Living organ donation is becoming an increasingly important component of transplant programs in many countries. This derives from the fact that, unfortunately, the availability of kidneys from deceased people is largely insufficient to satisfy the real need. The number of patients on the waiting list constantly increases over time, making the search for alternatives essential. The thesis deals with the topic of kidney transplantation from living donors, focusing in particular on the delicate ethical problems connected with and on the consequent legislative norms that have gradually regulated them over time to minimize the risks to which the donor, in particular, may be subjected, such as "weak link" of the whole process, that is the person who would have the most to lose if his act was not actually informed, free, gratis and aware. The risks associated with psychological pressures, economic needs, coercions of any other nature, both in the family and in the wider social context, are numerous and it is essential to be able to evaluate them professionally and neutrally in order to exclude them as reasons for the donation. Over the last few decades, the ethical-legal aspects of living transplantation have been the subject of legislative measures, declarations, codes, treaties, guidelines, as well as a specialized national and international literature, of which the thesis gives an extensive report. This resulted in the institution of a guarantor for the donor, who in Italy is represented by the Third Party Commission, nominated by the Health Authority of the Transplant Center or by the Regional Center of reference, neutral and unrelated to the medical team that follows donor and recipient in the transplant process. This commission was established with the Decree of the Ministry of Health n.116 art 2 - April 16th , 2010, which states as follows: "The functions attributed to the "Third Commission" are aimed at verifying that recipients and potential donors have acted according to the principles of informed, free and conscious consent, and have also received all the information relating to their clinical case, risk factors and the real chances of success offered both by dead and living donor organ transplant, also in terms of survival of the organ and the patient. The third Commission also supervises in order to prevent the risks related to the organ trafficking or coercing donations, in compliance with the guidelines established by the National Transplant Center. It also verifies the existence of consanguinity with the recipient or, in the absence of consanguinity, of a legal or emotional bond”. The role of the "Third Party Commission" has acquired further importance with the legal recognition (also in 2010) of the so-called "donation by altruistic strangers" and of the "cross match donation", which allow the transfer of organs also between donors and recipients that are unknown to each other. In such cases, the fear that the motivation of the gesture could be altered by questionable reasons can be reinforced. The issue is therefore extremely complex, from a clinical, ethical and juridical point of view. To reduce the need for living transplantation, the prevention of pathologies that lead to organ failure should be strengthened, new developments and the possibilities provided by stem cell technology to repair damaged organs should be monitored. Furthermore, we should encourage through widespread and adequate information, the donation from the deceased through DATs. We should also consider the possibility of xenotransplantation involving public debate.
La donazione di organi viventi sta diventando una componente sempre più importante dei programmi di trapianto in molti Paesi. Ciò deriva dal fatto che, purtroppo, la disponibilità di reni da persone decedute è ampiamente insufficiente a soddisfare la reale necessità. Il numero di pazienti in lista d’attesa aumenta costantemente nel tempo, rendendo indispensabile la ricerca di alternative. La tesi affronta il tema del trapianto di rene da donatore vivente, focalizzandosi in particolare sulle delicate problematiche etiche connesse e sulle conseguenti norme legislative che man mano nel tempo le hanno regolamentate per ridurre al minimo i rischi cui può essere sottoposto soprattutto il donatore, quale “anello debole” di tutto il processo, ovvero la persona che più avrebbe da perdere se il suo atto non fosse effettivamente informato, libero, gratuito e consapevole. I rischi legati a pressioni psicologiche, necessità economiche, coercizioni di qualsiasi altra natura, sia in ambito famigliare, sia nel più ampio contesto sociale, sono numerosi ed è imprescindibile poterli valutare con professionalità e neutralità al fine di escluderli come motivazioni all’atto della donazione. Gli aspetti etico-legali del trapianto da vivente sono stati oggetto nel corso degli ultimi decenni di provvedimenti legislativi, dichiarazioni, codici, trattati, linee guida, nonché di una letteratura specializzata nazionale ed internazionale, di cui la tesi da ampio resoconto. Ne è derivata l’istituzione di una figura garante del donatore, che in Italia è rappresentata dalla Commissione Parte Terza, nominata dall’Azienda sanitaria sede del Centro Trapianti o dal Centro Regionale di riferimento, neutrale ed estranea all’équipe che segue donatore e ricevente nel processo trapiantologico. E’ stata istituita con il Decreto del Ministero della Salute n.116 art 2 - 16 aprile 2010, che così recita: “ Le funzioni attribuite alla «Commissione terza» sono finalizzate a verificare che i riceventi e i potenziali donatori abbiano agito secondo i principi del consenso informato, libero e consapevole, ed abbiano inoltre ricevuto tutte le informazioni relative al proprio caso clinico, ai fattori di rischio e alle reali possibilità di successo offerte dal trapianto da donatore cadavere e dal trapianto da donatore vivente, anche in termini di sopravvivenza dell’organo e del paziente. La Commissione terza vigila, altresì, al fine di prevenire i rischi di commercializzazione di organi o di coercizione nella donazione, nel rispetto delle linee guida disposte dal Centro nazionale trapianti. Verifica inoltre, l'esistenza di consanguineità con il ricevente o, in assenza di consanguineità, di legame di legge o affettivo”. Il ruolo della “Commissione Parte Terza” ha acquisito ulteriore importanza con il riconoscimento anche giuridico (sempre nel 2010) della cosiddetta “Donazione Samaritana” e di quella a “modalità incrociata”, che consentono il passaggio d’organo anche tra donatori e riceventi tra loro sconosciuti. I tali casi si può rafforzare il timore che la motivazione del gesto possa essere alterata da discutibili ragioni. La tematica risulta quindi essere estremamente complessa, dal punto di vista clinico, etico, giuridico. Per ridurre la necessità di trapianto da vivente, bisognerebbe potenziare la prevenzione delle patologie che portano all’insufficienza d’organo, monitorare i nuovi sviluppi e le possibilità fornite dalla tecnologia delle cellule staminali per riparare gli organi danneggiati, incentivare attraverso una capillare ed adeguata informazione la donazione da deceduto mediante le DAT, considerare la possibilità degli xenotrapianti coinvolgendo il dibattito pubblico.
I TRAPIANTI DI RENE TRA PERSONE VIVENTI E IL RUOLO DELLA COMISSIONE DELLA PARTE TERZA
RUIZ MORÀN, GLENDA PATRICIA
2020/2021
Abstract
La donazione di organi viventi sta diventando una componente sempre più importante dei programmi di trapianto in molti Paesi. Ciò deriva dal fatto che, purtroppo, la disponibilità di reni da persone decedute è ampiamente insufficiente a soddisfare la reale necessità. Il numero di pazienti in lista d’attesa aumenta costantemente nel tempo, rendendo indispensabile la ricerca di alternative. La tesi affronta il tema del trapianto di rene da donatore vivente, focalizzandosi in particolare sulle delicate problematiche etiche connesse e sulle conseguenti norme legislative che man mano nel tempo le hanno regolamentate per ridurre al minimo i rischi cui può essere sottoposto soprattutto il donatore, quale “anello debole” di tutto il processo, ovvero la persona che più avrebbe da perdere se il suo atto non fosse effettivamente informato, libero, gratuito e consapevole. I rischi legati a pressioni psicologiche, necessità economiche, coercizioni di qualsiasi altra natura, sia in ambito famigliare, sia nel più ampio contesto sociale, sono numerosi ed è imprescindibile poterli valutare con professionalità e neutralità al fine di escluderli come motivazioni all’atto della donazione. Gli aspetti etico-legali del trapianto da vivente sono stati oggetto nel corso degli ultimi decenni di provvedimenti legislativi, dichiarazioni, codici, trattati, linee guida, nonché di una letteratura specializzata nazionale ed internazionale, di cui la tesi da ampio resoconto. Ne è derivata l’istituzione di una figura garante del donatore, che in Italia è rappresentata dalla Commissione Parte Terza, nominata dall’Azienda sanitaria sede del Centro Trapianti o dal Centro Regionale di riferimento, neutrale ed estranea all’équipe che segue donatore e ricevente nel processo trapiantologico. E’ stata istituita con il Decreto del Ministero della Salute n.116 art 2 - 16 aprile 2010, che così recita: “ Le funzioni attribuite alla «Commissione terza» sono finalizzate a verificare che i riceventi e i potenziali donatori abbiano agito secondo i principi del consenso informato, libero e consapevole, ed abbiano inoltre ricevuto tutte le informazioni relative al proprio caso clinico, ai fattori di rischio e alle reali possibilità di successo offerte dal trapianto da donatore cadavere e dal trapianto da donatore vivente, anche in termini di sopravvivenza dell’organo e del paziente. La Commissione terza vigila, altresì, al fine di prevenire i rischi di commercializzazione di organi o di coercizione nella donazione, nel rispetto delle linee guida disposte dal Centro nazionale trapianti. Verifica inoltre, l'esistenza di consanguineità con il ricevente o, in assenza di consanguineità, di legame di legge o affettivo”. Il ruolo della “Commissione Parte Terza” ha acquisito ulteriore importanza con il riconoscimento anche giuridico (sempre nel 2010) della cosiddetta “Donazione Samaritana” e di quella a “modalità incrociata”, che consentono il passaggio d’organo anche tra donatori e riceventi tra loro sconosciuti. I tali casi si può rafforzare il timore che la motivazione del gesto possa essere alterata da discutibili ragioni. La tematica risulta quindi essere estremamente complessa, dal punto di vista clinico, etico, giuridico. Per ridurre la necessità di trapianto da vivente, bisognerebbe potenziare la prevenzione delle patologie che portano all’insufficienza d’organo, monitorare i nuovi sviluppi e le possibilità fornite dalla tecnologia delle cellule staminali per riparare gli organi danneggiati, incentivare attraverso una capillare ed adeguata informazione la donazione da deceduto mediante le DAT, considerare la possibilità degli xenotrapianti coinvolgendo il dibattito pubblico.File | Dimensione | Formato | |
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