La finalità di questa tesi è sottolineare l'importanza del sopralluogo giudiziario e della figura del medico legale in tale contesto. L'obiettivo dei primi due capitoli è di esporre l'attività della Polizia Giudiziaria per tutelare e preservare la scena del delitto, le attività fondamentali e le procedure eseguite dalla Polizia Scientifica e la professionalità del medico legale sull'esame su cadavere. L'intento è stato quello di mettere in luce l'attività di tutte le figure professionali che operano nel campo della Medicina Legale e della Polizia Scientifica: vengono descritte le fasi più importanti del sopralluogo e approfonditi alcuni aspetti delle indagini tecniche, relativamente ai protocolli da seguire nell'ambito degli accertamenti della Polizia Scientifica. In particolare, per quelli attinenti al sopralluogo giudiziario e alla conseguente repertazione delle tracce. Nel terzo capitolo si analizzano le impronte digitali e la loro classificazione, l'uso della tecnica del Luminol, illustrando le macchie di sangue e la loro classificazione, l'identificazione genetica attraverso le analisi sul DNA. In questo capitolo si sono esaminate le attività di laboratorio e gli accertamenti cui vengono sottoposti gli elementi materiali rinvenuti e repertati in sede di sopralluogo, che per la garanzia delle informazioni utili per la ricostruzione degli eventi e l'identificazione degli autori del reato, devono essere “trattati” dagli specialisti con cura particolare, data la loro fragilità e il profondo valore che rivestono. Le cronache hanno anche dimostrato come la figura del medico legale costituisca un elemento fondamentale ai fini delle indagini per evitare un inquinamento probatorio, sia per quanto concerne l'accertamento sul cadavere, ma anche per il rilevamento delle tracce di natura biologica poiché la competenza e l'esperienza del patologo forense può far emergere verità nascoste, tra cui una dinamica omicidiaria sulla vittima che inizialmente era stata celata come una “morte naturale”. Inoltre si evince come il mancato intervento del medico legale comporti la perdita di quegli elementi fondamentali per la ricostruzione cronologica, specie di natura tanatocronologica, che non consentono di determinare l'epoca e la circostanza della morte della vittima, rendendo così vano l'impianto accusatorio in ambito processuale. Infatti nel quarto capitolo vengono esposti due casi giudiziari di omicidi efferati che sono stati risolti dopo parecchi anni, in particolare il caso “delitto dell'Olgiata” che ha trovato il suo condannato grazie all'ausilio della nuova metodologia e tecnica analisi sul DNA, nei quali però durante le prime indagini sono stati fatti parecchi errori, sono state riscontrate delle carenze investigative causate da negligenze operative e metodologiche durante i rilievi tecnici sul locus commissi delicti. E' stato analizzato il Delitto di Perugia che ha avuto margini di interpretabilità per cui nel processo i difensori dei due imputati sono riusciti a contestare le risultanze tecniche di laboratorio arrivando addirittura a capovolgere le sorti del giudizio. Infine il capitolo cinque è dedicato a due casi di omicidio ancora non risolti per i quali, nonostante lunghi periodi di indagini, non si hanno ancora degli imputati, anche se l'interesse pubblico tiene sempre accesi i riflettori alla ricerca della verità.
IL SOPRALLUOGO MEDICO LEGALE
CATARINELLA, GIADA
2019/2020
Abstract
La finalità di questa tesi è sottolineare l'importanza del sopralluogo giudiziario e della figura del medico legale in tale contesto. L'obiettivo dei primi due capitoli è di esporre l'attività della Polizia Giudiziaria per tutelare e preservare la scena del delitto, le attività fondamentali e le procedure eseguite dalla Polizia Scientifica e la professionalità del medico legale sull'esame su cadavere. L'intento è stato quello di mettere in luce l'attività di tutte le figure professionali che operano nel campo della Medicina Legale e della Polizia Scientifica: vengono descritte le fasi più importanti del sopralluogo e approfonditi alcuni aspetti delle indagini tecniche, relativamente ai protocolli da seguire nell'ambito degli accertamenti della Polizia Scientifica. In particolare, per quelli attinenti al sopralluogo giudiziario e alla conseguente repertazione delle tracce. Nel terzo capitolo si analizzano le impronte digitali e la loro classificazione, l'uso della tecnica del Luminol, illustrando le macchie di sangue e la loro classificazione, l'identificazione genetica attraverso le analisi sul DNA. In questo capitolo si sono esaminate le attività di laboratorio e gli accertamenti cui vengono sottoposti gli elementi materiali rinvenuti e repertati in sede di sopralluogo, che per la garanzia delle informazioni utili per la ricostruzione degli eventi e l'identificazione degli autori del reato, devono essere “trattati” dagli specialisti con cura particolare, data la loro fragilità e il profondo valore che rivestono. Le cronache hanno anche dimostrato come la figura del medico legale costituisca un elemento fondamentale ai fini delle indagini per evitare un inquinamento probatorio, sia per quanto concerne l'accertamento sul cadavere, ma anche per il rilevamento delle tracce di natura biologica poiché la competenza e l'esperienza del patologo forense può far emergere verità nascoste, tra cui una dinamica omicidiaria sulla vittima che inizialmente era stata celata come una “morte naturale”. Inoltre si evince come il mancato intervento del medico legale comporti la perdita di quegli elementi fondamentali per la ricostruzione cronologica, specie di natura tanatocronologica, che non consentono di determinare l'epoca e la circostanza della morte della vittima, rendendo così vano l'impianto accusatorio in ambito processuale. Infatti nel quarto capitolo vengono esposti due casi giudiziari di omicidi efferati che sono stati risolti dopo parecchi anni, in particolare il caso “delitto dell'Olgiata” che ha trovato il suo condannato grazie all'ausilio della nuova metodologia e tecnica analisi sul DNA, nei quali però durante le prime indagini sono stati fatti parecchi errori, sono state riscontrate delle carenze investigative causate da negligenze operative e metodologiche durante i rilievi tecnici sul locus commissi delicti. E' stato analizzato il Delitto di Perugia che ha avuto margini di interpretabilità per cui nel processo i difensori dei due imputati sono riusciti a contestare le risultanze tecniche di laboratorio arrivando addirittura a capovolgere le sorti del giudizio. Infine il capitolo cinque è dedicato a due casi di omicidio ancora non risolti per i quali, nonostante lunghi periodi di indagini, non si hanno ancora degli imputati, anche se l'interesse pubblico tiene sempre accesi i riflettori alla ricerca della verità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/30033