Purpose of the work is to inquire into the linguistic features of Cesare Pavese’s diary writing. The analysis of the youth diary is shortly introduced by a brief discussion about the writings of the self that may have represented a model for the writer. The diary has been written between 1926 and 1928, it consists of three draftings and some outlines. The work has been organized in two parts: variants and language. At first we have been exploring the synchrony of each individual manuscript and the diachrony of the editorial process as a whole, than the analysis has proceeded with the study of the writing of the youthful ego of Pavese, based on what can be considered the last will of the writer (called Ms3). From the prehistory of Pavese’s diaristic writing, in the fourth chapter, we have moved on to analyze the major diary, “Il mestiere di vivere”. Through a linguistic analysis, which is specular from a structural point of view to the one performed in the youthful diary, it has been investigated the evolution of the ego between 1935 and 1938, through a study of the peculiar attributes of the writing about oneself of a writer who, with his diary, “creates and personifies its own myth”.
Il lavoro si pone l’obiettivo di indagare le caratteristiche linguistiche della scrittura diaristica di Cesare Pavese. A una breve trattazione sulle scritture dell’io che possono aver rappresentato dei modelli per lo scrittore, segue l’analisi del diario giovanile. Redatto all’incirca tra il 1926 e il 1928, esso consta di tre stesure e di alcune bozze. Il lavoro è stato strutturato in due parti: varianti e lingua. Dapprima si sono approfondite la sincronia di ogni singolo manoscritto e la diacronia del percorso redazionale nel suo complesso, per proseguire con lo studio della scrittura dell’io giovanile di Pavese, basato su quella che può essere considerata l’ultima volontà dello scrittore (denominata Ms3). Dalla preistoria della scrittura diaristica di Pavese si passa poi ad analizzare, nel quarto capitolo, il diario maggiore, Il mestiere di vivere. Mediante un’analisi linguistica speculare da un punto di vista strutturale a quella eseguita nel diario giovanile, si indaga l’evoluzione dell’io negli anni 1935-1938, attraverso uno studio degli attributi peculiari dello scrivere di sé di uno scrittore che con il suo diario «crea e personifica il proprio mito».
«Si pensa sempre al proprio io». Lingua e varianti della scrittura diaristica di Cesare Pavese.
ESPOSITO, EMANUELA
2019/2020
Abstract
Il lavoro si pone l’obiettivo di indagare le caratteristiche linguistiche della scrittura diaristica di Cesare Pavese. A una breve trattazione sulle scritture dell’io che possono aver rappresentato dei modelli per lo scrittore, segue l’analisi del diario giovanile. Redatto all’incirca tra il 1926 e il 1928, esso consta di tre stesure e di alcune bozze. Il lavoro è stato strutturato in due parti: varianti e lingua. Dapprima si sono approfondite la sincronia di ogni singolo manoscritto e la diacronia del percorso redazionale nel suo complesso, per proseguire con lo studio della scrittura dell’io giovanile di Pavese, basato su quella che può essere considerata l’ultima volontà dello scrittore (denominata Ms3). Dalla preistoria della scrittura diaristica di Pavese si passa poi ad analizzare, nel quarto capitolo, il diario maggiore, Il mestiere di vivere. Mediante un’analisi linguistica speculare da un punto di vista strutturale a quella eseguita nel diario giovanile, si indaga l’evoluzione dell’io negli anni 1935-1938, attraverso uno studio degli attributi peculiari dello scrivere di sé di uno scrittore che con il suo diario «crea e personifica il proprio mito».File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/29477