Il 18 Gennaio 2020 l'Italia annuncia il primo caso di contagio sul suolo Nazionale e poco meno di due mesi dopo, il 9 Marzo 2020, la “zona rossa” si estenderà dalla Lombardia all'intera Nazione. Nell'intenso periodo di lock down che il nostro Stato si ritroverà ad affrontare nei 100 (e più) giorni successivi, i media assumeranno un ruolo essenziale non solo come collante sociale o come fonte di informazione primaria, ma anche come strumento istituzionale e di diffusione della comunicazione scientifica e medica. I sistemi comunicativi hanno svolto in sostanza un ruolo chiave all'interno della gestione del Covid, portando allo sviluppo di nuovi modelli di comunicazione istituzionale e di emergenza e rivoluzionando la nostra concezione di “comunicazione digitale”. Allo stesso tempo l'utilizzo scorretto di queste tecnologie ha portato ad una vera e propria infodemia che ha contribuito ad accrescere la psicosi collettiva e si è rivelata un nemico da cui difendersi. L'obbiettivo primario di questo studio è di portare alla luce e di analizzare, dopo una breve esplicazione su che cosa sia effettivamente una “situazione di crisi” e l'importanza dell'informare correttamente in queste casistiche, i fattori chiavi della comunicazione utilizzata dalle istituzioni, dalla politica e dalla medicina per contrastare l'emergenza sanitaria e, di conseguenza, i nuovi strumenti e le nuove tecnologie che sono state richieste da circostanze mai viste nella nostra storia. Si cercherà di portare alla luce i risultati e le azioni intraprese dalle istituzioni grazie alla cooperazione con i principali canali mediali e ci si soffermerà sulle gaffe comunicative e sulla generale percezione degli utenti sulla qualità (e soprattutto sulla quantità) di informazioni trasmesse.

COVID-19: tra comunicazione di crisi ed infodemia. Il caso italiano

SAGLIETTI, ERIKA
2019/2020

Abstract

Il 18 Gennaio 2020 l'Italia annuncia il primo caso di contagio sul suolo Nazionale e poco meno di due mesi dopo, il 9 Marzo 2020, la “zona rossa” si estenderà dalla Lombardia all'intera Nazione. Nell'intenso periodo di lock down che il nostro Stato si ritroverà ad affrontare nei 100 (e più) giorni successivi, i media assumeranno un ruolo essenziale non solo come collante sociale o come fonte di informazione primaria, ma anche come strumento istituzionale e di diffusione della comunicazione scientifica e medica. I sistemi comunicativi hanno svolto in sostanza un ruolo chiave all'interno della gestione del Covid, portando allo sviluppo di nuovi modelli di comunicazione istituzionale e di emergenza e rivoluzionando la nostra concezione di “comunicazione digitale”. Allo stesso tempo l'utilizzo scorretto di queste tecnologie ha portato ad una vera e propria infodemia che ha contribuito ad accrescere la psicosi collettiva e si è rivelata un nemico da cui difendersi. L'obbiettivo primario di questo studio è di portare alla luce e di analizzare, dopo una breve esplicazione su che cosa sia effettivamente una “situazione di crisi” e l'importanza dell'informare correttamente in queste casistiche, i fattori chiavi della comunicazione utilizzata dalle istituzioni, dalla politica e dalla medicina per contrastare l'emergenza sanitaria e, di conseguenza, i nuovi strumenti e le nuove tecnologie che sono state richieste da circostanze mai viste nella nostra storia. Si cercherà di portare alla luce i risultati e le azioni intraprese dalle istituzioni grazie alla cooperazione con i principali canali mediali e ci si soffermerà sulle gaffe comunicative e sulla generale percezione degli utenti sulla qualità (e soprattutto sulla quantità) di informazioni trasmesse.
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