Le modificazioni del clima non sono un fenomeno nuovo. L'aspetto preoccupante dei cambiamenti climatici in corso, registrati a partire dalla seconda metà del XX secolo, però, è la rapidità e l'intensità con cui questi si stanno manifestando. Il documento “IPCC, 2014: Climate Change 2014: Synthesis Report. Contribution of Working Groups I, II and III to the Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change”, ha ribadito che: “il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile e, a partire dagli anni '50, molti dei cambiamenti osservati sono senza precedenti su scale temporali che variano da decenni a millenni. L'atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, le quantità di neve e ghiaccio si sono ridotte, il livello del mare si è alzato, e le concentrazioni di gas serra sono aumentate”. L'uomo con le sue attività è responsabile del rilascio di gas serra, quali anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido d'azoto (N2O), biossido di zolfo (SO2) ozono (O3), etilene (C2H4), cloroflocarburi (CFC). Le attività antropiche che più influiscono sui cambiamenti climatici sono, senza dubbio, quelle legate all'uso di energia, in particolare derivata da combustibili fossili, uso del suolo e deforestazione. Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono visibili non solo su scala globale; innalzamenti della temperatura, modifiche nelle precipitazioni e maggior incidenza di eventi estremi sono ormai una realtà per quello che riguarda lo scenario meteorologico nazionale e, a livello regionale, pugliese. Tra i comparti produttivi, il settore agricolo è quello più esposto alle modificazioni del clima. La produttività agricola sarà sempre più incostante, minacciata da fenomeni meteorologici estremi, dalla comparsa di nuovi parassiti e crittogame, dal degrado delle acque, dall'erosione, dalla sodicizzazione e dalla perdita di fertilità generale dei suoli. La seconda parte della relazione finale analizza la struttura del settore agricolo della Regione Puglia, comparto che riveste un ruolo di primaria importanza nell'economia della regione e i cui prodotti principali sono: frumento duro, pomodoro da industria, olio di oliva, vino e uva da tavola, ciliegie e carciofi. Tra queste, la filiera olivicola e vitivinicola e, più in generale, le colture permanenti, occupano il peso economicamente più rilevante, i cui prodotti di qualità sono riconosciuti e apprezzati anche sui mercati esteri. Per le sue caratteristiche intrinseche di durata del ciclo produttivo e inscindibilità dal fattore suolo, il comparto frutticolo è, però, quello si dimostra meno elastico nei confronti dei cambiamenti climatici e più esposto alle sue minacce. In futuro gli imprenditori, per far fronte ai cambiamenti imposti dall'aumento della temperatura globale e delle sue conseguenze, dovranno essere in grado di rimodulare le proprie scelte produttive. In merito a questo, vengono proposti due esempi di produzioni frutticole ad alto reddito che potrebbero portare gli agricoltori a differenziare il proprio reddito. Il settore agricolo dovrà anche essere in grado di intraprendere con sempre più attenzione la strada di una produzione più sostenibile, per la salvaguardia dell'ambiente e del territorio.

Cambiamenti climatici: potenziali impatti e prospettive del comparto frutticolo pugliese

IMPALEA, AMANDA
2019/2020

Abstract

Le modificazioni del clima non sono un fenomeno nuovo. L'aspetto preoccupante dei cambiamenti climatici in corso, registrati a partire dalla seconda metà del XX secolo, però, è la rapidità e l'intensità con cui questi si stanno manifestando. Il documento “IPCC, 2014: Climate Change 2014: Synthesis Report. Contribution of Working Groups I, II and III to the Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change”, ha ribadito che: “il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile e, a partire dagli anni '50, molti dei cambiamenti osservati sono senza precedenti su scale temporali che variano da decenni a millenni. L'atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, le quantità di neve e ghiaccio si sono ridotte, il livello del mare si è alzato, e le concentrazioni di gas serra sono aumentate”. L'uomo con le sue attività è responsabile del rilascio di gas serra, quali anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido d'azoto (N2O), biossido di zolfo (SO2) ozono (O3), etilene (C2H4), cloroflocarburi (CFC). Le attività antropiche che più influiscono sui cambiamenti climatici sono, senza dubbio, quelle legate all'uso di energia, in particolare derivata da combustibili fossili, uso del suolo e deforestazione. Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono visibili non solo su scala globale; innalzamenti della temperatura, modifiche nelle precipitazioni e maggior incidenza di eventi estremi sono ormai una realtà per quello che riguarda lo scenario meteorologico nazionale e, a livello regionale, pugliese. Tra i comparti produttivi, il settore agricolo è quello più esposto alle modificazioni del clima. La produttività agricola sarà sempre più incostante, minacciata da fenomeni meteorologici estremi, dalla comparsa di nuovi parassiti e crittogame, dal degrado delle acque, dall'erosione, dalla sodicizzazione e dalla perdita di fertilità generale dei suoli. La seconda parte della relazione finale analizza la struttura del settore agricolo della Regione Puglia, comparto che riveste un ruolo di primaria importanza nell'economia della regione e i cui prodotti principali sono: frumento duro, pomodoro da industria, olio di oliva, vino e uva da tavola, ciliegie e carciofi. Tra queste, la filiera olivicola e vitivinicola e, più in generale, le colture permanenti, occupano il peso economicamente più rilevante, i cui prodotti di qualità sono riconosciuti e apprezzati anche sui mercati esteri. Per le sue caratteristiche intrinseche di durata del ciclo produttivo e inscindibilità dal fattore suolo, il comparto frutticolo è, però, quello si dimostra meno elastico nei confronti dei cambiamenti climatici e più esposto alle sue minacce. In futuro gli imprenditori, per far fronte ai cambiamenti imposti dall'aumento della temperatura globale e delle sue conseguenze, dovranno essere in grado di rimodulare le proprie scelte produttive. In merito a questo, vengono proposti due esempi di produzioni frutticole ad alto reddito che potrebbero portare gli agricoltori a differenziare il proprio reddito. Il settore agricolo dovrà anche essere in grado di intraprendere con sempre più attenzione la strada di una produzione più sostenibile, per la salvaguardia dell'ambiente e del territorio.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
859063_impalea_amanda_.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.38 MB
Formato Adobe PDF
1.38 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/28670