La Guerra di Spagna, tragico conflitto anticipatore della Seconda Guerra Mondiale, impose a tutti gli intellettuali, i poeti, gli scrittori e gli artisti in generale di schierarsi con una delle due fazioni in lotta, che spesso e volentieri si servirono di nomi illustri per avvalorare la propria posizione. Contemporaneamente, in Italia dominava il regime fascista di Mussolini, che sin dallo scoppio del sollevamento militare spagnolo del 17 luglio 1936 guardò con profondo interesse il movimento guidato da Francisco Franco e vi partecipò attivamente, mandando armi e uomini a sostegno del generalissimo. Il mondo del giornalismo italiano era ovviamente controllato dal regime e dunque praticamente tutti gli organi di informazione diramavano informazioni volute e censurate spesso dallo stesso Mussolini; la Gazzetta del Popolo inoltre, sotto la direzione di Ermanno Amicucci, grande ammiratore e sostenitore del duce, divenne una sorta di organo di partito del fascimo. Questo studio ha dapprima indagato la presenza di uomini di cultura sulle pagine della Gazzetta del Popolo. I risultati sono stati scarsi, con l'eccezione di Miguel de Unamuno, al quale furono dedicati alcuni articoli, probabilmente per l'importanza del soggetto e le sue mutate posizioni politiche. Si è scelto dunque di ampliare la ricerca a tutte le notizie riguardanti la Spagna pubblicate nel periodo in considerazione. Sono stati trovati e analizzati centinaia di articoli di varia tipologia. Le cronache di guerra hanno mostrato un interesse esponenziale del quotidiano per la Guerra di Spagna, raccontata con una narrazione propagandistica, ovviamente a favore degli insorti. A partire da febbraio 1937 sul quotidiano torinese cominciò ad affacciarsi la questione dei volontari italiani in Spagna: dapprima gli articoli dichiararono che non vi era alcun volontario fascista in territorio spagnolo, poi, a seguito del ritiro dell'Italia dal Comitato di non intervento, la presenza italiana tra le truppe di Franco non solo non venne più taciuta, ma dichiarata a gran voce, vista come coraggioso sostegno alla liberazione della civiltà europea dal bolscevismo. Sono infine stati individuati alcuni approfondimenti sulla vita e sulla cultura spagnola: reportages di viaggio ad opera di Mario Viscardini, incentrati sul paesaggio e sull'architettura delle più importanti città iberiche, ritratti di gente comune incontrata da Giuseppe Valentini, un approfondimento di Lamberti Sorrentino sull'influenza inglese in Biscaglia e alcuni Epiloghi pungenti di Giovanni Ansaldo, che ripercorsero i punti più importanti della storia di Spagna. In conclusione, questo lavoro illustra come la Gazzetta del Popolo si sia interessata della guerra civile spagnola soprattutto in relazione ai benefici che avrebbe potuto portare all'Italia fascista: non vi fu, da quanto è possibile dedurre dagli articoli pubblicati, una reale intenzione di informare, spiegare e approfondire il conflitto nella sua complessità. Tuttavia, il quotidiano torinese si avvalse di giornalisti e corrispondenti di grande valore professionale, ottimi scrittori ed osservatori del mondo, che pur dovendo accettare (o avendo acquisito) una narrazione ed una visione imposta dal regime, non rinunciarono al proprio valore professionale.
Gli intellettuali e la Guerra di Spagna sulle pagine della Gazzetta del Popolo tra il 1936 e il 1937
RUSSO, WALLY
2019/2020
Abstract
La Guerra di Spagna, tragico conflitto anticipatore della Seconda Guerra Mondiale, impose a tutti gli intellettuali, i poeti, gli scrittori e gli artisti in generale di schierarsi con una delle due fazioni in lotta, che spesso e volentieri si servirono di nomi illustri per avvalorare la propria posizione. Contemporaneamente, in Italia dominava il regime fascista di Mussolini, che sin dallo scoppio del sollevamento militare spagnolo del 17 luglio 1936 guardò con profondo interesse il movimento guidato da Francisco Franco e vi partecipò attivamente, mandando armi e uomini a sostegno del generalissimo. Il mondo del giornalismo italiano era ovviamente controllato dal regime e dunque praticamente tutti gli organi di informazione diramavano informazioni volute e censurate spesso dallo stesso Mussolini; la Gazzetta del Popolo inoltre, sotto la direzione di Ermanno Amicucci, grande ammiratore e sostenitore del duce, divenne una sorta di organo di partito del fascimo. Questo studio ha dapprima indagato la presenza di uomini di cultura sulle pagine della Gazzetta del Popolo. I risultati sono stati scarsi, con l'eccezione di Miguel de Unamuno, al quale furono dedicati alcuni articoli, probabilmente per l'importanza del soggetto e le sue mutate posizioni politiche. Si è scelto dunque di ampliare la ricerca a tutte le notizie riguardanti la Spagna pubblicate nel periodo in considerazione. Sono stati trovati e analizzati centinaia di articoli di varia tipologia. Le cronache di guerra hanno mostrato un interesse esponenziale del quotidiano per la Guerra di Spagna, raccontata con una narrazione propagandistica, ovviamente a favore degli insorti. A partire da febbraio 1937 sul quotidiano torinese cominciò ad affacciarsi la questione dei volontari italiani in Spagna: dapprima gli articoli dichiararono che non vi era alcun volontario fascista in territorio spagnolo, poi, a seguito del ritiro dell'Italia dal Comitato di non intervento, la presenza italiana tra le truppe di Franco non solo non venne più taciuta, ma dichiarata a gran voce, vista come coraggioso sostegno alla liberazione della civiltà europea dal bolscevismo. Sono infine stati individuati alcuni approfondimenti sulla vita e sulla cultura spagnola: reportages di viaggio ad opera di Mario Viscardini, incentrati sul paesaggio e sull'architettura delle più importanti città iberiche, ritratti di gente comune incontrata da Giuseppe Valentini, un approfondimento di Lamberti Sorrentino sull'influenza inglese in Biscaglia e alcuni Epiloghi pungenti di Giovanni Ansaldo, che ripercorsero i punti più importanti della storia di Spagna. In conclusione, questo lavoro illustra come la Gazzetta del Popolo si sia interessata della guerra civile spagnola soprattutto in relazione ai benefici che avrebbe potuto portare all'Italia fascista: non vi fu, da quanto è possibile dedurre dagli articoli pubblicati, una reale intenzione di informare, spiegare e approfondire il conflitto nella sua complessità. Tuttavia, il quotidiano torinese si avvalse di giornalisti e corrispondenti di grande valore professionale, ottimi scrittori ed osservatori del mondo, che pur dovendo accettare (o avendo acquisito) una narrazione ed una visione imposta dal regime, non rinunciarono al proprio valore professionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/28785