Breve profilo biografico e artistico di Jacques Iverny ​

Oggetto della tesi è la figura di Jacques Iverny, artista avignonese attivo tra il secondo ed il quarto decennio del XV secolo, la cui riscoperta, dopo un lungo periodo di oblio, avvenne nel secolo XIX, grazie a ricerche essenzialmente di natura archivistica. Gli studi volti a definire la sua attività e le sue caratteristiche stilistiche presero l’abbrivio nei primi decenni del secolo scorso, a partire dalle ricerche pioneristiche condotte da Lionello Venturi sull’unica opera autografa del pittore, rappresentata dal trittico Madonna con il Bambino e i santi Stefano e Lucia, ospitata nella Galleria sabauda di Torino. Tranne un articolo della Eileen Kane pubblicato sul Burlington Magazine del 1987, non risulta che ad oggi sia stata prodotta un’opera monografica a lui dedicata, che ne consideri e riunisca gli aspetti biografici, il contesto storico ed artistico all’interno del quale egli operò, la fortuna critica e la produzione artistica, della quale ci sono pervenute solo due opere di sicura attribuzione, sebbene le fonti ne citino altre che il tempo ha disperso. Si è quindi voluto realizzare una piccola silloge degli studi critici che nel tempo sono stati condotti su Iverny, sul quale hanno agito, come radici ispirative, sia suggestioni provenienti dall’ambiente parigino ed appartenenti al gusto del gotico internazionale, sia impulsi che derivano dalle esperienze elaborate in Avignone al tempo dei papi. Le indagini storiografiche hanno inoltre rivelato nella sua opera la presenza di riferimenti a vocaboli figurativi di derivazione catalana e borgognona, che testimoniano la vivacità culturale della città provenzale e la sua capacità di attrarre artisti anche durante il periodo del grande scisma d’Occidente e negli anni successivi. ​