Donne, maternità e carcere

What are conditions like for women in prison? What are the main problems female inmates have to deal with at the moment when they enter this institution? And, above all, how can the deprivation of personal freedom be reconciled with being a mother. These are the questions I have tried to answer in the present paper, starting with a quick historical examination of female imprisonment and arriving at the present-day situation in Italy. I have analysed the relationship between inmates and the right to affectivity, sexuality and access to medically assisted procreation, in order to arrive at the focus of my work: motherhood for imprisoned women. Whether women are able to live with their children in prison or they manage to have some alternative to detention tailored specifically for them, motherhood represents a crucial moment both for mother and children, and as such must be safeguarded. Through an analysis of legislative changes which have occurred over time, I have examined the opportunities which the present-day legal situation offers imprisoned mothers. Whether they be legal instruments which allow mothers to leave prison temporarily to take care of their children or those which, rather, allow them to live with their children in prison, the deprivation of personal liberty should represent only the extreme remedy for this category of inmates. For this reason, in this dissertation considerable space is dedicated to the different tools available to enable decarceration which allow mothers to be entitled to home detention. Furthermore, “new” forms and “new” places for institutional and home confinement are analysed, namely less severe forms of institutional confinement for imprisoned mothers and the possibility of serving custodial sentences in protected social housing. Finally, there is a brief comparison of the situation in other countries, both in Europe and elsewhere.

Qual è la condizione delle donne in carcere? Quali sono le principali problematiche connesse al genere che le detenute si trovano ad affrontare al momento dell'ingresso in istituto? E, soprattutto, come può la privazione della libertà personale conciliarsi con la condizione di madre? Sono questi gli interrogativi cui ho cercato di rispondere nel presente elaborato, partendo da una veloce disamina storica della carcerazione femminile per arrivare alla situazione attuale in Italia. Ho analizzato il rapporto tra detenute e diritto all'affettività, alla sessualità e all'accesso alle tecniche di procreazione assistita, per arrivare al fulcro del mio lavoro: la maternità delle donne ristrette. Sia che le donne possano convivere con la prole in carcere, sia che esse riescano ad accedere alle misure alternative alla detenzione a loro espressamente dedicate, la maternità rappresenta un momento cruciale tanto per la madre quanto per i figli e come tale va tutelato. Attraverso un'analisi che segue le modifiche legislative che si sono succedute nel tempo, ho esaminato le opportunità che attualmente il panorama italiano offre alle detenute madri. Che siano gli strumenti che consentono alle madri di uscire temporaneamente dall'istituto penitenziario per prendersi cura dei figli o quelli che, invece, permettono la convivenza con la prole in carcere, la privazione della libertà personale dovrebbe rappresentare l'extrema ratio per questa categoria di detenute. Per questo motivo, nella trattazione, ampio spazio è dedicato alle modalità di accesso agli strumenti di decarcerizzazione, che permettono alle madri di usufruire della detenzione domiciliare. Ancora, sono stati analizzati le “nuove” forme ed i “nuovi” luoghi della detenzione intramuraria e di quella domiciliare, quali l'accesso a istituti a custodia attenuata per detenute madri e la possibilità di scontare la pena detentiva in case famiglia protette. Completa il lavoro una breve comparazione con la situazione di altri Stati, europei e non.