Nei prossimi decenni si prevede un continuo incremento della popolazione mondiale con conseguente aumento del fabbisogno di cibo. Se si aggiungono i problemi attuali quali la diminuzione e la saturazione dei terreni coltivabili, l’eccessivo consumo di acqua e i cambiamenti climatici a condizionare i raccolti, è chiaro come l’agricoltura tradizionale non sia in grado di contrastare queste crisi. Le coltivazioni idroponiche, in cui al suolo si sostituisce una soluzione a base d’acqua ricca di nutrienti, possono rappresentare una delle alternative, e stanno vedendo negli ultimi anni una maggiore diffusione. Vantano infatti un miglior rendimento rispetto alle colture su suolo, un uso più efficiente dell’acqua e dei nutrienti e possono essere implementate in ambienti normalmente non adatti alla coltivazione. Nell’elaborato sono quindi descritti gli aspetti generali, i vantaggi, le problematiche e le diverse tipologie di queste innovazioni agronomiche. Vengono poi confrontate due colture idroponiche di lattuga con una allestita su suolo in modo da verificarne l’efficienza e la qualità, analizzando dei parametri fisiologici, quantitativi e il consumo d’acqua. Successivamente, viene introdotto il progetto Nemo’s Garden, che si pone la sfida di far crescere le piante sotto il livello del mare tramite le tecniche idroponiche. Sono poi esposti i risultati delle analisi di confronto tra una coltivazione di basilico avvenuta in queste biosfere e una eseguita in una serra. In particolare, sono esaminati i componenti degli oli essenziali idrodistillati dalle foglie, le sostanze volatili emesse, oltre ad alcuni aspetti fisiologici e morfologici. Pur sottolineando che per il Nemo’s Garden sono necessari ulteriori studi su altre specie per valutarne le risposte a questo habitat e poter allargare così la produzione, esso si dimostra essere promettente e interessante per la coltivazione in aree altrimenti poco permissive. In entrambi i casi, i risultati confermano l’idea che le idroponiche siano un’importante innovazione agronomica imprescindibile per il futuro.
Colture idroponiche: le coltivazioni per il futuro
BECCIO, LUCA
2019/2020
Abstract
Nei prossimi decenni si prevede un continuo incremento della popolazione mondiale con conseguente aumento del fabbisogno di cibo. Se si aggiungono i problemi attuali quali la diminuzione e la saturazione dei terreni coltivabili, l’eccessivo consumo di acqua e i cambiamenti climatici a condizionare i raccolti, è chiaro come l’agricoltura tradizionale non sia in grado di contrastare queste crisi. Le coltivazioni idroponiche, in cui al suolo si sostituisce una soluzione a base d’acqua ricca di nutrienti, possono rappresentare una delle alternative, e stanno vedendo negli ultimi anni una maggiore diffusione. Vantano infatti un miglior rendimento rispetto alle colture su suolo, un uso più efficiente dell’acqua e dei nutrienti e possono essere implementate in ambienti normalmente non adatti alla coltivazione. Nell’elaborato sono quindi descritti gli aspetti generali, i vantaggi, le problematiche e le diverse tipologie di queste innovazioni agronomiche. Vengono poi confrontate due colture idroponiche di lattuga con una allestita su suolo in modo da verificarne l’efficienza e la qualità, analizzando dei parametri fisiologici, quantitativi e il consumo d’acqua. Successivamente, viene introdotto il progetto Nemo’s Garden, che si pone la sfida di far crescere le piante sotto il livello del mare tramite le tecniche idroponiche. Sono poi esposti i risultati delle analisi di confronto tra una coltivazione di basilico avvenuta in queste biosfere e una eseguita in una serra. In particolare, sono esaminati i componenti degli oli essenziali idrodistillati dalle foglie, le sostanze volatili emesse, oltre ad alcuni aspetti fisiologici e morfologici. Pur sottolineando che per il Nemo’s Garden sono necessari ulteriori studi su altre specie per valutarne le risposte a questo habitat e poter allargare così la produzione, esso si dimostra essere promettente e interessante per la coltivazione in aree altrimenti poco permissive. In entrambi i casi, i risultati confermano l’idea che le idroponiche siano un’importante innovazione agronomica imprescindibile per il futuro.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/29129