This work analyzes the In-house providing institute of praetorian origin, which established itself at Community level through the "Teckal" ruling in 1999. By resorting to this institute, the Public Administration can entrust "directly" the management and supply of public services to formally third party companies, generally joint stock companies. Since this is a direct assignment, this institution represents a derogation from the general public tender procedure. Specifically, the European Court of Justice in its ruling of 18 November 1999, relating to procedure C-107/98, established that it is not necessary to resort to the public procedure for the choice of the contractor whenever the public contracting entity exercises on the successful tenderer a "Similar control" to that exercised on its services and, at the same time, the successful tenderer carries out the "most important part of its business" in favor of the local authority that controls it. After an analysis of the subsequent jurisprudential rulings that have outlined and specified more fully the aforementioned requirements, the study will proceed to a detailed examination of the qualifying elements of the analogous control and the prevailing activity. The treaty will continue with the careful investigation of the process of transposition and adaptation of the national legislation on the subject of "In house providing", which presented many problems, and then culminate with the examination of the Directives 2014/24 / EU of the ordinary sectors , 2014/25 / EU on procurement procedures in institutions dispensers in the water, energy, transport and postal services sectors (so-called Sectors special), and 2014/23 / EU on concession contracts. It is only with the introduction of the aforementioned provisions that we arrive at a positive discipline in the field of In house providing. In particular, it is with the aforementioned Directives that we arrive at a detailed and exhaustive regulation, through the indication of the prerequisites and qualifying requirements to identify them. At national level, a role of primary importance is assumed by the new Code of Contracts, which among the various innovations introduced, provides a list in which the general details of the contracting authorities wishing to make use of this institution and its in-house company. the study wants to underline how the In house providing is an institute still under development whose application still raises many perplexities.

Il presente lavoro analizza l'istituto di origine pretoria dell'In house providing, affermatosi a livello comunitario attraverso la sentenza “Teckal” nel 1999. Ricorrendo a questo istituto, la Pubblica Amministrazione può affidare “in via diretta” la gestione e l'erogazione di servizi pubblici a società formalmente terze, in genere società di capitali. Poiché si tratta di un affidamento diretto, suddetto istituto rappresenta una deroga alla generale procedura ad evidenza pubblica. Nello specifico, la Corte di Giustizia Europea nella sentenza 18 novembre 1999, relativa al procedimento C-107/98, stabiliva che non è necessario ricorrere alla procedura ad evidenza pubblica per la scelta del contraente ogniqualvolta l'ente pubblico aggiudicatore esercita sull'aggiudicatario un “controllo analogo” a quello esercitato sui propri servizi e, contestualmente, l'aggiudicatario svolge la “parte più importante della propria attività” a favore dell'ente locale che lo controlla. Dopo un'analisi delle successive pronunce giurisprudenziali che hanno delineato e specificato in modo più esaustivo i su menzionati requisiti, lo studio procederà ad un esame dettagliato degli elementi qualificatori del controllo analogo e dell'attività prevalente. Il trattato proseguirà con l'accurata indagine sul percorso di recepimento e adattamento della normativa nazionale in tema di “In house providing”, che ha presentato non pochi problemi, per poi culminare con l'esame delle Direttive 2014/24/UE dei settori ordinari, 2014/25/UE sulle procedure d'appalto negli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali (cd. Settori speciali), e 2014/23/UE sui contratti di concessione. È solo con l'introduzione delle su menzionate disposizioni che si giunge ad una disciplina positiva in materia di In house providing. In particolare, è con le suddette Direttive che si arriva ad una normativa dettagliata ed esaustiva, attraverso l'indicazione dei presupposti e i requisiti qualificatori per individuarli. In ambito nazionale un ruolo di primaria importanza è assunto dal nuovo Codice dei Contratti, che tra le diverse novità introdotte, prevede un elenco nel quale sono indicate le generalità delle le amministrazioni aggiudicatrici che intendono far uso di questo istituto e delle relative società in house. lo studio vuole sottolineare come l'In house providing sia un isituto ancora in corso di evoluzione la cui applicazione desta ancora numerose perplessità.

In house providing

SANTAMARINA, PAOLO
2019/2020

Abstract

Il presente lavoro analizza l'istituto di origine pretoria dell'In house providing, affermatosi a livello comunitario attraverso la sentenza “Teckal” nel 1999. Ricorrendo a questo istituto, la Pubblica Amministrazione può affidare “in via diretta” la gestione e l'erogazione di servizi pubblici a società formalmente terze, in genere società di capitali. Poiché si tratta di un affidamento diretto, suddetto istituto rappresenta una deroga alla generale procedura ad evidenza pubblica. Nello specifico, la Corte di Giustizia Europea nella sentenza 18 novembre 1999, relativa al procedimento C-107/98, stabiliva che non è necessario ricorrere alla procedura ad evidenza pubblica per la scelta del contraente ogniqualvolta l'ente pubblico aggiudicatore esercita sull'aggiudicatario un “controllo analogo” a quello esercitato sui propri servizi e, contestualmente, l'aggiudicatario svolge la “parte più importante della propria attività” a favore dell'ente locale che lo controlla. Dopo un'analisi delle successive pronunce giurisprudenziali che hanno delineato e specificato in modo più esaustivo i su menzionati requisiti, lo studio procederà ad un esame dettagliato degli elementi qualificatori del controllo analogo e dell'attività prevalente. Il trattato proseguirà con l'accurata indagine sul percorso di recepimento e adattamento della normativa nazionale in tema di “In house providing”, che ha presentato non pochi problemi, per poi culminare con l'esame delle Direttive 2014/24/UE dei settori ordinari, 2014/25/UE sulle procedure d'appalto negli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali (cd. Settori speciali), e 2014/23/UE sui contratti di concessione. È solo con l'introduzione delle su menzionate disposizioni che si giunge ad una disciplina positiva in materia di In house providing. In particolare, è con le suddette Direttive che si arriva ad una normativa dettagliata ed esaustiva, attraverso l'indicazione dei presupposti e i requisiti qualificatori per individuarli. In ambito nazionale un ruolo di primaria importanza è assunto dal nuovo Codice dei Contratti, che tra le diverse novità introdotte, prevede un elenco nel quale sono indicate le generalità delle le amministrazioni aggiudicatrici che intendono far uso di questo istituto e delle relative società in house. lo studio vuole sottolineare come l'In house providing sia un isituto ancora in corso di evoluzione la cui applicazione desta ancora numerose perplessità.
ITA
This work analyzes the In-house providing institute of praetorian origin, which established itself at Community level through the "Teckal" ruling in 1999. By resorting to this institute, the Public Administration can entrust "directly" the management and supply of public services to formally third party companies, generally joint stock companies. Since this is a direct assignment, this institution represents a derogation from the general public tender procedure. Specifically, the European Court of Justice in its ruling of 18 November 1999, relating to procedure C-107/98, established that it is not necessary to resort to the public procedure for the choice of the contractor whenever the public contracting entity exercises on the successful tenderer a "Similar control" to that exercised on its services and, at the same time, the successful tenderer carries out the "most important part of its business" in favor of the local authority that controls it. After an analysis of the subsequent jurisprudential rulings that have outlined and specified more fully the aforementioned requirements, the study will proceed to a detailed examination of the qualifying elements of the analogous control and the prevailing activity. The treaty will continue with the careful investigation of the process of transposition and adaptation of the national legislation on the subject of "In house providing", which presented many problems, and then culminate with the examination of the Directives 2014/24 / EU of the ordinary sectors , 2014/25 / EU on procurement procedures in institutions dispensers in the water, energy, transport and postal services sectors (so-called Sectors special), and 2014/23 / EU on concession contracts. It is only with the introduction of the aforementioned provisions that we arrive at a positive discipline in the field of In house providing. In particular, it is with the aforementioned Directives that we arrive at a detailed and exhaustive regulation, through the indication of the prerequisites and qualifying requirements to identify them. At national level, a role of primary importance is assumed by the new Code of Contracts, which among the various innovations introduced, provides a list in which the general details of the contracting authorities wishing to make use of this institution and its in-house company. the study wants to underline how the In house providing is an institute still under development whose application still raises many perplexities.
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