L'argomento di questo elaborato è una raccolta di narrazioni edificanti databile al VII secolo e attribuita a un certo Anastasio monaco, la cosiddetta collezione B (CPG 7758). La tesi si compone di due capitoli: nel primo si delinea un inquadramento generale, nel secondo si fornisce la prima traduzione italiana dei testi corredata di un commento. Quest'ultimo si propone di indagare in sintesi aspetti linguistici, critico-testuali e storici, con particolare attenzione agli elementi utili a identificare un possibile contesto di produzione e diffusione. La mia traduzione, rispetto a quelle inglesi (le uniche disponibili al momento), cerca di mantenersi più fedele al testo di partenza. Non mi sono note al momento pubblicazioni incentrate su un'analisi approfondita dell'opera che mi propongo di studiare: ciò è verosimilmente dovuto alla scarsa attenzione finora suscitata da un genere letterario considerato minore quale quello delle διηγήσεις ψυχωφελῆ. Con le giuste cautele, l'opera oggetto di studio si rivela una fonte preziosa per ricostruire la temperie storica e culturale dell'area siro-palestinese e cipriota nel VII secolo, con interessantissimi spunti per lo studio della superstizione, del folklore e della prassi liturgica dell'epoca.

La collezione B dei racconti edificanti di "Anastasio monaco". Traduzione e commento

PERASSI, AGNESE
2019/2020

Abstract

L'argomento di questo elaborato è una raccolta di narrazioni edificanti databile al VII secolo e attribuita a un certo Anastasio monaco, la cosiddetta collezione B (CPG 7758). La tesi si compone di due capitoli: nel primo si delinea un inquadramento generale, nel secondo si fornisce la prima traduzione italiana dei testi corredata di un commento. Quest'ultimo si propone di indagare in sintesi aspetti linguistici, critico-testuali e storici, con particolare attenzione agli elementi utili a identificare un possibile contesto di produzione e diffusione. La mia traduzione, rispetto a quelle inglesi (le uniche disponibili al momento), cerca di mantenersi più fedele al testo di partenza. Non mi sono note al momento pubblicazioni incentrate su un'analisi approfondita dell'opera che mi propongo di studiare: ciò è verosimilmente dovuto alla scarsa attenzione finora suscitata da un genere letterario considerato minore quale quello delle διηγήσεις ψυχωφελῆ. Con le giuste cautele, l'opera oggetto di studio si rivela una fonte preziosa per ricostruire la temperie storica e culturale dell'area siro-palestinese e cipriota nel VII secolo, con interessantissimi spunti per lo studio della superstizione, del folklore e della prassi liturgica dell'epoca.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/28502