La comunità scientifica pone da decenni attenzione sui licheni come agenti di biodeterioramento fisico e chimico e quindi elemento di rischio per la conservazione dei beni culturali in pietra, mentre in anni più recenti sono state anche avanzate ipotesi su un loro possibile ruolo bioprotettivo. Il presente studio segue come ipotesi di partenza l’idea che la colonizzazione dei licheni possa lasciare tracce sulle superfici lapidee anche quando la loro presenza non è più rilevabile, limitando la bioricettività e lo sviluppo di altri litobionti. In particolare, si è posto come principale obiettivo la quantificazione e l’analisi della distribuzione di “maculazioni” di possibile origine lichenica, cioè aree in cui la crescita di altri biodeteriogeni è ora inibita da una possibile passata presenza di talli. Inoltre, si è voluto valutare sperimentalmente se l’alterazione determinata dal rilascio di acido ossalico da parte di licheni possa avere effetti inibitori diretti su organismi litobionti o modificare la bioricettività del marmo. Lo studio ha riguardato la Villa della Regina di Torino, di cui è stata esaminata, mediante scansione di immagini ad alta risoluzione e analisi d’immagine, la balaustra del Giardino dei Fiori, prevalentemente realizzata in marmo di Brossasco, a composizione calcitico-dolomitica. L’analisi è stata effettuata su 11 tratti della balaustra, per un totale di circa 30 metri lineari, e ha permesso la quantificazione di 960 maculazioni di diametro superiore a 1 cm, la loro suddivisione per classi dimensionali e la loro distribuzione, così da verificare l’eventuale legame con specie licheniche attualmente presenti e con condizioni micro-ambientali del passato valutate sulla base di foto d’archivio. Tali indagini hanno evidenziato la congruenza fra le dimensioni prevalenti delle maculazioni, di 2-4 cm di diametro, e talli di Circinaria cfr. clercii ora presenti. Hanno inoltre evidenziato una distribuzione disomogenea delle maculazioni lungo la balaustra, che parrebbe riflettere un diverso interessamento dei vari tratti dallo sviluppo della vegetazione arborea che ha invaso il Giardino dal dopoguerra agli anni ‘80. Analisi cromatografiche (TLC) hanno mostrato come Circinaria non produca sostanze con possibile azione allelopatica, mentre analisi di diffrattometria a raggi X di un tallo di Circinaria hanno evidenziato un’abbondante presenza di ossalati di calcio. A tale proposito, colonie di funghi micro-coloniali (MCF) della specie Knufia petricola (A95) sono state incubate su terreni e provini di marmo trattati con varie concentrazioni di acido ossalico per valutare eventuali effetti inibitori, che non sono stati però riscontrati. L’effetto lichenico sulla bioricettività parrebbe quindi potenzialmente correlato a un’azione sulle proprietà fisiche del substrato piuttosto che a un’azione diretta. A tale proposito, il trattamento con acido ossalico e, per confronto, con acido cloridrico di provini dei marmi di Chianocco e Carrara, osservati in microscopia elettronica a scansione (SEM), ha sottolineato un diverso comportamento, dovuto alla presenza o meno di dolomite, sottolineando la necessità di considerare tale variante in future indagini volte a comprendere i processi biogeochimici di probabile origine lichenica che condizionano le caratteristiche tessiturali e microstruttura della superficie marmorea della balaustra e la sua bioricettività.
Influenza dell’acido ossalico prodotto dai licheni sulla bioricettività di balaustre in marmo
SCIACCA, SILVIA
2019/2020
Abstract
La comunità scientifica pone da decenni attenzione sui licheni come agenti di biodeterioramento fisico e chimico e quindi elemento di rischio per la conservazione dei beni culturali in pietra, mentre in anni più recenti sono state anche avanzate ipotesi su un loro possibile ruolo bioprotettivo. Il presente studio segue come ipotesi di partenza l’idea che la colonizzazione dei licheni possa lasciare tracce sulle superfici lapidee anche quando la loro presenza non è più rilevabile, limitando la bioricettività e lo sviluppo di altri litobionti. In particolare, si è posto come principale obiettivo la quantificazione e l’analisi della distribuzione di “maculazioni” di possibile origine lichenica, cioè aree in cui la crescita di altri biodeteriogeni è ora inibita da una possibile passata presenza di talli. Inoltre, si è voluto valutare sperimentalmente se l’alterazione determinata dal rilascio di acido ossalico da parte di licheni possa avere effetti inibitori diretti su organismi litobionti o modificare la bioricettività del marmo. Lo studio ha riguardato la Villa della Regina di Torino, di cui è stata esaminata, mediante scansione di immagini ad alta risoluzione e analisi d’immagine, la balaustra del Giardino dei Fiori, prevalentemente realizzata in marmo di Brossasco, a composizione calcitico-dolomitica. L’analisi è stata effettuata su 11 tratti della balaustra, per un totale di circa 30 metri lineari, e ha permesso la quantificazione di 960 maculazioni di diametro superiore a 1 cm, la loro suddivisione per classi dimensionali e la loro distribuzione, così da verificare l’eventuale legame con specie licheniche attualmente presenti e con condizioni micro-ambientali del passato valutate sulla base di foto d’archivio. Tali indagini hanno evidenziato la congruenza fra le dimensioni prevalenti delle maculazioni, di 2-4 cm di diametro, e talli di Circinaria cfr. clercii ora presenti. Hanno inoltre evidenziato una distribuzione disomogenea delle maculazioni lungo la balaustra, che parrebbe riflettere un diverso interessamento dei vari tratti dallo sviluppo della vegetazione arborea che ha invaso il Giardino dal dopoguerra agli anni ‘80. Analisi cromatografiche (TLC) hanno mostrato come Circinaria non produca sostanze con possibile azione allelopatica, mentre analisi di diffrattometria a raggi X di un tallo di Circinaria hanno evidenziato un’abbondante presenza di ossalati di calcio. A tale proposito, colonie di funghi micro-coloniali (MCF) della specie Knufia petricola (A95) sono state incubate su terreni e provini di marmo trattati con varie concentrazioni di acido ossalico per valutare eventuali effetti inibitori, che non sono stati però riscontrati. L’effetto lichenico sulla bioricettività parrebbe quindi potenzialmente correlato a un’azione sulle proprietà fisiche del substrato piuttosto che a un’azione diretta. A tale proposito, il trattamento con acido ossalico e, per confronto, con acido cloridrico di provini dei marmi di Chianocco e Carrara, osservati in microscopia elettronica a scansione (SEM), ha sottolineato un diverso comportamento, dovuto alla presenza o meno di dolomite, sottolineando la necessità di considerare tale variante in future indagini volte a comprendere i processi biogeochimici di probabile origine lichenica che condizionano le caratteristiche tessiturali e microstruttura della superficie marmorea della balaustra e la sua bioricettività.File | Dimensione | Formato | |
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