The aim of thesis is to describe and characterize the structure and petrogenesis of the barite vein ores (BVO) of Cortabbio di Primaluna (Valsassina, Lecco). This kind of study has never been carried out for this site and it could be the basis for future, more strictly metallogenic, works. In fact, a correlation between this site and the other ore deposits of the lombardian Southern Alps is difficult because of the few, usually dated, bibliography. A preliminary district-scale geological survey in the area around Primaluna was followed by a detailed geological mapping resulting in two maps (at the scale of 1:5000) of the area around the old mines as well as a topographical and geological survey of the mining adits. Petrographic analysis on 30 thin sections and Raman microspectroscopy on a selected suite of samples characterized the geological framework of the area hosting the BVO. The BVO are hosted in the Morbegno Gneisses, and also cross the stratigraphic discordance that separates the Verrucano Lombardo from the basement rocks. The BVO consist of sub-vertical barite-ankerite-siderite-quartz and sulphides m-thick veins. They resulted from two main stages of crystallization, and their emplacement can be attributed to two families of ancient faults, sealed by the Verrucano Lombardo. An intense hydrothermal alteration affected the host rock at the contact with the BVO. Muscovite-ankerite-anatase-siderite assemblages altered the basement rocks, and quartz-sulphides-cerussite and lesser barite paragenesis altered the Verrucano Lombardo, thus indicating a mesothermal alteration. These investigations allowed to find inedited evidences able to better characterize the tectonostratigraphic context hosting the ores and to insert the Primaluna metallogenic event in the geodynamic framework of the lombardian Southern Alps between the end of the Variscan cycle and the beginning of the Alpine one. An early stage of crystallization, is responsible for the emplacement of veins mainly constituted by barite, siderite, ankerite, quartz and sulphides, that affect only the Morbegno Gneisses. Instead, a late stage is responsible for the emplacement of veins (structurally related to the previous veins) mainly constituted by barite and sulphides, that affect both the Morbegno Gneisses and the Verrucano Lombardo. Among the possible genetic scenarios, the most credible and intriguing one considers the deposition of the early veins as related to the late-Variscan Permian plutonism present in the area (Val Biandino Qz-diorite and Valle San Biagio Granite), and the deposition of the late veins as related to the thermal event affecting the lower and intermediated crust during the middle Triassic, interpreted as the very-early stage of the Tethyan-related extensional tectonics.
Lo scopo della presente tesi è stato descrivere e caratterizzare le mineralizzazioni in vene a barite di Cortabbio di Primaluna (Valsassina, Lecco), da un punto di vista geologico-strutturale, petrografico e giacimentologico. Risulta infatti assai difficile correlare il sito con altre manifestazioni metallogeniche delle Alpi Lombarde, in quanto la bibliografia su Primaluna risulta datata o inesistente (per quanto riguarda lavori giacimentologici su larga scala nel Dominio Subalpino lombardo), sito-specifica e a carattere prettamente censitario. Proprio queste mancanze hanno permesso di intraprendere a Primaluna uno studio preliminare ad ampio spettro, di fatto mai operato prima d'ora, e sulla base del quale si auspica possano svilupparsi futuri lavori più strettamente metallogenici. Un'approfondita indagine di terreno (in superficie e in sottosuolo) ha permesso la produzione di due carte dell'area nei dintorni delle vecchie miniere e di un rilievo geologico-topografico degli scavi minerari. Il campionamento ha reso possibile la realizzazione di n° 30 sezioni sottili, utili ad una successiva dettagliata analisi petrografica, supportata anche da 40 analisi puntuali in microspettroscopia Raman. Questo studio ha permesso innanzitutto di caratterizzare il contesto tettono-stratigrafico ospitante le mineralizzazioni, riscontrando a riguardo evidenze inedite, utili soprattutto alla collocazione dell'evento metallogenico di Primaluna nel quadro geodinamico del Subalpino lombardo tra la fine del ciclo Varisico e l'inizio di quello Alpino. Infatti, oltre ad essere contenute negli Gneiss di Morbegno, le mineralizzazioni interessano anche il Verrucano Lombardo, attraversando la discordanza stratigrafica che lo separa dal basamento. È stato possibile inoltre definire le mineralizzazioni in oggetto come vein barite deposit, costituite da vene subverticali di potenza metrica a barite-ankerite-siderite-quarzo e solfuri. Queste sarebbero il risultato di due principali stadi di precipitazione, mentre il controllo strutturale sul giacimento sarebbe ad opera di due famiglie di paleofaglie sigillate dal Verrucano Lombardo. Si è potuta altresì riconoscere un'intensa alterazione idrotermale nella roccia incassante strettamente a contatto con la mineralizzazione. Questa alterazione è caratterizzata per lo più da una paragenesi a muscovite, ankerite, anatasio, siderite (nel basamento) e da una a quarzo, solfuri, cerussite e minore barite (nel Verrucano Lombardo), entrambe indicatrici di un ambiente mesotermale al limite con l'epitermale. È stato possibile infine avanzare ipotesi circa la genesi del giacimento, suggerendo diversi scenari. Quello più interessante interpreterebbe il primo stadio di precipitazione (a barite-siderite-ankerite quarzo e solfuri) come legato al plutonismo tardo-varisico (Permiano superiore-Triassico inferiore). Il secondo stadio (ad abbondante barite e minori solfuri), sarebbe invece legato ad un evento termico osservato nella crosta intermedia e profonda durante il Triassico medio-superiore, occorso in relazione alle prime fasi della tettonica estensionale tetidea.
LE MINERALIZZAZIONI A BARITE DELLE MINIERE DI PRIMALUNA (VALSASSINA – LECCO, ITALIA): RELAZIONE TRA CARATTERI GEOLOGICO-PETROGRAFICI E GIACIMENTOLOGICI
FIORI, NICOLÒ
2019/2020
Abstract
Lo scopo della presente tesi è stato descrivere e caratterizzare le mineralizzazioni in vene a barite di Cortabbio di Primaluna (Valsassina, Lecco), da un punto di vista geologico-strutturale, petrografico e giacimentologico. Risulta infatti assai difficile correlare il sito con altre manifestazioni metallogeniche delle Alpi Lombarde, in quanto la bibliografia su Primaluna risulta datata o inesistente (per quanto riguarda lavori giacimentologici su larga scala nel Dominio Subalpino lombardo), sito-specifica e a carattere prettamente censitario. Proprio queste mancanze hanno permesso di intraprendere a Primaluna uno studio preliminare ad ampio spettro, di fatto mai operato prima d'ora, e sulla base del quale si auspica possano svilupparsi futuri lavori più strettamente metallogenici. Un'approfondita indagine di terreno (in superficie e in sottosuolo) ha permesso la produzione di due carte dell'area nei dintorni delle vecchie miniere e di un rilievo geologico-topografico degli scavi minerari. Il campionamento ha reso possibile la realizzazione di n° 30 sezioni sottili, utili ad una successiva dettagliata analisi petrografica, supportata anche da 40 analisi puntuali in microspettroscopia Raman. Questo studio ha permesso innanzitutto di caratterizzare il contesto tettono-stratigrafico ospitante le mineralizzazioni, riscontrando a riguardo evidenze inedite, utili soprattutto alla collocazione dell'evento metallogenico di Primaluna nel quadro geodinamico del Subalpino lombardo tra la fine del ciclo Varisico e l'inizio di quello Alpino. Infatti, oltre ad essere contenute negli Gneiss di Morbegno, le mineralizzazioni interessano anche il Verrucano Lombardo, attraversando la discordanza stratigrafica che lo separa dal basamento. È stato possibile inoltre definire le mineralizzazioni in oggetto come vein barite deposit, costituite da vene subverticali di potenza metrica a barite-ankerite-siderite-quarzo e solfuri. Queste sarebbero il risultato di due principali stadi di precipitazione, mentre il controllo strutturale sul giacimento sarebbe ad opera di due famiglie di paleofaglie sigillate dal Verrucano Lombardo. Si è potuta altresì riconoscere un'intensa alterazione idrotermale nella roccia incassante strettamente a contatto con la mineralizzazione. Questa alterazione è caratterizzata per lo più da una paragenesi a muscovite, ankerite, anatasio, siderite (nel basamento) e da una a quarzo, solfuri, cerussite e minore barite (nel Verrucano Lombardo), entrambe indicatrici di un ambiente mesotermale al limite con l'epitermale. È stato possibile infine avanzare ipotesi circa la genesi del giacimento, suggerendo diversi scenari. Quello più interessante interpreterebbe il primo stadio di precipitazione (a barite-siderite-ankerite quarzo e solfuri) come legato al plutonismo tardo-varisico (Permiano superiore-Triassico inferiore). Il secondo stadio (ad abbondante barite e minori solfuri), sarebbe invece legato ad un evento termico osservato nella crosta intermedia e profonda durante il Triassico medio-superiore, occorso in relazione alle prime fasi della tettonica estensionale tetidea.File | Dimensione | Formato | |
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