This study concerns the restoration of a kinetic-luminous artwork whose artistic meaning was lost due to the malfunction of the internal mechanism. The restorarion involved a rediscovery of the artist, named Giorgio Giusti, through a technical and archival research that demonstrated the peculiarity of his works, baptized by Peggy Guggenheim as Giusti's Dreams and now preserved in different archives, such as the Guggenheim collection, the GNAM in Rome and other Italian and foreign institutions, well described in the artist's records foundend in the studio. This type of 'luminous kinetic painting' was produced by the artist towards the end of the 1960s; starting from similar projects such as Frank J. Malina's Elettropaintings, Giorgio Giusti developed an engineering project with the purpose to reproduce the perpetual motion through the synchronous and multidirectional movement of all the internal components. In order to re-functionalize a work that had lost its aesthetic value, it was established to proceed step by step with the aim to pinpoint the source of the damage and, at the same time, to focus the production and assembly technique. The ultimate solution to fully understand the nature and state of conservation was the gradual dismantling of the artwork until the internal dashboard was reached. This operation was carried out after the study of the frame's assembly together with the mechanical components and it eventually allowed the removal of the painted films and the reaching of the internal lighting system. A replacement of incandescent bulbs was later planned by referring to the most recent theories of intervention in the restoration's field of kinetic artworks. Moreover, an assesment on the compatibility of the new light sources using a special spectrophotometric measurement was held. The disassembly of the components gave the opportunity for the maintenance of the gears and for the replacement of the transmission belt made of rope. The restoration of the damaged painted film has requested an experimentation in order to widen the field of research on both Mylar®'s support and painted surface. Thanks to the materials recovered in the artist's studio, it was possible to identify the solubility ranges of the support and, through a reproduction of the decorative technique of the painted films, those of the nitrocellulose paint and alcoholic inks were discovered too. Furthermore, several Mylar® samples were made to investigate, by tensile strength and rotation's tests ran on a sliding rollers' model, the most suitable adhesive to glue together the structural integration to the damaged perimeter of the painted film. Finally, the bonding surface was supported by a 3M tape, usually involved in cinematographic film's restoration, selected following specific artwork internal temperature's tests. Due to the recent ministerial dispositions related to the contingent health situation, the fulfilment of the restoration's project has not been possible, however, the accurate cognitive phase carried out previously allowed to program and to timetable the remaining operations, in the hope to have soon the possibility to reactivate the artwork.

Il presente caso di studio tratta il restauro di un'opera cinetico-luminosa della quale il significato artistico risultava ormai annullato a causa del malfunzionamento interno del meccanismo. L'intervento ha comportato una riscoperta dell'artista Giorgio Giusti attraverso una ricerca tecnica e archivistica che ha dimostrato la peculiarità del suo lavoro, battezzato da Peggy Guggenheim col nome di Giusti's Dreams e oggi conservato negli archivi della collezione Guggenheim, della GNAM di Roma e da altre ancora istituzioni italiane ed estere rinvenute dai registri contabili del suo studio. Questa tipologia di 'pittura cinetico luminosa' venne prodotta dall'artista verso la fine degli anni Sessanta sulla base di una ricerca ingegneristica che, partendo da simili progetti del suo tempo come quello di Frank J. Malina, sviluppa il moto perpetuo attraverso il movimento sincrono e multidirezionale di tutte le componenti interne. Al fine di rifunzionalizzare un'opera che aveva ormai perso la sua valenza estetica a causa del guasto di alcuni delle sue componenti interne, si è proceduto per fasi in modo da focalizzare l'origine del problema e al tempo stesso chiarire la tecnica esecutiva. Il graduale smontaggio fino alla plancia interna è risultato in ultima analisi l'unica soluzione per comprendere a pieno la natura e lo stato di conservazione dell'opera. L'operazione si è eseguita previo studio dell'assemblaggio del telaio con le componenti meccaniche e ha permesso infine l'asportazione dei nastri dipinti e il raggiungimento del sistema interno d'illuminazione. Avvalendosi delle recenti teorie d'intervento in merito al restauro di opere cinetiche è stata poi pianificata una sostituzione delle lampadine a incandescenza verificando la compatibilità delle nuove sorgenti con apposite misurazioni spettrofotometriche. In occasione dello smontaggio delle componenti si è inoltre prevista una manutenzione dei meccanismi e la sostituzione di una cinghia di trasmissione in corda. Per il restauro del nastro danneggiato si è invece avviata una sperimentazione al fine di allargare il campo di ricerca in merito alla conservazione del supporto in Mylar® e della relativa superficie pittorica. Grazie al materiale recuperato nell'atelier dell'artista è stato possibile individuare l'intervallo di solubilità del supporto e, tramite una riproduzione della tecnica decorativa del nastro, si è potuto stimare anche quella della vernice alla nitrocellulosa e degli inchiostri alcolici. Successivamente sono stati effettuati dei provini per individuare, tramite test di tenuta e rotazione su un apposito sistema di rulli, l'adesivo più idoneo per ricongiungere l'integrazione strutturale al perimetro danneggiato del nastro dipinto. Quest'ultima è stata infine supportata da un nastro 3M, utilizzato nel restauro cinematografico, selezionato a seguito di opportune verifiche rispetto le temperature individuate all'interno dell'opera. A causa delle recenti disposizioni ministeriali, dovute alla contingente situazione sanitaria, non è stato possibile portare a termine le operazioni di restauro, tuttavia, l'accurata fase conoscitiva svolta in precedenza ha permesso di programmarle e calendarizzarle tutte, nella speranza di avere presto la possibilità di procedere con la riattivazione.

La riattivazione di un'opera cinetico luminosa di Giorgio Giusti. Studio della logica progettuale, intervento di ripristino degli elementi non più funzionanti e restauro dei nastri dipinti

BORRELLI, ADRIANO
2018/2019

Abstract

Il presente caso di studio tratta il restauro di un'opera cinetico-luminosa della quale il significato artistico risultava ormai annullato a causa del malfunzionamento interno del meccanismo. L'intervento ha comportato una riscoperta dell'artista Giorgio Giusti attraverso una ricerca tecnica e archivistica che ha dimostrato la peculiarità del suo lavoro, battezzato da Peggy Guggenheim col nome di Giusti's Dreams e oggi conservato negli archivi della collezione Guggenheim, della GNAM di Roma e da altre ancora istituzioni italiane ed estere rinvenute dai registri contabili del suo studio. Questa tipologia di 'pittura cinetico luminosa' venne prodotta dall'artista verso la fine degli anni Sessanta sulla base di una ricerca ingegneristica che, partendo da simili progetti del suo tempo come quello di Frank J. Malina, sviluppa il moto perpetuo attraverso il movimento sincrono e multidirezionale di tutte le componenti interne. Al fine di rifunzionalizzare un'opera che aveva ormai perso la sua valenza estetica a causa del guasto di alcuni delle sue componenti interne, si è proceduto per fasi in modo da focalizzare l'origine del problema e al tempo stesso chiarire la tecnica esecutiva. Il graduale smontaggio fino alla plancia interna è risultato in ultima analisi l'unica soluzione per comprendere a pieno la natura e lo stato di conservazione dell'opera. L'operazione si è eseguita previo studio dell'assemblaggio del telaio con le componenti meccaniche e ha permesso infine l'asportazione dei nastri dipinti e il raggiungimento del sistema interno d'illuminazione. Avvalendosi delle recenti teorie d'intervento in merito al restauro di opere cinetiche è stata poi pianificata una sostituzione delle lampadine a incandescenza verificando la compatibilità delle nuove sorgenti con apposite misurazioni spettrofotometriche. In occasione dello smontaggio delle componenti si è inoltre prevista una manutenzione dei meccanismi e la sostituzione di una cinghia di trasmissione in corda. Per il restauro del nastro danneggiato si è invece avviata una sperimentazione al fine di allargare il campo di ricerca in merito alla conservazione del supporto in Mylar® e della relativa superficie pittorica. Grazie al materiale recuperato nell'atelier dell'artista è stato possibile individuare l'intervallo di solubilità del supporto e, tramite una riproduzione della tecnica decorativa del nastro, si è potuto stimare anche quella della vernice alla nitrocellulosa e degli inchiostri alcolici. Successivamente sono stati effettuati dei provini per individuare, tramite test di tenuta e rotazione su un apposito sistema di rulli, l'adesivo più idoneo per ricongiungere l'integrazione strutturale al perimetro danneggiato del nastro dipinto. Quest'ultima è stata infine supportata da un nastro 3M, utilizzato nel restauro cinematografico, selezionato a seguito di opportune verifiche rispetto le temperature individuate all'interno dell'opera. A causa delle recenti disposizioni ministeriali, dovute alla contingente situazione sanitaria, non è stato possibile portare a termine le operazioni di restauro, tuttavia, l'accurata fase conoscitiva svolta in precedenza ha permesso di programmarle e calendarizzarle tutte, nella speranza di avere presto la possibilità di procedere con la riattivazione.
ITA
This study concerns the restoration of a kinetic-luminous artwork whose artistic meaning was lost due to the malfunction of the internal mechanism. The restorarion involved a rediscovery of the artist, named Giorgio Giusti, through a technical and archival research that demonstrated the peculiarity of his works, baptized by Peggy Guggenheim as Giusti's Dreams and now preserved in different archives, such as the Guggenheim collection, the GNAM in Rome and other Italian and foreign institutions, well described in the artist's records foundend in the studio. This type of 'luminous kinetic painting' was produced by the artist towards the end of the 1960s; starting from similar projects such as Frank J. Malina's Elettropaintings, Giorgio Giusti developed an engineering project with the purpose to reproduce the perpetual motion through the synchronous and multidirectional movement of all the internal components. In order to re-functionalize a work that had lost its aesthetic value, it was established to proceed step by step with the aim to pinpoint the source of the damage and, at the same time, to focus the production and assembly technique. The ultimate solution to fully understand the nature and state of conservation was the gradual dismantling of the artwork until the internal dashboard was reached. This operation was carried out after the study of the frame's assembly together with the mechanical components and it eventually allowed the removal of the painted films and the reaching of the internal lighting system. A replacement of incandescent bulbs was later planned by referring to the most recent theories of intervention in the restoration's field of kinetic artworks. Moreover, an assesment on the compatibility of the new light sources using a special spectrophotometric measurement was held. The disassembly of the components gave the opportunity for the maintenance of the gears and for the replacement of the transmission belt made of rope. The restoration of the damaged painted film has requested an experimentation in order to widen the field of research on both Mylar®'s support and painted surface. Thanks to the materials recovered in the artist's studio, it was possible to identify the solubility ranges of the support and, through a reproduction of the decorative technique of the painted films, those of the nitrocellulose paint and alcoholic inks were discovered too. Furthermore, several Mylar® samples were made to investigate, by tensile strength and rotation's tests ran on a sliding rollers' model, the most suitable adhesive to glue together the structural integration to the damaged perimeter of the painted film. Finally, the bonding surface was supported by a 3M tape, usually involved in cinematographic film's restoration, selected following specific artwork internal temperature's tests. Due to the recent ministerial dispositions related to the contingent health situation, the fulfilment of the restoration's project has not been possible, however, the accurate cognitive phase carried out previously allowed to program and to timetable the remaining operations, in the hope to have soon the possibility to reactivate the artwork.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/29524