La realtà in cui si vive non è quasi mai all’ altezza di quella creata nella propria testa. Ci sarà sempre qualcosa che manca, qualcosa a cui si aspira, nella convinzione che sia proprio quel piccolo tassello a rendere completo il mosaico della propria vita, anche se non si sa bene di che forma o colore sia. In questa tesi viene illustrato quello che il protagonista del racconto lungo “La strana storia dell’ Isola Panorama” dell’autore giapponese Edogawa Ranpo, considera il suo tassello mancante, ossia la realizzazione della sua utopia e i crimini che metterà in atto per renderla realtà, uscendo dalla bolla cristallizzata in cui si ritrova, fatta di velleità irraggiungibili, di fallimenti personali e di un bieco egoismo. Il suo desiderio non è un qualcosa di così assurdo, se si guarda al periodo difficile, sospeso tra nostalgia per ciò che era e paura per ciò che sarà, in cui si vive da un anno e mezzo a questa parte. Un periodo di cambiamenti che ha sconvolto le vite di tutti, similmente a quanto accaduto a coloro che hanno vissuto gli anni febbricitanti del periodo Taishō, in cui l’individuo si trovava diviso tra tradizione e modernità, producendo un senso di alienazione, come si delinea nella prima parte della dissertazione. Successivamente si è cercato, mediante l’uso di fonti, di analizzare nelle sue componenti principali il racconto, mettendo in evidenza: l’alienazione e la follia del protagonista, la figura del doppio, l’isola che diviene la concretizzazione della sua utopia, i personaggi femminili con un’ attenzione al corpo e ai sensi. Di ognuno si è voluto sottolineare il filo che li collega all’ autore stesso, Edogawa Ranpo, figlio come tutti del suo tempo.

"LA STRANA STORIA DELL'ISOLA PANORAMA" DI EDOGAWA RANPO

BALBI, JASMINE
2019/2020

Abstract

La realtà in cui si vive non è quasi mai all’ altezza di quella creata nella propria testa. Ci sarà sempre qualcosa che manca, qualcosa a cui si aspira, nella convinzione che sia proprio quel piccolo tassello a rendere completo il mosaico della propria vita, anche se non si sa bene di che forma o colore sia. In questa tesi viene illustrato quello che il protagonista del racconto lungo “La strana storia dell’ Isola Panorama” dell’autore giapponese Edogawa Ranpo, considera il suo tassello mancante, ossia la realizzazione della sua utopia e i crimini che metterà in atto per renderla realtà, uscendo dalla bolla cristallizzata in cui si ritrova, fatta di velleità irraggiungibili, di fallimenti personali e di un bieco egoismo. Il suo desiderio non è un qualcosa di così assurdo, se si guarda al periodo difficile, sospeso tra nostalgia per ciò che era e paura per ciò che sarà, in cui si vive da un anno e mezzo a questa parte. Un periodo di cambiamenti che ha sconvolto le vite di tutti, similmente a quanto accaduto a coloro che hanno vissuto gli anni febbricitanti del periodo Taishō, in cui l’individuo si trovava diviso tra tradizione e modernità, producendo un senso di alienazione, come si delinea nella prima parte della dissertazione. Successivamente si è cercato, mediante l’uso di fonti, di analizzare nelle sue componenti principali il racconto, mettendo in evidenza: l’alienazione e la follia del protagonista, la figura del doppio, l’isola che diviene la concretizzazione della sua utopia, i personaggi femminili con un’ attenzione al corpo e ai sensi. Di ognuno si è voluto sottolineare il filo che li collega all’ autore stesso, Edogawa Ranpo, figlio come tutti del suo tempo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/29423