Le reazioni ad un evento traumatico sono complesse da valutare, specialmente in relazione alla loro credibilità. Anche in ambito clinico, esistono poche misure per la corretta identificazione del PTSD. La diagnosi si basa in gran parte sulla valutazione di sintomi auto-riferiti dai pazienti durante colloqui clinici; tuttavia, tale approccio potrebbe essere soggetto a distorsioni di memoria o finalizzato a incentivi sociali ed economici. Se un evento traumatico compromette in maniera significativa il funzionamento psicologico di un soggetto, causando un disturbo che è diagnosticabile a livello nosografico, la parte lesa può chiedere un risarcimento per “danno biologico di natura psichica.” Pertanto, uno dei compiti dello psicologo in ambito peritale è quello di valutare la credibilità dei sintomi lamentati per chiarire se questi siano autentici o esasperati. Dunque, quello che sembra mancare è un test di misurazione oggettiva alla diagnosi di PTSD. Recentemente, la ricerca in ambito psicologico si è focalizzata su tecniche di diagnosi basate sull'analisi dell'eloquio come valutazione dei disturbi psichiatrici (Bedi et al., 2014, 2015; Grünerbl et al., 2015; Karam et al., 2014; Muaremi et al 2014; Osmani et al., 2015; Vanello et al., 2012), indicando il tracciato vocale come un valido strumento di analisi per via del suo basso costo, delle sue caratteristiche remote, e della sua minima invasività. I recenti studi di Marmar e Scherer, basati sull'analisi spettrografica di soggetti con disturbo post traumatico da stress, dimostrano che le funzionalità vocali hanno un sostanziale potere discriminatorio nella previsione del disturbo. In particolare, le loro ricerche identificano caratteristiche del linguaggio in grado di individuare in maniera affidabile i casi di PTSD. Alla luce dei recenti risultati della letteratura, questo progetto si è proposto di confrontare i tracciati audio di due partecipanti, un soggetto simulatore PTSD e un soggetto onesto, a cui è stato somministrato il test di Rorschach. La peculiarità del test non si limita allo screening della sola performance visiva di un soggetto, ma ne permette anche la valutazione verbale, che sappiamo essere soggetta a varianze negli individui affetti da disturbi psichiatrici. Le analisi di vari aspetti del parlato (timbro, variazione di intensità e di tonalità, velocità dell'eloquio, perturbazione della frequenza e dell'ampiezza sonora) condotte tramite il software Praat hanno permesso di individuare nuove discriminanti tra sintomatologia PTSD autentica e simulata. L'obiettivo generale dello studio è quello di verificare se un individuo che simula PTSD sia in grado di riprodurre un tracciato acustico paragonabile a quello di un individuo che realmente soffre di tale disturbo. I dati emersi, seppur preliminari, presentano una sostanziale omogeneità nei tracciati acustici del soggetto simulatore e del soggetto. Le differenze, pur non essendo significative, sono a sfavore del soggetto simulatore di PTSD rispetto alle configurazioni acustiche presentate in letteratura. L'analisi dello spettro vocale può dunque essere considerata una potenziale discriminante al fine di riconoscere un soggetto simulatore della patologia da soggetti onesti.

Analisi del parlato e simulazione della malattia mentale: quale relazione? Uno studio sperimentale.

LALOSHI, LEDI
2019/2020

Abstract

Le reazioni ad un evento traumatico sono complesse da valutare, specialmente in relazione alla loro credibilità. Anche in ambito clinico, esistono poche misure per la corretta identificazione del PTSD. La diagnosi si basa in gran parte sulla valutazione di sintomi auto-riferiti dai pazienti durante colloqui clinici; tuttavia, tale approccio potrebbe essere soggetto a distorsioni di memoria o finalizzato a incentivi sociali ed economici. Se un evento traumatico compromette in maniera significativa il funzionamento psicologico di un soggetto, causando un disturbo che è diagnosticabile a livello nosografico, la parte lesa può chiedere un risarcimento per “danno biologico di natura psichica.” Pertanto, uno dei compiti dello psicologo in ambito peritale è quello di valutare la credibilità dei sintomi lamentati per chiarire se questi siano autentici o esasperati. Dunque, quello che sembra mancare è un test di misurazione oggettiva alla diagnosi di PTSD. Recentemente, la ricerca in ambito psicologico si è focalizzata su tecniche di diagnosi basate sull'analisi dell'eloquio come valutazione dei disturbi psichiatrici (Bedi et al., 2014, 2015; Grünerbl et al., 2015; Karam et al., 2014; Muaremi et al 2014; Osmani et al., 2015; Vanello et al., 2012), indicando il tracciato vocale come un valido strumento di analisi per via del suo basso costo, delle sue caratteristiche remote, e della sua minima invasività. I recenti studi di Marmar e Scherer, basati sull'analisi spettrografica di soggetti con disturbo post traumatico da stress, dimostrano che le funzionalità vocali hanno un sostanziale potere discriminatorio nella previsione del disturbo. In particolare, le loro ricerche identificano caratteristiche del linguaggio in grado di individuare in maniera affidabile i casi di PTSD. Alla luce dei recenti risultati della letteratura, questo progetto si è proposto di confrontare i tracciati audio di due partecipanti, un soggetto simulatore PTSD e un soggetto onesto, a cui è stato somministrato il test di Rorschach. La peculiarità del test non si limita allo screening della sola performance visiva di un soggetto, ma ne permette anche la valutazione verbale, che sappiamo essere soggetta a varianze negli individui affetti da disturbi psichiatrici. Le analisi di vari aspetti del parlato (timbro, variazione di intensità e di tonalità, velocità dell'eloquio, perturbazione della frequenza e dell'ampiezza sonora) condotte tramite il software Praat hanno permesso di individuare nuove discriminanti tra sintomatologia PTSD autentica e simulata. L'obiettivo generale dello studio è quello di verificare se un individuo che simula PTSD sia in grado di riprodurre un tracciato acustico paragonabile a quello di un individuo che realmente soffre di tale disturbo. I dati emersi, seppur preliminari, presentano una sostanziale omogeneità nei tracciati acustici del soggetto simulatore e del soggetto. Le differenze, pur non essendo significative, sono a sfavore del soggetto simulatore di PTSD rispetto alle configurazioni acustiche presentate in letteratura. L'analisi dello spettro vocale può dunque essere considerata una potenziale discriminante al fine di riconoscere un soggetto simulatore della patologia da soggetti onesti.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
852016_tesi.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 3.93 MB
Formato Adobe PDF
3.93 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/28919