno caratterizzato il sistema scolastico italiano sino ai giorni nostri. Inoltre, grazie alla possibilità di accesso alla biblioteca Tancredi di Barolo di Torino, ho potuto condurre un’analisi diretta sui manuali scolastici utilizzati nel periodo che va dal 1861 al 1945. Dallo studio sono emersi elementi di continuità e di discontinuità tra passato e presente. L’orientamento viene ufficialmente riconosciuto come disciplina nel 1888. Nel corso del tempo poi, l’impostazione, l’ordine e la raffigurazione dei contenuti, si sono mantenuti pressoché uguali. Oggi però, il tema si inserisce all’interno di una società complessa che nel corso di pochi anni ha assistito a numerose trasformazioni. Pertanto nonostante la cristallizzazione dei contenuti, gli elementi di discontinuità sono evidenti. In particolare, il passaggio a una didattica che pone al centro dell’interesse intellettuale l’allievo, ha permesso di evolvere i contenuti in competenze, lo studio di posizione a uno studio di relazione, lo studio mnemonico a uno studio maggiormente orientato all’attuabilità nel contesto reale. Questo richiede la necessità di inserire all’interno del percorso di apprendimento attività che prevedano uno stretto contatto con il territorio. Una delle attività che soddisfa i requisiti richiesti è quella dell’orienteering. Attraverso lo sviluppo di percorsi nella natura permette il raggiungimento delle competenze spaziali previsti dalle Indicazioni Nazionali e dalle otto competenze chiave definite a livello europeo. Non sempre però, è possibile effettuare uscite didattiche e questo emerge in particolar modo nel periodo attuale. A nostro favore possono venire incontro le tecnologie che offrono la possibilità di esplorare seppur virtualmente, il territorio desiderato con software in grado di coinvolgere in prima persona il fruitore. In conclusione quindi, è possibile dire che lo studio offre la possibilità ad approfondimenti successivi di ampio raggio. In particolar modo perché i manuali analizzati sono stati in numero limitato. Inoltre, la percentuale maggiore dei testi appartiene a pubblicazioni ed utilizzi prevalentemente nel nord Italia all’interno di uno spazio temporale delimitato.

Lo studio dell'orientamento e delle coordinate geografiche tra otto e novecento. Confronti, analisi, aspetti didattici.

CASTAGNO, ELENA
2019/2020

Abstract

Gli uomini, sin dai tempi più antichi, hanno esplorato il territorio circostante spingendosi in luoghi sempre più lontani. Questo è stato favorito dalla capacità di orientamento e dall’utilizzo di strumentazioni, dalla semplice bussola sino ai più complessi sistemi basati sui GIS. L’obiettivo del mio studio è stato quello di analizzare le principali caratteristiche e trasformazioni che hanno caratterizzato lo studio dell’orientamento nel corso della storia della scuola italiana. La ricerca è stata condotta attraverso la lettura e lo studio delle principali leggi e programmi che hanno caratterizzato il sistema scolastico italiano sino ai giorni nostri. Inoltre, grazie alla possibilità di accesso alla biblioteca Tancredi di Barolo di Torino, ho potuto condurre un’analisi diretta sui manuali scolastici utilizzati nel periodo che va dal 1861 al 1945. Dallo studio sono emersi elementi di continuità e di discontinuità tra passato e presente. L’orientamento viene ufficialmente riconosciuto come disciplina nel 1888. Nel corso del tempo poi, l’impostazione, l’ordine e la raffigurazione dei contenuti, si sono mantenuti pressoché uguali. Oggi però, il tema si inserisce all’interno di una società complessa che nel corso di pochi anni ha assistito a numerose trasformazioni. Pertanto nonostante la cristallizzazione dei contenuti, gli elementi di discontinuità sono evidenti. In particolare, il passaggio a una didattica che pone al centro dell’interesse intellettuale l’allievo, ha permesso di evolvere i contenuti in competenze, lo studio di posizione a uno studio di relazione, lo studio mnemonico a uno studio maggiormente orientato all’attuabilità nel contesto reale. Questo richiede la necessità di inserire all’interno del percorso di apprendimento attività che prevedano uno stretto contatto con il territorio. Una delle attività che soddisfa i requisiti richiesti è quella dell’orienteering. Attraverso lo sviluppo di percorsi nella natura permette il raggiungimento delle competenze spaziali previsti dalle Indicazioni Nazionali e dalle otto competenze chiave definite a livello europeo. Non sempre però, è possibile effettuare uscite didattiche e questo emerge in particolar modo nel periodo attuale. A nostro favore possono venire incontro le tecnologie che offrono la possibilità di esplorare seppur virtualmente, il territorio desiderato con software in grado di coinvolgere in prima persona il fruitore. In conclusione quindi, è possibile dire che lo studio offre la possibilità ad approfondimenti successivi di ampio raggio. In particolar modo perché i manuali analizzati sono stati in numero limitato. Inoltre, la percentuale maggiore dei testi appartiene a pubblicazioni ed utilizzi prevalentemente nel nord Italia all’interno di uno spazio temporale delimitato.
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