L'Italia è il maggiore produttore nel mondo di pasta, che risulta un tipico alimento del made in Italy. Rispetto al passato, anche le filiere del frumento duro hanno specializzato le produzioni orientandole al raggiungimento di più specifici obiettivi qualitativi, in risposta alle crescenti esigenze dei consumatori anche su prodotti alimentari di base. Le maggiori aziende, come ad esempio Barilla, La Molisana e Grano Armando, nel promuovere i propri prodotti tendono sempre più a caratterizzarlo con caratteristiche distintive rispetto a quelli della concorrenza. Per ottenere risultati di qualità, la filiera ha come prerequisito fondamentale la sicurezza, a cui si aggiungo in maniera variabile l'attenzione alle componenti qualitative, agli aspetti nutrizionali e sensoriali, e più recentemente ai requisiti immateriali che riguardano l'origine e il contesto produttivo. Inoltre, a seguito della normativa sull'etichettatura obbligatoria della provenienza della granella, il settore sta vedendo un incremento di richiesta di prodotti di origine italiana e una maggior necessità di realizzare contratti di filiera nazionali. Il principale elemento a favore per l'agricoltore nell'utilizzo dei contratti risiede nella sicurezza dell'allocazione della produzione a un prezzo precedentemente stabilito, che può beneficiare di un premio in funzione del livello qualitativo del prodotto o dell'attenzione e dei vincoli nel sistema produttivo. Le scelte agronomiche risultano spesso essere più vincolate o in alcuni casi, sono presenti divieti all'impiego di alcuni fattori tecnici. In questa relazione sono stati analizzati i disciplinari tecnici di alcune filiere produttive del frumento duro, in particolare quello di Identificazione Geografica Protetta (IGP) della pasta Gragnano, i disciplinari di produzione integrata di alcune regioni fortemente vocate alla coltura e quelli promossi da alcune importanti pastifici italiani (Barilla, La Molisana e Grano Armando). Dal confronto è emerso una diversa attenzione ai parametri qualitativi materiali e immateriali dei differenti disciplinari, che si riflette in una diversa individuazione delle pratiche agronomiche e nei vincoli o suggerimenti proposti. La relazione ha voluto poi analizzare l'impatto di una pratica agronomica ovvero la lavorazione del terreno sui parametri produttivi, tecnologici, sanitari e di impatto ambientale. Dall'analisi della letteratura si evidenzia come l'adozione di tecniche di minima lavorazione del suolo determini vantaggi ambientali, per una riduzione emissione gas ad effetto serra e delle perdite di erosione, ma possa comportare in alcuni contesti produttivi delle perdite produttive, ma soprattutto una riduzione della qualità tecnologica e sanitaria delle produzioni. Pertanto si conferma come nella stesura di disciplinari di coltivazione sia fondamentale definire con chiarezza gli obiettivi prioritari dell'attività produttiva.
Disciplinari di produzione del grano duro: analisi delle pratiche agronomiche che ne migliorano la qualità tecnologica
AVELLINO, MARIANNA
2019/2020
Abstract
L'Italia è il maggiore produttore nel mondo di pasta, che risulta un tipico alimento del made in Italy. Rispetto al passato, anche le filiere del frumento duro hanno specializzato le produzioni orientandole al raggiungimento di più specifici obiettivi qualitativi, in risposta alle crescenti esigenze dei consumatori anche su prodotti alimentari di base. Le maggiori aziende, come ad esempio Barilla, La Molisana e Grano Armando, nel promuovere i propri prodotti tendono sempre più a caratterizzarlo con caratteristiche distintive rispetto a quelli della concorrenza. Per ottenere risultati di qualità, la filiera ha come prerequisito fondamentale la sicurezza, a cui si aggiungo in maniera variabile l'attenzione alle componenti qualitative, agli aspetti nutrizionali e sensoriali, e più recentemente ai requisiti immateriali che riguardano l'origine e il contesto produttivo. Inoltre, a seguito della normativa sull'etichettatura obbligatoria della provenienza della granella, il settore sta vedendo un incremento di richiesta di prodotti di origine italiana e una maggior necessità di realizzare contratti di filiera nazionali. Il principale elemento a favore per l'agricoltore nell'utilizzo dei contratti risiede nella sicurezza dell'allocazione della produzione a un prezzo precedentemente stabilito, che può beneficiare di un premio in funzione del livello qualitativo del prodotto o dell'attenzione e dei vincoli nel sistema produttivo. Le scelte agronomiche risultano spesso essere più vincolate o in alcuni casi, sono presenti divieti all'impiego di alcuni fattori tecnici. In questa relazione sono stati analizzati i disciplinari tecnici di alcune filiere produttive del frumento duro, in particolare quello di Identificazione Geografica Protetta (IGP) della pasta Gragnano, i disciplinari di produzione integrata di alcune regioni fortemente vocate alla coltura e quelli promossi da alcune importanti pastifici italiani (Barilla, La Molisana e Grano Armando). Dal confronto è emerso una diversa attenzione ai parametri qualitativi materiali e immateriali dei differenti disciplinari, che si riflette in una diversa individuazione delle pratiche agronomiche e nei vincoli o suggerimenti proposti. La relazione ha voluto poi analizzare l'impatto di una pratica agronomica ovvero la lavorazione del terreno sui parametri produttivi, tecnologici, sanitari e di impatto ambientale. Dall'analisi della letteratura si evidenzia come l'adozione di tecniche di minima lavorazione del suolo determini vantaggi ambientali, per una riduzione emissione gas ad effetto serra e delle perdite di erosione, ma possa comportare in alcuni contesti produttivi delle perdite produttive, ma soprattutto una riduzione della qualità tecnologica e sanitaria delle produzioni. Pertanto si conferma come nella stesura di disciplinari di coltivazione sia fondamentale definire con chiarezza gli obiettivi prioritari dell'attività produttiva.File | Dimensione | Formato | |
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