La mia tesi finale avrà come obbiettivo quello di sostenere che, il lavoro all’interno del carcere è da ritenersi come funzione rieducativa della pena. Partendo dall’articolo 27 comma 2 della Costituzione prevede che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”, con questa espressione si deve intendere l’aiuto al soggetto perché si possa predisporre ad un nuovo inserimento nella società, sulla base del recupero del significato della convivenza e della legalità. Quello del lavoro carcerario è uno dei temi che meglio mette in evidenza le contraddizioni e le ambiguità che circondano, nelle nostre società, la funzione della pena, il ruolo del carcere e lo status dei detenuti. Quello che ci chiediamo, è: la pena detentiva, ha come funzione, quella di punire il condannato o, quella del reinserimento dello stesso?. Partiremo con il primo capito, i diritti dei detenuti, il diritto alla salute, il diritto all’affettività, il diritto di culto, il diritto all’istruzione e infine il diritto al lavoro. Approfondiremo questi diritti che, in modo particolare acquistano rilievo, in questo campo Noi in particolar modo, ci concentreremo sul diritto al lavoro all’interno del carcere, come finalità rieducativa. Nel secondo capitolo, faremo un excursus sull’evoluzione dell’ordinamento penitenziario. Tratteremo in primo luogo delle origini del lavoro penitenziario, partendo dal regolamento del 1931. Si analizzeranno, le innovazioni apportate dalla legge 354 del 1975 e dalla legge 663 del 1989, la cosiddetta legge Gozzini . L’ultimo aspetto di cui tratteremo è quello relativo la legge 193 del 2000, la cosiddetta legge Smuraglia, per poi concludere con la recente pronuncia della Corte costituzionale, la sentenza 341/2006, che inaugura, forse, un nuovo corso ed approccio al lavoro penitenziario. Infine, nel terzo ed ultimo capitolo, il lavoro all’intero del carcere come finalità rieducativa, parleremo del lavoro interno ed esterno, l’organizzazione del lavoro all’interno del carcere, quali sono i criteri di assegnazione del lavoro, la durata del rapporto di lavoro e la remunerazione del detenuto.

I DIRITTI DEL DETENUTO NELLA GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE: IL LAVORO COME FUNZIONE RIEDUCATIVA DELLA PENA

DE GIUSEPPE, GIADA
2019/2020

Abstract

La mia tesi finale avrà come obbiettivo quello di sostenere che, il lavoro all’interno del carcere è da ritenersi come funzione rieducativa della pena. Partendo dall’articolo 27 comma 2 della Costituzione prevede che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”, con questa espressione si deve intendere l’aiuto al soggetto perché si possa predisporre ad un nuovo inserimento nella società, sulla base del recupero del significato della convivenza e della legalità. Quello del lavoro carcerario è uno dei temi che meglio mette in evidenza le contraddizioni e le ambiguità che circondano, nelle nostre società, la funzione della pena, il ruolo del carcere e lo status dei detenuti. Quello che ci chiediamo, è: la pena detentiva, ha come funzione, quella di punire il condannato o, quella del reinserimento dello stesso?. Partiremo con il primo capito, i diritti dei detenuti, il diritto alla salute, il diritto all’affettività, il diritto di culto, il diritto all’istruzione e infine il diritto al lavoro. Approfondiremo questi diritti che, in modo particolare acquistano rilievo, in questo campo Noi in particolar modo, ci concentreremo sul diritto al lavoro all’interno del carcere, come finalità rieducativa. Nel secondo capitolo, faremo un excursus sull’evoluzione dell’ordinamento penitenziario. Tratteremo in primo luogo delle origini del lavoro penitenziario, partendo dal regolamento del 1931. Si analizzeranno, le innovazioni apportate dalla legge 354 del 1975 e dalla legge 663 del 1989, la cosiddetta legge Gozzini . L’ultimo aspetto di cui tratteremo è quello relativo la legge 193 del 2000, la cosiddetta legge Smuraglia, per poi concludere con la recente pronuncia della Corte costituzionale, la sentenza 341/2006, che inaugura, forse, un nuovo corso ed approccio al lavoro penitenziario. Infine, nel terzo ed ultimo capitolo, il lavoro all’intero del carcere come finalità rieducativa, parleremo del lavoro interno ed esterno, l’organizzazione del lavoro all’interno del carcere, quali sono i criteri di assegnazione del lavoro, la durata del rapporto di lavoro e la remunerazione del detenuto.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
808424_tesicompletalaureatriennale.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 799.71 kB
Formato Adobe PDF
799.71 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/29749