La lotta contro la disuguaglianza retributiva tra uomini e donne non decolla. A livello globale non c’è nessun Paese che abbia raggiunto l’uguaglianza di genere, indipendentemente dal livello di sviluppo, dalla regione o dal tipo di economia. Secondo il World Economic Forum, la disparità politica verrà colmata tra 95 anni e quella retributiva tra 257 anni. Le lacune retributive di genere rappresentano una delle maggiori ingiustizie sociali di oggi e per questo motivo tra i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile 2030 dell’Onu c’è «la piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutti e la parità di retribuzione per lavoro di pari valore». Le analisi di mercato ci suggeriscono che i problemi riguardo il gender gap e in particolar modo il gender pay gap che sono ancora un enigma per l'economia italiana ma anche per quella mondiale. Quindi in questa analisi andremo a vedere quali sono le problematiche di questo argomento come la discriminazione occulta, il ruolo del part time e della maternità. I dati ci portano a capire meglio a quanto ammonta l'occupazione femminile e nell'ultima parte con l'aiuto degli ultimi dati disponibili vedremo la disuguaglianza tra donne italiane e donne straniere (immigrate) a confronto in base alla ripartizione geografica, ostacoli e barriere nel mondo del lavoro e tasso di lavoro, di occupazione e di disoccupazione. Ho messo accento anche sul mondo del lavoro in particolar modo la ''doppia discriminazione'' subita dalle lavoratrici, i dipendenti domestici e l'imprenditoria femminile in Italia a confronto dell'Europa. Pertanto, una delle principali conclusioni per quanto riguarda le disparità salariali e quella di tenere presente che una parte più o meno significativa della popolazione femminile non è ai nostri occhi. In molti paesi, la sovrarappresentazione delle donne in lavori atipici sotto forma di lavori temporanei e part-time comporta una penalità salariale aggiuntiva per le donne. D'altra parte, i fattori che mitigano il divario retributivo nella maggioranza dei paesi sono la distribuzione di lavoratori di sesso maschile e femminile in aziende di diverso tipo dimensioni e differenze di genere nella scuola. Il ruolo della segregazione professionale è misurato in modo altamente eterogeneo tra i paesi. Questo è spiegabile per entrambi dall'effetto di distorsione della sua correlazione con la variabile di settore, la sua interazione con tassi di occupazione femminile e mancanza di controllo per la gerarchia verticale. La discriminazione retributiva che rimane il problema più grave, sebbene vietata, continua a contribuire al divario retributivo di genere. Quindi, in una corsa campestre, ma soprattutto in una prospettiva di vita, l'obiettivo comune deve essere eliminare il compromesso tra bassi salari e alti tassi di occupazione femminile e invece di combinare una retribuzione allettante con accordi di lavoro flessibili nel tempo e dare più spazio alle donne straniere perché come ho dimostrato nella mia analisi tante hanno una istruzione molto superiore al lavoro che stanno svolgendo. E visto che l’immigrazione e caratterizzata in particolar modo da famiglie giovani con capacità e forza lavoro, potrebbero diventare nei prossimi anni una risorsa per il mondo del lavoro in un paese, come Italia, sempre più anziano.
Il divario salariale Occupazione femminile Disuguaglianza tra donne italiane e donne straniere (immigrati) a confronto
CALDARE, IRINA
2020/2021
Abstract
La lotta contro la disuguaglianza retributiva tra uomini e donne non decolla. A livello globale non c’è nessun Paese che abbia raggiunto l’uguaglianza di genere, indipendentemente dal livello di sviluppo, dalla regione o dal tipo di economia. Secondo il World Economic Forum, la disparità politica verrà colmata tra 95 anni e quella retributiva tra 257 anni. Le lacune retributive di genere rappresentano una delle maggiori ingiustizie sociali di oggi e per questo motivo tra i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile 2030 dell’Onu c’è «la piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutti e la parità di retribuzione per lavoro di pari valore». Le analisi di mercato ci suggeriscono che i problemi riguardo il gender gap e in particolar modo il gender pay gap che sono ancora un enigma per l'economia italiana ma anche per quella mondiale. Quindi in questa analisi andremo a vedere quali sono le problematiche di questo argomento come la discriminazione occulta, il ruolo del part time e della maternità. I dati ci portano a capire meglio a quanto ammonta l'occupazione femminile e nell'ultima parte con l'aiuto degli ultimi dati disponibili vedremo la disuguaglianza tra donne italiane e donne straniere (immigrate) a confronto in base alla ripartizione geografica, ostacoli e barriere nel mondo del lavoro e tasso di lavoro, di occupazione e di disoccupazione. Ho messo accento anche sul mondo del lavoro in particolar modo la ''doppia discriminazione'' subita dalle lavoratrici, i dipendenti domestici e l'imprenditoria femminile in Italia a confronto dell'Europa. Pertanto, una delle principali conclusioni per quanto riguarda le disparità salariali e quella di tenere presente che una parte più o meno significativa della popolazione femminile non è ai nostri occhi. In molti paesi, la sovrarappresentazione delle donne in lavori atipici sotto forma di lavori temporanei e part-time comporta una penalità salariale aggiuntiva per le donne. D'altra parte, i fattori che mitigano il divario retributivo nella maggioranza dei paesi sono la distribuzione di lavoratori di sesso maschile e femminile in aziende di diverso tipo dimensioni e differenze di genere nella scuola. Il ruolo della segregazione professionale è misurato in modo altamente eterogeneo tra i paesi. Questo è spiegabile per entrambi dall'effetto di distorsione della sua correlazione con la variabile di settore, la sua interazione con tassi di occupazione femminile e mancanza di controllo per la gerarchia verticale. La discriminazione retributiva che rimane il problema più grave, sebbene vietata, continua a contribuire al divario retributivo di genere. Quindi, in una corsa campestre, ma soprattutto in una prospettiva di vita, l'obiettivo comune deve essere eliminare il compromesso tra bassi salari e alti tassi di occupazione femminile e invece di combinare una retribuzione allettante con accordi di lavoro flessibili nel tempo e dare più spazio alle donne straniere perché come ho dimostrato nella mia analisi tante hanno una istruzione molto superiore al lavoro che stanno svolgendo. E visto che l’immigrazione e caratterizzata in particolar modo da famiglie giovani con capacità e forza lavoro, potrebbero diventare nei prossimi anni una risorsa per il mondo del lavoro in un paese, come Italia, sempre più anziano.File | Dimensione | Formato | |
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