This research has the objective to show how slurs and hate speech against women are misogynistic practices that rise up gender gap and prevent the development of fundamental human capabilities. Furthermore, this research is focused on the philosophy of language – especially on the pragmatic researches – and on the moral philosophy. These issues are connected in this way: only after a careful analysis of the gender discrimination in the ordinary language – slurs and hate speech – it is possible to define the actions against the verbal misogyny. As a matter of fact, misogyny prevents women to develop the fundamental capabilities that, in the approach of Martha Nussbaum, allow women to live a life with human dignity.
La presente tesi di ricerca si pone come obiettivo quello di mostrare come il linguaggio offensivo e gli insulti contro le donne siano pratiche misogine che accrescono la disparità sociale e ostacolano le donne nello sviluppo di capacità umane fondamentali. Inoltre, questa dissertazione tocca due ambiti filosofici, quello della filosofia del linguaggio – in particolare le ricerche condotte nel campo della pragmatica – e dell’etica. In questa ricerca, questi due ambiti sono strettamente connessi nel modo seguente: solo dopo un’attenta analisi delle forme offensive del linguaggio ordinario contro le donne – slurs ed hate speech – è possibile definire le azioni che permettono di contrastare la misoginia che si esprime verbalmente. La misoginia delle parole impedisce, infatti, alle donne di sviluppare le capacità fondamentali che, secondo la prospettiva di Martha Nussbaum, permettono di vivere una vita degnamente umana. La violenza verbale contro le donne si esprime facilmente attraverso insulti, battute scherzose ed enunciati offensivi. Inoltre, anche un certo tipo di pornografia può essere analizzato come un atto linguistico di subordinazione che porta le donne al silenzio. In tutte queste forme, le parole rivolte alle donne sono pratiche misogine, ovvero atti linguistici che fanno del male e feriscono in maniera profonda. Infatti, in tutti questi casi, le donne hanno un potere diminuito perché possono fare meno cose con le parole che proferiscono; le parole delle donne vengono distorte o non sono prese sul serio; le donne sono ridotte al silenzio. Riconoscere la discriminazione nel linguaggio rivolto alle donne permette di capire come contrastare una delle forme più diffuse della violenza di genere.
Hate speech, misoginia e capacità umane
UMORETTO, ALESSIA
2019/2020
Abstract
La presente tesi di ricerca si pone come obiettivo quello di mostrare come il linguaggio offensivo e gli insulti contro le donne siano pratiche misogine che accrescono la disparità sociale e ostacolano le donne nello sviluppo di capacità umane fondamentali. Inoltre, questa dissertazione tocca due ambiti filosofici, quello della filosofia del linguaggio – in particolare le ricerche condotte nel campo della pragmatica – e dell’etica. In questa ricerca, questi due ambiti sono strettamente connessi nel modo seguente: solo dopo un’attenta analisi delle forme offensive del linguaggio ordinario contro le donne – slurs ed hate speech – è possibile definire le azioni che permettono di contrastare la misoginia che si esprime verbalmente. La misoginia delle parole impedisce, infatti, alle donne di sviluppare le capacità fondamentali che, secondo la prospettiva di Martha Nussbaum, permettono di vivere una vita degnamente umana. La violenza verbale contro le donne si esprime facilmente attraverso insulti, battute scherzose ed enunciati offensivi. Inoltre, anche un certo tipo di pornografia può essere analizzato come un atto linguistico di subordinazione che porta le donne al silenzio. In tutte queste forme, le parole rivolte alle donne sono pratiche misogine, ovvero atti linguistici che fanno del male e feriscono in maniera profonda. Infatti, in tutti questi casi, le donne hanno un potere diminuito perché possono fare meno cose con le parole che proferiscono; le parole delle donne vengono distorte o non sono prese sul serio; le donne sono ridotte al silenzio. Riconoscere la discriminazione nel linguaggio rivolto alle donne permette di capire come contrastare una delle forme più diffuse della violenza di genere.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/30150