MALARIA IN ITALY BETWEEN THE MODERN AND CONTEMPORARY AGES. POLITICAL AND SOCIAL RELEVANCE PROFILES. The thesis takes into account the state of the peasant class and workers between the modern and contemporary ages, which suffered particularly from the weight of many pathological burdens, such as intermittent, ataxic and pernicious fevers. In particular, it deals with one of the most serious and widespread diseases in our country in the period, precisely malaria. The issue of malariological disease is of great interest because it highlights not only the precarious state of health of the peasant population, but also the backwardness of agricultural production, the indiscriminate exploitation of natural and human resources and the inadequacy of legislation in this regard. Malaria is a social and professional disease closely linked to poverty and neglect of society, as it is favoured by numerous factors, including exploitation at work, inadequate housing, food shortages, illiteracy, travel from one place to another, war and ecological degradation. This aspect is particularly observed and known as the 'southern question'. The thesis develops with the analysis of the history and discovery of the disease, and finally it defines how the society of the time manages to effectively become aware of the true extent of the problem. The boundary moment in the history of malaria occurs when the evolution of the theory of transmission of the disease develops and its definition by the scientific world of the parasite responsible for transmission, namely the anopheles mosquito. As a result of this and countless trials, quinine will be used as prophylaxis and real mobilization activities against the disease will begin to be produced, creating synergies between the State, municipalities and the medical class. It is the beginning of a anti-malaria campaign in the country. Alongside medical and health activities, it is at this historic stage that the idea of supporting workers' rights in order to obtain better health and economic conditions and promoting universal education is born in public opinion. But Italy's entry into the war on 24 May 1915 will completely halt this positive trend. The outbreak of war is a real catastrophe, because it is happening at a time when the hope for a better future loomed over the poor in the Italian countryside. In the fight against malaria, funding was taken away, researchers, doctors, teachers, volunteers, because all resources were swallowed up in the war effort. The malarical issue will grow so much that it will become one of the central aspects of fascist politics in the years to come. This will have a result in its most striking example represented by the reclamation of the Pontine Marshes. The imperialist turning point first, and then, in 1940, the entry of Italy into war alongside Germany led on the one hand to a sharp weakening of the fight against malaria, on the other a resurgence of the disease between 1941 and 1945. Only after the end of the war will the antimalarical machine see its culmination with the arrival of a very powerful insecticide, DDT. In any case, the DDT and an articulated series of broad-spectrum initiatives on the areas at risk, allowed twenty years after the end of the war to state that malaria had been defeated throughout italy.

LA MALARIA IN ITALIA FRA ETA' MODERNA E CONTEMPORANEA. L'elaborato prende in considerazione lo stato della classe contadina e dei lavoratori fra l'età moderna e contemporanea, che soffriva particolarmente il peso di molti gravami patologici, come le febbri intermittenti, atassiche e perniciose. In particolar modo affronta una delle malattie più gravi e diffuse nel nostro Paese nel periodo, appunto la malaria. La questione della malattia malariologica è di estremo interesse in quanto evidenzia non solo lo stato di salute precario della popolazione contadina di allora ma altresì l'arretratezza della produzione agricola, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali ed umane e l'inadeguatezza in merito della normativa legislativa. Si rappresenta come la malaria sia una malattia sociale e professionale strettamente legata alla povertà e alla negligenza della società, in quanto è favorita da numerosi fattori, fra cui lo sfruttamento sul lavoro, l'inadeguatezza delle sistemazioni abitative, le carenze alimentari, l'analfabetismo, gli spostamenti da un luogo all'altro, la guerra e il degrado ecologico. Aspetto particolarmente osservato e conosciuto come «questione meridionale». L'elaborato si sviluppa con l'analisi della storia e della scoperta della malattia, per arrivare a definire come la società del tempo riesce a prendere effettivamente coscienza la vera entità del problema. Il momento di confine nella storia della malaria si ha quando si sviluppa l'evoluzione della teoria della trasmissione del morbo e la sua definizione da parte del mondo scientifico del parassita responsabile della trasmissione, ovvero la zanzara anofele. A seguito di ciò e di innumerevoli sperimentazioni sarà impiegato come profilassi il chinino e si inizieranno a produrre attività di reale mobilitazione contro la malattia creando sinergie tra Stato, Comuni e classe medica. E' l'inizio di una vera e propria campagna antimalarica nel Paese. A fianco delle attività a carattere medico-sanitario è in questa fase storica che nasce nell'opinione pubblica l'idea di sostenere i diritti dei lavoratori per ottenere migliori condizioni sanitarie e economiche e promuovere l'istruzione universale. Ma l'ingresso dell'Italia in guerra il 24 maggio 1915 arresterà del tutto questa tendenza positiva. Lo scoppio della guerra rappresenta una vera catastrofe, perché si verifica proprio nel momento in cui per i poveri della campagne italiane si profilava la speranza di un futuro migliore. Alla lotta alla malaria vennero sottratti finanziamenti, ricercatori, medici, insegnanti, volontari, perché tutte le risorse vennero ingoiate nello sforzo bellico. La questione malarica crescerà talmente tanto che diventerà negli anni a seguire uno degli aspetti centrali della politica fascista. Ciò avrà sfocio nel suo esempio più eclatante rappresentato dalla bonifica delle Paludi Pontine. La svolta imperialista prima, e poi, nel 1940, l'ingresso dell'Italia in guerra a fianco della Germania comportarono da un lato un forte indebolimento della lotta alla malaria, dall'altro una recrudescenza del morbo tra il 1941 e il 1945. Solo a seguito della fina della guerra, la macchina antimalarica vedrà il suo culmine con l'arrivo di un potentissimo insetticida, il DDT. In ogni caso, il DDT e una serie articolata di iniziative ad ampio spettro sulle aree a rischio, consentirono dopo venti anni dalla fine della guerra di affermare che in Italia la malaria era stata sconfitta su tutto il territorio nazionale

LA MALARIA IN ITALIA FRA ETA' MODERNA E CONTEMPORANEA. PROFILI DELLA SUA RILEVANZA POLITICA E SOCIALE.

CHIOCCHETTI, MATTIA
2019/2020

Abstract

LA MALARIA IN ITALIA FRA ETA' MODERNA E CONTEMPORANEA. L'elaborato prende in considerazione lo stato della classe contadina e dei lavoratori fra l'età moderna e contemporanea, che soffriva particolarmente il peso di molti gravami patologici, come le febbri intermittenti, atassiche e perniciose. In particolar modo affronta una delle malattie più gravi e diffuse nel nostro Paese nel periodo, appunto la malaria. La questione della malattia malariologica è di estremo interesse in quanto evidenzia non solo lo stato di salute precario della popolazione contadina di allora ma altresì l'arretratezza della produzione agricola, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali ed umane e l'inadeguatezza in merito della normativa legislativa. Si rappresenta come la malaria sia una malattia sociale e professionale strettamente legata alla povertà e alla negligenza della società, in quanto è favorita da numerosi fattori, fra cui lo sfruttamento sul lavoro, l'inadeguatezza delle sistemazioni abitative, le carenze alimentari, l'analfabetismo, gli spostamenti da un luogo all'altro, la guerra e il degrado ecologico. Aspetto particolarmente osservato e conosciuto come «questione meridionale». L'elaborato si sviluppa con l'analisi della storia e della scoperta della malattia, per arrivare a definire come la società del tempo riesce a prendere effettivamente coscienza la vera entità del problema. Il momento di confine nella storia della malaria si ha quando si sviluppa l'evoluzione della teoria della trasmissione del morbo e la sua definizione da parte del mondo scientifico del parassita responsabile della trasmissione, ovvero la zanzara anofele. A seguito di ciò e di innumerevoli sperimentazioni sarà impiegato come profilassi il chinino e si inizieranno a produrre attività di reale mobilitazione contro la malattia creando sinergie tra Stato, Comuni e classe medica. E' l'inizio di una vera e propria campagna antimalarica nel Paese. A fianco delle attività a carattere medico-sanitario è in questa fase storica che nasce nell'opinione pubblica l'idea di sostenere i diritti dei lavoratori per ottenere migliori condizioni sanitarie e economiche e promuovere l'istruzione universale. Ma l'ingresso dell'Italia in guerra il 24 maggio 1915 arresterà del tutto questa tendenza positiva. Lo scoppio della guerra rappresenta una vera catastrofe, perché si verifica proprio nel momento in cui per i poveri della campagne italiane si profilava la speranza di un futuro migliore. Alla lotta alla malaria vennero sottratti finanziamenti, ricercatori, medici, insegnanti, volontari, perché tutte le risorse vennero ingoiate nello sforzo bellico. La questione malarica crescerà talmente tanto che diventerà negli anni a seguire uno degli aspetti centrali della politica fascista. Ciò avrà sfocio nel suo esempio più eclatante rappresentato dalla bonifica delle Paludi Pontine. La svolta imperialista prima, e poi, nel 1940, l'ingresso dell'Italia in guerra a fianco della Germania comportarono da un lato un forte indebolimento della lotta alla malaria, dall'altro una recrudescenza del morbo tra il 1941 e il 1945. Solo a seguito della fina della guerra, la macchina antimalarica vedrà il suo culmine con l'arrivo di un potentissimo insetticida, il DDT. In ogni caso, il DDT e una serie articolata di iniziative ad ampio spettro sulle aree a rischio, consentirono dopo venti anni dalla fine della guerra di affermare che in Italia la malaria era stata sconfitta su tutto il territorio nazionale
ITA
MALARIA IN ITALY BETWEEN THE MODERN AND CONTEMPORARY AGES. POLITICAL AND SOCIAL RELEVANCE PROFILES. The thesis takes into account the state of the peasant class and workers between the modern and contemporary ages, which suffered particularly from the weight of many pathological burdens, such as intermittent, ataxic and pernicious fevers. In particular, it deals with one of the most serious and widespread diseases in our country in the period, precisely malaria. The issue of malariological disease is of great interest because it highlights not only the precarious state of health of the peasant population, but also the backwardness of agricultural production, the indiscriminate exploitation of natural and human resources and the inadequacy of legislation in this regard. Malaria is a social and professional disease closely linked to poverty and neglect of society, as it is favoured by numerous factors, including exploitation at work, inadequate housing, food shortages, illiteracy, travel from one place to another, war and ecological degradation. This aspect is particularly observed and known as the 'southern question'. The thesis develops with the analysis of the history and discovery of the disease, and finally it defines how the society of the time manages to effectively become aware of the true extent of the problem. The boundary moment in the history of malaria occurs when the evolution of the theory of transmission of the disease develops and its definition by the scientific world of the parasite responsible for transmission, namely the anopheles mosquito. As a result of this and countless trials, quinine will be used as prophylaxis and real mobilization activities against the disease will begin to be produced, creating synergies between the State, municipalities and the medical class. It is the beginning of a anti-malaria campaign in the country. Alongside medical and health activities, it is at this historic stage that the idea of supporting workers' rights in order to obtain better health and economic conditions and promoting universal education is born in public opinion. But Italy's entry into the war on 24 May 1915 will completely halt this positive trend. The outbreak of war is a real catastrophe, because it is happening at a time when the hope for a better future loomed over the poor in the Italian countryside. In the fight against malaria, funding was taken away, researchers, doctors, teachers, volunteers, because all resources were swallowed up in the war effort. The malarical issue will grow so much that it will become one of the central aspects of fascist politics in the years to come. This will have a result in its most striking example represented by the reclamation of the Pontine Marshes. The imperialist turning point first, and then, in 1940, the entry of Italy into war alongside Germany led on the one hand to a sharp weakening of the fight against malaria, on the other a resurgence of the disease between 1941 and 1945. Only after the end of the war will the antimalarical machine see its culmination with the arrival of a very powerful insecticide, DDT. In any case, the DDT and an articulated series of broad-spectrum initiatives on the areas at risk, allowed twenty years after the end of the war to state that malaria had been defeated throughout italy.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/30046