Il Parco Naturale del Mont Avic è uno dei luoghi in Italia nei quali nidifica la civetta nana (Glaucidium passerinum), relitto glaciale ancora presente sulle Alpi. La specie è di piccole dimensioni ed ha esigenze molto specifiche per la nidificazione, che avviene nella quasi totalità delle volte in vecchi nidi di picchio rosso maggiore (Dendrocopos major). La scarsa quantità di dati riguardanti le civette nane nell'area di studio ha reso necessaria la ricerca attiva dei possibili nidi occupabili in futuro da questa specie. I dati sono stati ottenuti campionando 29 quadrati di 200m di lato, scelti all'interno di una griglia regolare in modo che comprendessero i vari habitat disponibili nel Parco. Per ogni cavità trovata sono stati misurati diversi parametri riguardanti la posizione, la cavità stessa e l’albero sul quale si trovava. Sono stati presi anche dati relativi alle cavità naturali, ai nidi di picchio nero (Dryocopus martius) e agli scavi alimentari di entrambe le specie. Le cavità trovate sono state suddivise in tre categorie: cavità profonde (utilizzate come nido e siti potenziali di nidificazione per altri animali), piccole (troppo poco profonde per essere occupate) e false (poco più di segni alimentari, ma dal profilo regolare). I dati così ottenuti verranno in futuro incrociati con quelli derivanti dal playback e dalle catture, in modo da poter mappare con relativa precisione i territori delle varie coppie di civetta nana che nidificano nel Parco. La ricerca dei dati ha portato a una stima parallela della presenza delle due specie di picchio. Questi uccelli sono importanti nell’ottica della gestione di una foresta di conifere come quella dell'area di studio: il legno delle specie arboree dominanti (il Parco ospita la più estesa foresta valdostana di pini uncinati) è resistente a funghi, batteri e altre fonti di deterioramento, per cui mancano le numerose cavità naturali, presenti invece in abbondanza nelle foreste di latifoglie, necessarie come rifugio, luogo riproduttivo e di scorta di cibo per molte specie animali. Nonostante l’alto numero di cavità trovate (85), 32 di esse si sono rivelate essere false, mentre solo 16 sono cavità sicuramente occupabili. Il numero basso di cavità profonde presenti potrebbero essere motivo di limitazione per quanto riguarda la popolazione delle civette nane, che si ritrovano a occupare territori con pochi nidi potenziali a disposizione. I dati registrati hanno permesso di comprendere i fattori che influenzano maggiormente i picchi nella costruzione di un nido: si è visto come siano importanti soprattutto il grado di decomposizione dell’albero (anche se i risultati sono fortemente contrastanti con quanto riportato in letteratura), l’altezza dal suolo alla quale si trova la cavità e l’orientazione della sua apertura. Altri fattori, come la specie dell’albero o la sua circonferenza, hanno portato a risultati meno netti.

Distribuzione delle cavità naturali e scavate da picchi nel Parco Naturale del Mont Avic e utilizzo potenziale da parte della civetta nana (Glaucidium passerinum L., 1758)

TEVERE, ILARIA
2019/2020

Abstract

Il Parco Naturale del Mont Avic è uno dei luoghi in Italia nei quali nidifica la civetta nana (Glaucidium passerinum), relitto glaciale ancora presente sulle Alpi. La specie è di piccole dimensioni ed ha esigenze molto specifiche per la nidificazione, che avviene nella quasi totalità delle volte in vecchi nidi di picchio rosso maggiore (Dendrocopos major). La scarsa quantità di dati riguardanti le civette nane nell'area di studio ha reso necessaria la ricerca attiva dei possibili nidi occupabili in futuro da questa specie. I dati sono stati ottenuti campionando 29 quadrati di 200m di lato, scelti all'interno di una griglia regolare in modo che comprendessero i vari habitat disponibili nel Parco. Per ogni cavità trovata sono stati misurati diversi parametri riguardanti la posizione, la cavità stessa e l’albero sul quale si trovava. Sono stati presi anche dati relativi alle cavità naturali, ai nidi di picchio nero (Dryocopus martius) e agli scavi alimentari di entrambe le specie. Le cavità trovate sono state suddivise in tre categorie: cavità profonde (utilizzate come nido e siti potenziali di nidificazione per altri animali), piccole (troppo poco profonde per essere occupate) e false (poco più di segni alimentari, ma dal profilo regolare). I dati così ottenuti verranno in futuro incrociati con quelli derivanti dal playback e dalle catture, in modo da poter mappare con relativa precisione i territori delle varie coppie di civetta nana che nidificano nel Parco. La ricerca dei dati ha portato a una stima parallela della presenza delle due specie di picchio. Questi uccelli sono importanti nell’ottica della gestione di una foresta di conifere come quella dell'area di studio: il legno delle specie arboree dominanti (il Parco ospita la più estesa foresta valdostana di pini uncinati) è resistente a funghi, batteri e altre fonti di deterioramento, per cui mancano le numerose cavità naturali, presenti invece in abbondanza nelle foreste di latifoglie, necessarie come rifugio, luogo riproduttivo e di scorta di cibo per molte specie animali. Nonostante l’alto numero di cavità trovate (85), 32 di esse si sono rivelate essere false, mentre solo 16 sono cavità sicuramente occupabili. Il numero basso di cavità profonde presenti potrebbero essere motivo di limitazione per quanto riguarda la popolazione delle civette nane, che si ritrovano a occupare territori con pochi nidi potenziali a disposizione. I dati registrati hanno permesso di comprendere i fattori che influenzano maggiormente i picchi nella costruzione di un nido: si è visto come siano importanti soprattutto il grado di decomposizione dell’albero (anche se i risultati sono fortemente contrastanti con quanto riportato in letteratura), l’altezza dal suolo alla quale si trova la cavità e l’orientazione della sua apertura. Altri fattori, come la specie dell’albero o la sua circonferenza, hanno portato a risultati meno netti.
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