Since the 1950s, the study of color has become famous worldwide thanks to Lüscher's projec-tive test, which supports the predilection or rejection of a specific color, reveals precise characteristic aspects and emotional tendencies towards affective and relationship life. In this paper we go through the scientific evidences of a support of a "color psychology", up to hypothesize the possibilities included in these studies in the therapeutic field. In particular, we will focus on the main psycho-biological mechanisms of color perception [Hurvich and Jameson, (1957)], and its relationship with language [Regier and Kay (2009)] and emotions [ Elliot, Fairchild and Franklin (2015)]. Finally, we will analyze the application of exposure to bright colors in psychological and pharmaceutical therapies. There are several studies linking the quality of life of terminally ill patients as a function of perceived stress [Gruzelier, Smith, Nagy & Henderson, (2001); Nagamine & Shimizu, (2003).], and only recently it has been proven that the exposition to different colors can reduce the level of salivary chromogranin (CgA) and cortisol in saliva [Yumi and Harue (2007 )]. Furthermore, the use of colors implies an important placebo effect attributable to the color of the pill or package during the administration of specific drugs [Craen, Roos, de Vries, Kleijnen (1996)]. The color effect is very important for cognition in brain injury patients. [Kodama, Morita, Doi, Shoji, Shigemori, (2010).]. ​
Dagli anni '50 del '900 lo studio del colore diventa celebre a livello mondiale grazie al test proiettivo di Lüscher, che sosteneva che la predilezione o il rifiuto per un colore possono rivelare precisi aspetti caratteriali e tendenze emotive nei confronti della vita affettiva e di relazione. In questo elaborato percorriamo quelle che sono le evidenze scientifiche a supporto di una "psicologia del colore", fino ad ipotizzare le possibili inclusioni di questi studi in ambito terapeutico. In particolare ci concentreremo su principali meccanismi psico-biologici della percezione del colore [Hurvich e Jameson, (1957)], e della sua relazione con il linguaggio [Regier e Kay (2009)] e le emozioni [Elliot, Fairchild e Franklin (2015)]. Infine si analizzerà l'efficacia dell'esposizione a colori brillanti nelle terapie psicologiche e farmaceutiche. Sono diversi gli studi che collegano la qualità della vita di malati terminali come funzione dello stress percepito [Gruzelier, Smith, Nagy e Henderson, (2001); Nagamine e Shimizu, (2003).], e solo recentemente si è dimostrato come l'esposizione a determinati colori possa ridurre il livello di cromogranina salivare (CgA) e di cortisolo nella saliva [Yumi e Harue (2007)]. Inoltre l'uso dei colori implica un importante effetto placebo attribuibile al colore della pillola o della confezione durante la somministrazione di farmaci specifici [de Craen, Roos, de Vries e Kleijnen (1996)]. L'effetto del colore si è dimostrato anche importante per la cognizione in pazienti con lesioni cerebrali. [Kodama, Morita, Doi, Shoji e Shigemori, (2010).]. ​
Il colore come strumento per la terapia
GIUDICE, GUIDO
2019/2020
Abstract
Dagli anni '50 del '900 lo studio del colore diventa celebre a livello mondiale grazie al test proiettivo di Lüscher, che sosteneva che la predilezione o il rifiuto per un colore possono rivelare precisi aspetti caratteriali e tendenze emotive nei confronti della vita affettiva e di relazione. In questo elaborato percorriamo quelle che sono le evidenze scientifiche a supporto di una "psicologia del colore", fino ad ipotizzare le possibili inclusioni di questi studi in ambito terapeutico. In particolare ci concentreremo su principali meccanismi psico-biologici della percezione del colore [Hurvich e Jameson, (1957)], e della sua relazione con il linguaggio [Regier e Kay (2009)] e le emozioni [Elliot, Fairchild e Franklin (2015)]. Infine si analizzerà l'efficacia dell'esposizione a colori brillanti nelle terapie psicologiche e farmaceutiche. Sono diversi gli studi che collegano la qualità della vita di malati terminali come funzione dello stress percepito [Gruzelier, Smith, Nagy e Henderson, (2001); Nagamine e Shimizu, (2003).], e solo recentemente si è dimostrato come l'esposizione a determinati colori possa ridurre il livello di cromogranina salivare (CgA) e di cortisolo nella saliva [Yumi e Harue (2007)]. Inoltre l'uso dei colori implica un importante effetto placebo attribuibile al colore della pillola o della confezione durante la somministrazione di farmaci specifici [de Craen, Roos, de Vries e Kleijnen (1996)]. L'effetto del colore si è dimostrato anche importante per la cognizione in pazienti con lesioni cerebrali. [Kodama, Morita, Doi, Shoji e Shigemori, (2010).]. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/28451