Many great writers have shown an interest in law, but the majority have criticised it. Nevertheless, academic studies of the last century explored the relationship between law and literature, but rarely considered the possibility of a conflict between these two disciplines. This paper aims to understand whether literature offers a positive or negative image of legal values. It hypothesises and demonstrates that writers use the judge as both a character and a symbol, through which they represent their vision of Law. The first and third chapters define ideas and deal with questions that are preliminary to the second and fourth chapters, in which the history of literature is outlined in order to find the most representative fictional judges. In particular, the first chapter tells the story of the "Law and Literature" movement, of its influence and the main academic critiques; but independently from this trend, it also offers an original reconstruction of the relationship between these two disciplines, investigates the causes of their connection and finally theorises its indissolubility. In order to demonstrate that law needs literature and vice versa, two apparently counter-intuitive statements are made, i. e. that narration is like legislating and that narration is the horizon of meaning without which law would lose all meaning. Finally, a new category is established and defined, i. e. the "sources of justice", which make it possible to humanise law and renew the legal system. In the third chapter, literature is defined as the set of narrative works that aim or achieve intellectually or aesthetically relevant results; it is also explained what are the advantages of observing law from the point of view of storytelling, and vice versa those of analysing literature from a legal perspective. The second chapter tells seven major and some minor stories. Three belong to Greek culture and four to Judeo-Christian culture, of which half are from the Old Testament and half from the New. The five most influential judges are, in order of importance: Solomon and Pontius Pilate; Athena; Daniel and Schiphocleon. The fourth chapter lists and analyses many of the medieval, modern and contemporary magistrates found in Italian, French, Spanish, English, Russian, Norwegian, Swedish, Dutch, Hungarian, Chinese and Japanese literatures. The most outstanding figures are Franz Kafka's examining magistrate, Leonardo Sciascia's little judge and Dante Alighieri's Minos, who represent respectively the dark, bright and ambivalent side of the Law. Characters such as Fyodor Dostoevsky's Porfiri Petrovich and Lev Tolstoy's Ivan Il'ic are also very interesting; and to a lesser extent others such as Anatole France's 'two honest judges' and Bertolt Brecht's 'democratic judge'. The conclusion is that literature does not always criticise law, but on the contrary often praises it. Ancient and classical stories, in particular, expressed a bright vision of the law; but in the late Middle Ages the first anxieties emerged, which, however, only became fully expressed in Modernity. But as Dante's Minos shows, legal values represent the conjunction of two opposing viewpoints.
Molti grandi scrittori hanno mostrato interesse nei confronti del diritto, ma la maggior parte lo ha criticato. Ciononostante, la saggistica accademica dell'ultimo secolo ha approfondito il rapporto tra diritto e letteratura, ma raramente si è interrogata sulla possibilità di un conflitto tra queste due discipline. Il presente lavoro si ripromette di comprendere se la letteratura offre un'immagine positiva o negativa dei valori giuridici. Si ipotizza e si dimostra che gli scrittori utilizzano il giudice come un personaggio e al tempo stesso un simbolo, attraverso cui rappresentare la loro visione del diritto. Nel capitolo primo e terzo vengono definiti dei concetti e trattate delle questioni preliminari rispetto al secondo e al quarto, nei quali invece si ripercorre la storia della letteratura alla ricerca dei giudici più rappresentativi. In particolare nel primo si racconta la storia del movimento “Diritto e letteratura”, della sua influenza e delle principali critiche accademiche; ma indipendentemente da questa tendenza si offre anche una ricostruzione originale del rapporto tra queste due discipline, si indagano le cause del loro legame e infine si teorizza la sua indissolubilità. Per dimostrare che il diritto ha bisogno della letteratura e viceversa, si enunciano due affermazioni apparentemente controintuitive, ossia che raccontare è come legiferare e che la narrazione è l'orizzonte di senso nella cui assenza la legge perderebbe ogni significato. Infine si introduce e si definisce una categoria inedita, quale quella di “fonti della giustizia”, le quali permettono di umanizzare il diritto e di rinnovare l'ordinamento giuridico. Nel terzo capitolo si definisce la letteratura come l'insieme delle opere narrative che si propongono o comunque raggiungono dei risultati intellettualmente o esteticamente rilevanti; inoltre si spiega quali sono i vantaggi di osservare il diritto dal punto di vista della narrativa, e viceversa quelli di analizzare la letteratura da una prospettiva giuridica. Nel secondo capitolo si raccontano sette storie principali e altre minori. Tre appartengono alla cultura greca e quattro a quella ebraico-cristiana, di cui metà fa parte del Vecchio Testamento e metà del Nuovo. I cinque giudici più memorabili sono, in ordine di importanza: Salomone e Ponzio Pilato; Atena; Daniele e Schifocleone. Nel quarto capitolo si elencano e si analizzano molti dei magistrati medievali, moderni e contemporanei presenti nelle letterature in lingua italiana, francese, spagnola, inglese, russa, norvegese, svedese, olandese, ungherese, cinese e giapponese. Le figure più straordinarie sono il giudice istruttore di Franz Kafka, il piccolo giudice di Leonardo Sciascia e Minosse di Dante Alighieri, i quali rappresentano rispettivamente il lato oscuro, luminoso e ambivalente della legge. Sono molto interessanti anche personaggi come Porfirij Petrovic di Fëdor Dostoevskij e Ivan Il'ic di Lev Tolstòj; e in misura minore anche altri come “i due giudici onesti” di Anatole France e il “giudice democratico” di Bertolt Brecht. La conclusione è che la letteratura non critica sempre il diritto, ma al contrario sovente lo elogia. In particolare i racconti antichi e classici esprimevano una visione luminosa del diritto; ma nel Basso Medioevo si insinuano le prime inquietudini, che tuttavia si esprimono a pieno solo nella Modernità. Ma come dimostra il Minosse dantesco, i valori giuridici rappresentano la congiunzione di due visioni opposte.
Il giudice nella letteratura: immagini narrative per una riflessione giuridica.
MINA, DAVIDE
2019/2020
Abstract
Molti grandi scrittori hanno mostrato interesse nei confronti del diritto, ma la maggior parte lo ha criticato. Ciononostante, la saggistica accademica dell'ultimo secolo ha approfondito il rapporto tra diritto e letteratura, ma raramente si è interrogata sulla possibilità di un conflitto tra queste due discipline. Il presente lavoro si ripromette di comprendere se la letteratura offre un'immagine positiva o negativa dei valori giuridici. Si ipotizza e si dimostra che gli scrittori utilizzano il giudice come un personaggio e al tempo stesso un simbolo, attraverso cui rappresentare la loro visione del diritto. Nel capitolo primo e terzo vengono definiti dei concetti e trattate delle questioni preliminari rispetto al secondo e al quarto, nei quali invece si ripercorre la storia della letteratura alla ricerca dei giudici più rappresentativi. In particolare nel primo si racconta la storia del movimento “Diritto e letteratura”, della sua influenza e delle principali critiche accademiche; ma indipendentemente da questa tendenza si offre anche una ricostruzione originale del rapporto tra queste due discipline, si indagano le cause del loro legame e infine si teorizza la sua indissolubilità. Per dimostrare che il diritto ha bisogno della letteratura e viceversa, si enunciano due affermazioni apparentemente controintuitive, ossia che raccontare è come legiferare e che la narrazione è l'orizzonte di senso nella cui assenza la legge perderebbe ogni significato. Infine si introduce e si definisce una categoria inedita, quale quella di “fonti della giustizia”, le quali permettono di umanizzare il diritto e di rinnovare l'ordinamento giuridico. Nel terzo capitolo si definisce la letteratura come l'insieme delle opere narrative che si propongono o comunque raggiungono dei risultati intellettualmente o esteticamente rilevanti; inoltre si spiega quali sono i vantaggi di osservare il diritto dal punto di vista della narrativa, e viceversa quelli di analizzare la letteratura da una prospettiva giuridica. Nel secondo capitolo si raccontano sette storie principali e altre minori. Tre appartengono alla cultura greca e quattro a quella ebraico-cristiana, di cui metà fa parte del Vecchio Testamento e metà del Nuovo. I cinque giudici più memorabili sono, in ordine di importanza: Salomone e Ponzio Pilato; Atena; Daniele e Schifocleone. Nel quarto capitolo si elencano e si analizzano molti dei magistrati medievali, moderni e contemporanei presenti nelle letterature in lingua italiana, francese, spagnola, inglese, russa, norvegese, svedese, olandese, ungherese, cinese e giapponese. Le figure più straordinarie sono il giudice istruttore di Franz Kafka, il piccolo giudice di Leonardo Sciascia e Minosse di Dante Alighieri, i quali rappresentano rispettivamente il lato oscuro, luminoso e ambivalente della legge. Sono molto interessanti anche personaggi come Porfirij Petrovic di Fëdor Dostoevskij e Ivan Il'ic di Lev Tolstòj; e in misura minore anche altri come “i due giudici onesti” di Anatole France e il “giudice democratico” di Bertolt Brecht. La conclusione è che la letteratura non critica sempre il diritto, ma al contrario sovente lo elogia. In particolare i racconti antichi e classici esprimevano una visione luminosa del diritto; ma nel Basso Medioevo si insinuano le prime inquietudini, che tuttavia si esprimono a pieno solo nella Modernità. Ma come dimostra il Minosse dantesco, i valori giuridici rappresentano la congiunzione di due visioni opposte.File | Dimensione | Formato | |
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