The conservation of goldsmith's sacred art, long neglected by the conservation theory and executed by non-professionals, has recently acquired an independent status in the conservation theory and practice. The subject of this thesis is the late XV century processional cross from the church of Maria Vergine Assunta in Pontebernardo (Cuneo, NW Italy), which features many peculiarities of goldsmith's sacred art. It presents a wide range of materials and manufacturing techniques, since it's made of silver engraved sheets, brass and silver cast elements, translucent enamels and a wooden core. It was so extensively manipulated, that the dating and context of origin of each element appears unclear. It belongs to the Catholic Church's heritage, which is scattered throughout the territory and particularly exposed to deterioration. Furthermore, it is still used for processional purposes. The thesis had two main objectives. The first one was to deepen the knowledge of the artefact. An interdisciplinary approach allowed to combine and interpret the data collected by different means, such as direct observation, scientific analyses, archival sources and stylistic analysis. It was thus possible to detect the materials and manufacturing techniques; to assess the condition of the object and the causes of degradation; to develop hypotheses on the history of the cross; to identify original elements and later additions. One relevant finding concerns the enamelled knop, which is not original and recalls French models. The second objective was to plan and execute the treatment, which posed many methodology challenges. How to ensure the safe use of the cross for processional purposes, despite the structural issues? How to treat the different kinds of lacuna? How to decide on the preservation or removal of the many additions and past interventions? These issues were addressed applying the conservation theory, from Cesare Brandi to the more recent and specialized literature, in a methodical, yet critical way. The technical decisions were made on the basis of scientific literature and preliminary tests, whereas an experimentation was carried out to choose the protective coating. The methodology and experimental conditions developed are easy to replicate, but allow to differentiate the materials very clearly. An innovative, eco-friendly, chitosan-based coating was tested alongside some traditional varnishes and waxes. The protective properties and chemical stability of the materials were tested in accelerated corrosion and accelerated aging tests, in which chitosan showed promising results. The conservation treatment successfully restored the vibrant chiaroscuro of the engraving and the shine and polychromy of the different metals, whereas metal and resin inserts recovered the integrity of the image and restored the optical balance of the artwork. Finally, a preventive structural treatment will allow the cross to be safely used for devotional purpose and to be returned to the care and devotion of the community.
Il restauro delle oreficerie, a lungo trascurato dalla teoria del restauro e delegato nella pratica a operatori non specializzati, è andato ritagliandosi a partire dagli anni Novanta uno spazio di sempre maggiore importanza e autonomia teorica e metodologica. Oggetto di questa tesi è la croce processionale della parrocchiale di Maria Vergine Assunta di Pontebernardo (CN), che presenta caratteristiche tipiche delle oreficerie. È un manufatto polimaterico, in leghe di argento, rame, legno e smalti traslucidi. Ha subito numerosi rimaneggiamenti che complicano la questione della sua collocazione storico-artistica nella seconda metà del XV secolo, in ambito lombardo-piemontese. Svolge ancora una funzione devozionale e appartiene al patrimonio ecclesiastico, disseminato sul territorio. Il presente lavoro di tesi ha perseguito innanzitutto l'obiettivo di ampliare le conoscenze riguardo alla croce processionale di Pontebernardo. Come seguendo un filo immaginario che dal momento della creazione dell'opera arriva fino a oggi, sono state ricostruite le tecniche esecutive impiegate nella fabbricazione del manufatto; sono stati caratterizzati i materiali prescelti dall'ignoto autore; sono state fatte ipotesi sulle vicende conservative successive; ancora, sono state individuate le tracce degli agenti atmosferici, degli eventi traumatici e dello scorrere del tempo che hanno plasmato la croce per come appare oggi ai nostri occhi. Un approccio interdisciplinare ha permesso di collegare, integrare e infine interpretare i dati raccolti con diversi metodi, quali l'osservazione diretta dell'opera, la diagnostica, l'analisi stilistica e le fonti archivistiche. Tra i risultati più importanti si annoverano la ricostruzione della storia conservativa, l'identificazione degli elementi originali e di quelli non pertinenti e il loro inquadramento storico-artistico. Una novità rispetto alla lettura critica precedente riguarda il nodo, che non è pertinente e richiama modelli francesi. Il lavoro di tesi ha avuto anche l'obiettivo di progettare ed eseguire l'intervento di conservazione e restauro. Il restauro della croce poneva problemi metodologici quali il trattamento della lacuna, il mantenimento della funzione devozionale, l'opportunità di conservare o rimuovere gli interventi precedenti. Problemi che sono tipici delle oreficerie, ma che richiedono soluzioni conservative uniche e irripetibili e che sono stati affrontati applicando in maniera critica e ragionata i principi della teoria del restauro, da Cesare Brandi fino ai contributi più recenti e specifici sulle oreficerie. La necessità di scegliere la vernice protettiva da applicare sul manufatto ha fornito inoltre l'occasione per una sperimentazione sui protettivi per l'argento. È stata messa a punto una metodologia facilmente replicabile per testare efficacia protettiva e stabilità chimica dei materiali. Sono stati quindi messi a confronto protettivi tradizionali e un protettivo innovativo a basso impatto ambientale, il chitosano, che ha dato risultati promettenti. L'intervento di restauro ha restituito lucentezza e policromia ai diversi metalli e ha ridato vita al vibrante chiaroscuro delle incisioni. Le integrazioni e il consolidamento hanno invece ripristinato l'integrità dell'immagine e l'equilibrio della composizione. Infine l'intervento di consolidamento strutturale permetterà alla croce di essere portata in processione in sicurezza e di tornare alle cure e alla devozione della comunità.
La croce processionale di Pontebernardo (CN): problemi metodologici e soluzioni conservative nel restauro di un'oreficeria sacra
DALLA TORRE, PAOLA
2018/2019
Abstract
Il restauro delle oreficerie, a lungo trascurato dalla teoria del restauro e delegato nella pratica a operatori non specializzati, è andato ritagliandosi a partire dagli anni Novanta uno spazio di sempre maggiore importanza e autonomia teorica e metodologica. Oggetto di questa tesi è la croce processionale della parrocchiale di Maria Vergine Assunta di Pontebernardo (CN), che presenta caratteristiche tipiche delle oreficerie. È un manufatto polimaterico, in leghe di argento, rame, legno e smalti traslucidi. Ha subito numerosi rimaneggiamenti che complicano la questione della sua collocazione storico-artistica nella seconda metà del XV secolo, in ambito lombardo-piemontese. Svolge ancora una funzione devozionale e appartiene al patrimonio ecclesiastico, disseminato sul territorio. Il presente lavoro di tesi ha perseguito innanzitutto l'obiettivo di ampliare le conoscenze riguardo alla croce processionale di Pontebernardo. Come seguendo un filo immaginario che dal momento della creazione dell'opera arriva fino a oggi, sono state ricostruite le tecniche esecutive impiegate nella fabbricazione del manufatto; sono stati caratterizzati i materiali prescelti dall'ignoto autore; sono state fatte ipotesi sulle vicende conservative successive; ancora, sono state individuate le tracce degli agenti atmosferici, degli eventi traumatici e dello scorrere del tempo che hanno plasmato la croce per come appare oggi ai nostri occhi. Un approccio interdisciplinare ha permesso di collegare, integrare e infine interpretare i dati raccolti con diversi metodi, quali l'osservazione diretta dell'opera, la diagnostica, l'analisi stilistica e le fonti archivistiche. Tra i risultati più importanti si annoverano la ricostruzione della storia conservativa, l'identificazione degli elementi originali e di quelli non pertinenti e il loro inquadramento storico-artistico. Una novità rispetto alla lettura critica precedente riguarda il nodo, che non è pertinente e richiama modelli francesi. Il lavoro di tesi ha avuto anche l'obiettivo di progettare ed eseguire l'intervento di conservazione e restauro. Il restauro della croce poneva problemi metodologici quali il trattamento della lacuna, il mantenimento della funzione devozionale, l'opportunità di conservare o rimuovere gli interventi precedenti. Problemi che sono tipici delle oreficerie, ma che richiedono soluzioni conservative uniche e irripetibili e che sono stati affrontati applicando in maniera critica e ragionata i principi della teoria del restauro, da Cesare Brandi fino ai contributi più recenti e specifici sulle oreficerie. La necessità di scegliere la vernice protettiva da applicare sul manufatto ha fornito inoltre l'occasione per una sperimentazione sui protettivi per l'argento. È stata messa a punto una metodologia facilmente replicabile per testare efficacia protettiva e stabilità chimica dei materiali. Sono stati quindi messi a confronto protettivi tradizionali e un protettivo innovativo a basso impatto ambientale, il chitosano, che ha dato risultati promettenti. L'intervento di restauro ha restituito lucentezza e policromia ai diversi metalli e ha ridato vita al vibrante chiaroscuro delle incisioni. Le integrazioni e il consolidamento hanno invece ripristinato l'integrità dell'immagine e l'equilibrio della composizione. Infine l'intervento di consolidamento strutturale permetterà alla croce di essere portata in processione in sicurezza e di tornare alle cure e alla devozione della comunità.File | Dimensione | Formato | |
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