Le centrali nucleari presenti nel mondo sono molte, diversi sono stati gli incidenti nucleari accaduti nel corso della storia, di cui due di rilevante importanza: quello di Chernobyl (avvenuto nel 1986) e quello di Fukushima (avvenuto nel 2011). In seguito a questi incidenti, si è registrato un aumento di tumori, tra cui anche quello della tiroide. Per verificare se è presente una correlazione tra tumore della tiroide e radiazioni ionizzanti, sono stati fatti numerosi studi sulle popolazioni di Chernobyl e Fukushima. In particolare, è stato importante uno studio effettuato su dei bambini con un'età compresa tra 0 e 18 anni, abitanti nella prefettura di Fukushima, nel giorno e nei periodi successivi all'incidente. Tramite un'analisi attenta si è potuto confermare una correlazione tra tumori della tiroide e radiazioni. Recentemente però, si è supposto che non solo età e quantitativo di radiazioni potessero aumentare le probabilità di sviluppare del tumore della tiroide, ma anche le mutazioni genetiche. Sono state prese in considerazione diverse mutazioni, in particolare quelle riguardanti i geni codificanti il recettore dell'ormone stimolante la tiroide, quelli che codificano per il fattore di trascrizione 1 (NKX2-1) e quelli che codificano per il fattore di trascrizione 2 (FOXE1). Inoltre, sono state studiate anche mutazioni riguardanti i geni che agiscono in diverse vie di riparazione del DNA. I meccanismi di riparazione, infatti, sono fondamentali perché le mutazioni causano danni diretti al DNA: la variazione individuale nella capacità di riparazione del DNA può causare una reazione diversa al danno del DNA indotto da radiazioni ionizzanti. L'unica mutazione in cui è stato riscontrato un aumento delle probabilità di causare in un soggetto lo sviluppo del tumore alla tiroide in seguito ad esposizione a radiazioni ionizzanti, è stata quella individuata nel gene che codifica per il fattore di trascrizione tiroideo 1, ovvero FOXE1, in particolare nell'allele rs965513. Il tumore alla tiroide differenziato può essere curato tramite asportazione chirurgica insieme a ioduro radioattivo. In alcuni pazienti però, è stato riscontrato un mancato assorbimento di ioduro radioattivo. Grazie a diversi studi è stato scoperto che questo mancato assorbimento di radioiodio avviene in soggetti che presentano nelle cellule una mutazione BRAFV600E. Generalmente i tumori differenziati della tiroide, presentano mutazioni BRAF, una serina/treonina cinasi che appartiene alla famiglia RAF e serve per controllare la proliferazione cellulare. L' 85% delle mutazioni BRAF sono di tipo BRAFV600E, in cui è presente una trasversione della timina in adenina, che porta ad una sostituzione del Glutammato per una valina nel residuo 600. Per poter curare anche i soggetti con questo tipo di mutazione, sono stati eseguiti degli studi sulle LDR (Low Dose Radiation). Utilizzando le LDR sono stati ripristinati livelli normali di mRNA dell'ormone tireostimolante (TSHR), della tireoglobulina (TG), di NIS (necessaria per il trasporto di iodio nelle cellule), PAX8 (fattore di trascrizione che regola NIS), TTF-1 e TTF-2, nettamente inferiori nelle cellule mutate. Inoltre, è stato scoperto che le LDR inibiscono miR-144-3p e miR-330-5p, due micro-RNA che abbassano i livelli di PAX8 nella cellula. Anche l'attività della via JAK2/STAT3, che aumenta la produzione di miR-330-5p, diminuisce, ripristinando i livelli normali di PAX8 e di conseguenza anche di TSHR, TG, NIS, TTF-1 e TTF-2.
Effetti delle radiazioni ionizzanti sulla tiroide
PETTINEO, ELISA
2019/2020
Abstract
Le centrali nucleari presenti nel mondo sono molte, diversi sono stati gli incidenti nucleari accaduti nel corso della storia, di cui due di rilevante importanza: quello di Chernobyl (avvenuto nel 1986) e quello di Fukushima (avvenuto nel 2011). In seguito a questi incidenti, si è registrato un aumento di tumori, tra cui anche quello della tiroide. Per verificare se è presente una correlazione tra tumore della tiroide e radiazioni ionizzanti, sono stati fatti numerosi studi sulle popolazioni di Chernobyl e Fukushima. In particolare, è stato importante uno studio effettuato su dei bambini con un'età compresa tra 0 e 18 anni, abitanti nella prefettura di Fukushima, nel giorno e nei periodi successivi all'incidente. Tramite un'analisi attenta si è potuto confermare una correlazione tra tumori della tiroide e radiazioni. Recentemente però, si è supposto che non solo età e quantitativo di radiazioni potessero aumentare le probabilità di sviluppare del tumore della tiroide, ma anche le mutazioni genetiche. Sono state prese in considerazione diverse mutazioni, in particolare quelle riguardanti i geni codificanti il recettore dell'ormone stimolante la tiroide, quelli che codificano per il fattore di trascrizione 1 (NKX2-1) e quelli che codificano per il fattore di trascrizione 2 (FOXE1). Inoltre, sono state studiate anche mutazioni riguardanti i geni che agiscono in diverse vie di riparazione del DNA. I meccanismi di riparazione, infatti, sono fondamentali perché le mutazioni causano danni diretti al DNA: la variazione individuale nella capacità di riparazione del DNA può causare una reazione diversa al danno del DNA indotto da radiazioni ionizzanti. L'unica mutazione in cui è stato riscontrato un aumento delle probabilità di causare in un soggetto lo sviluppo del tumore alla tiroide in seguito ad esposizione a radiazioni ionizzanti, è stata quella individuata nel gene che codifica per il fattore di trascrizione tiroideo 1, ovvero FOXE1, in particolare nell'allele rs965513. Il tumore alla tiroide differenziato può essere curato tramite asportazione chirurgica insieme a ioduro radioattivo. In alcuni pazienti però, è stato riscontrato un mancato assorbimento di ioduro radioattivo. Grazie a diversi studi è stato scoperto che questo mancato assorbimento di radioiodio avviene in soggetti che presentano nelle cellule una mutazione BRAFV600E. Generalmente i tumori differenziati della tiroide, presentano mutazioni BRAF, una serina/treonina cinasi che appartiene alla famiglia RAF e serve per controllare la proliferazione cellulare. L' 85% delle mutazioni BRAF sono di tipo BRAFV600E, in cui è presente una trasversione della timina in adenina, che porta ad una sostituzione del Glutammato per una valina nel residuo 600. Per poter curare anche i soggetti con questo tipo di mutazione, sono stati eseguiti degli studi sulle LDR (Low Dose Radiation). Utilizzando le LDR sono stati ripristinati livelli normali di mRNA dell'ormone tireostimolante (TSHR), della tireoglobulina (TG), di NIS (necessaria per il trasporto di iodio nelle cellule), PAX8 (fattore di trascrizione che regola NIS), TTF-1 e TTF-2, nettamente inferiori nelle cellule mutate. Inoltre, è stato scoperto che le LDR inibiscono miR-144-3p e miR-330-5p, due micro-RNA che abbassano i livelli di PAX8 nella cellula. Anche l'attività della via JAK2/STAT3, che aumenta la produzione di miR-330-5p, diminuisce, ripristinando i livelli normali di PAX8 e di conseguenza anche di TSHR, TG, NIS, TTF-1 e TTF-2.File | Dimensione | Formato | |
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