ABSTRACT Introduzione:Le infezioni del sito chirurgico (SSI) in ortopedia possono causare gravi sofferenze al paziente, possono portare a un aumento dei costi sia per il proprietario che per l'ospedale e determinare lo sviluppo di antibiotico resistenze. Obiettivi: l'intento di questo studio retrospettivo è di valutare il tasso di SSI che si sono verificate nei pazienti sottoposti a interventi ortopedici presso OVU tra il 2014 e il 2019. In particolare modo abbiamo voluto identificare l'incidenza totale di SSI e relativo alle differenti procedure chirurgiche che effettuiamo con maggiore frequenza. Abbiamo inoltre determinato quali sono i patogeni isolati con maggiore frequenza presso l'OVU e la sensibilità ad alcune classi di antibiotici. Abbiamo anche voluto considerare quale possa essere l'influenza nei casi di SSI di alcuni che possono essere considerati fattori di rischio, quali l'età, la durata delle chirurgia e la tecnica chirurgica. Materiali e Metodi:Sono state prese in esame le cartelle cliniche dei pazienti sottoposti a interventi ortopedici, di cui abbiamo considerato il segnalamento, le procedure diagnostiche, la gestione peri-operatoria del paziente, la tecnica chirurgica, la durata dell'anestesia, la somministrazione pre e post-operatoria di antibiotico, i dati della valutazione clinica a 10 giorni e di quella radiografica a 30 e 60 giorni dall'intervento e i risultati dell'esame colturale e antibiogramma. L'analisi statistica è stata eseguita con i software R e Working in epidemiology. Risultati:Nel periodo preso in esame sono state eseguite 2094 chirurgie, con 82 casi di SSI, pertanto il tasso di infezione è stato del 3,9%. I patogeni maggiormente isolati sono stati S. pseudintermedius, S. aureus e i relativi ceppi meticillino-resistenti. Il tasso di SSI nella TPLO (osteotomia livellante del piatto tibiale) è stato del 4,7%, dell'11,8% per la THR (protesi totale d'anca), del 23,1% per l'artrodesi, del 2,7% per l'allineamento, del 6,2% per la fissazione interna delle fratture e del 12,2% per quella esterna. Dall'analisi dei fattori di rischio abbiamo evidenziato come l'età e la durata della chirurgia aumentino di molto il rischio di SSI negli esposti, con OR del 3,40 e 2,69. Nei casi trattati con TPLO il rischio relativo (RR) è 1,23, nei casi di THR è 2,89, nei casi di artrodesi è 5,12, nei casi di fissazione interna delle fratture è 1,6 mentre per quella esterna è 2,98. L'allineamento rappresenta un'eccezione in quanto ha RR= 0,7, trattandosi in tal caso di fattore protettivo. Conclusioni: Sulla base dei dati ottenuti per ridurre il tasso di SSI sarebbe ideale trattare chirurgicamente soggetti di età inferiore ai 78 mesi, eseguire la procedura entro i 90 minuti e somministrare la terapia antibiotica nel periodo post-operatorio solo nei casi trattati con tecniche chirurgiche associate ad un maggior rischio di SSI, ovvero THR, artrodesi e fissazione esterna delle fratture.

Studio epidemiologico retrospettivo (2014-2019) delle infezioni ortopediche presso OVU

MORANINO, LORENZO
2019/2020

Abstract

ABSTRACT Introduzione:Le infezioni del sito chirurgico (SSI) in ortopedia possono causare gravi sofferenze al paziente, possono portare a un aumento dei costi sia per il proprietario che per l'ospedale e determinare lo sviluppo di antibiotico resistenze. Obiettivi: l'intento di questo studio retrospettivo è di valutare il tasso di SSI che si sono verificate nei pazienti sottoposti a interventi ortopedici presso OVU tra il 2014 e il 2019. In particolare modo abbiamo voluto identificare l'incidenza totale di SSI e relativo alle differenti procedure chirurgiche che effettuiamo con maggiore frequenza. Abbiamo inoltre determinato quali sono i patogeni isolati con maggiore frequenza presso l'OVU e la sensibilità ad alcune classi di antibiotici. Abbiamo anche voluto considerare quale possa essere l'influenza nei casi di SSI di alcuni che possono essere considerati fattori di rischio, quali l'età, la durata delle chirurgia e la tecnica chirurgica. Materiali e Metodi:Sono state prese in esame le cartelle cliniche dei pazienti sottoposti a interventi ortopedici, di cui abbiamo considerato il segnalamento, le procedure diagnostiche, la gestione peri-operatoria del paziente, la tecnica chirurgica, la durata dell'anestesia, la somministrazione pre e post-operatoria di antibiotico, i dati della valutazione clinica a 10 giorni e di quella radiografica a 30 e 60 giorni dall'intervento e i risultati dell'esame colturale e antibiogramma. L'analisi statistica è stata eseguita con i software R e Working in epidemiology. Risultati:Nel periodo preso in esame sono state eseguite 2094 chirurgie, con 82 casi di SSI, pertanto il tasso di infezione è stato del 3,9%. I patogeni maggiormente isolati sono stati S. pseudintermedius, S. aureus e i relativi ceppi meticillino-resistenti. Il tasso di SSI nella TPLO (osteotomia livellante del piatto tibiale) è stato del 4,7%, dell'11,8% per la THR (protesi totale d'anca), del 23,1% per l'artrodesi, del 2,7% per l'allineamento, del 6,2% per la fissazione interna delle fratture e del 12,2% per quella esterna. Dall'analisi dei fattori di rischio abbiamo evidenziato come l'età e la durata della chirurgia aumentino di molto il rischio di SSI negli esposti, con OR del 3,40 e 2,69. Nei casi trattati con TPLO il rischio relativo (RR) è 1,23, nei casi di THR è 2,89, nei casi di artrodesi è 5,12, nei casi di fissazione interna delle fratture è 1,6 mentre per quella esterna è 2,98. L'allineamento rappresenta un'eccezione in quanto ha RR= 0,7, trattandosi in tal caso di fattore protettivo. Conclusioni: Sulla base dei dati ottenuti per ridurre il tasso di SSI sarebbe ideale trattare chirurgicamente soggetti di età inferiore ai 78 mesi, eseguire la procedura entro i 90 minuti e somministrare la terapia antibiotica nel periodo post-operatorio solo nei casi trattati con tecniche chirurgiche associate ad un maggior rischio di SSI, ovvero THR, artrodesi e fissazione esterna delle fratture.
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