Il bisfenolo A (BPA) è una molecola largamente impiegata nella produzione delle plastiche, viene usata come monomero base per la sintesi di resine epossidiche e policarbonati. Le caratteristiche di questi polimeri hanno permesso di impiegarli in una vastissima gamma di prodotti: dagli imballaggi di cibi e bevande, ai giocattoli per bambini, passando per gli utensili da cucina, i prodotti odontoiatrici e la carta termica degli scontrini. Negli ultimi anni questo composto è stato protagonista di numerosi dibattiti perché riconosciuto come interferente endocrino a causa della sua natura estrogenica. L'esposizione può avvenire sia per ingestione che per contatto. Una volta nel corpo viene metabolizzato nel fegato e in parte smaltito con l'urina. Gli effetti dell'esposizione possono essere molteplici e tra i più gravi troviamo implicazioni in malattie cardio-vascolari, problemi metabolici, cancro e infertilità. Sono stati ampiamente studiati i possibili problemi causati dal BPA sulla fertilità maschile. La maggior parte degli studi è stata condotta su modelli animali, spesso roditori. I risultati più importanti evidenziano come diverse dosi di BPA possano interferire con la riproduzione maschile a più livelli: sull'asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, alterando le caratteristiche principali degli spermatozoi, inducendo morte cellulare o modificando l'espressione genica di markers associati alla spermatogenesi. Gli studi epidemiologici sulle popolazioni umane per il momento hanno però fornito risultati contrastanti. I lavori sperimentali presi in considerazione per questo elaborato analizzano gli effetti dell'esposizione cronica a diverse dosi di BPA sulla fertilità di topi maschi adulti (Liu et al., 2020) e gli effetti transgenerazionali sempre a seguito di esposizione su topi maschi adulti (Karmakar et al., 2020). Nel primo caso i topi maschi sono stati divisi in quattro gruppi: un controllo negativo non trattato, e altri tre esposti a concentrazioni crescenti di BPA disciolto nell'acqua da bere. I risultati hanno dimostrato come l'esposizione diretta abbia un'influenza negativa sulla morfologia dei testicoli, la qualità dello sperma, la fertilità degli animali, la proliferazione delle cellule germinali e i livelli di androgeni rilevati nel siero. Il secondo lavoro invece indaga le ripercussioni dell'esposizione a BPA su morfologia e aspetti funzionali dei testicoli, andando a verificare gli effetti su cinque generazioni di topi maschi. I risultati in questo caso hanno mostrato come i problemi causati dal BPA possano essere tramandati alla progenie. Tra gli effetti esaminati, i più significativi riguardano la morfologia di tubuli ed epitelio seminifero, la conta degli spermatozoi, l'induzione dell'apoptosi cellulare e la perdita di staminalità da parte delle cellule germinali. In conclusione, risulta chiaro che il bisfenolo A abbia degli effetti negativi sulla riproduzione maschile nei topi. Questi animali sono usati come modello rappresentativo dei mammiferi. Alcuni studi sulle popolazioni umane sembrano evidenziare una correlazione tra esposizione a BPA e riduzione della fertilità maschile, ma ci sono ancora risultati contrastanti. L'EFSA (European Food Safety Authority) richiama l'attenzione sul fatto che la popolazione è esposta a dosi molto basse, spesso minori rispetto a quelle utilizzate negli esperimenti sugli animali. È quindi importante usare nella sperimentazione animale dosi compatibili con quelle a cui è esposto realmente l'uomo.
Gli effetti del bisfenolo A sulla riproduzione maschile
DHO, GABRIELLA
2019/2020
Abstract
Il bisfenolo A (BPA) è una molecola largamente impiegata nella produzione delle plastiche, viene usata come monomero base per la sintesi di resine epossidiche e policarbonati. Le caratteristiche di questi polimeri hanno permesso di impiegarli in una vastissima gamma di prodotti: dagli imballaggi di cibi e bevande, ai giocattoli per bambini, passando per gli utensili da cucina, i prodotti odontoiatrici e la carta termica degli scontrini. Negli ultimi anni questo composto è stato protagonista di numerosi dibattiti perché riconosciuto come interferente endocrino a causa della sua natura estrogenica. L'esposizione può avvenire sia per ingestione che per contatto. Una volta nel corpo viene metabolizzato nel fegato e in parte smaltito con l'urina. Gli effetti dell'esposizione possono essere molteplici e tra i più gravi troviamo implicazioni in malattie cardio-vascolari, problemi metabolici, cancro e infertilità. Sono stati ampiamente studiati i possibili problemi causati dal BPA sulla fertilità maschile. La maggior parte degli studi è stata condotta su modelli animali, spesso roditori. I risultati più importanti evidenziano come diverse dosi di BPA possano interferire con la riproduzione maschile a più livelli: sull'asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, alterando le caratteristiche principali degli spermatozoi, inducendo morte cellulare o modificando l'espressione genica di markers associati alla spermatogenesi. Gli studi epidemiologici sulle popolazioni umane per il momento hanno però fornito risultati contrastanti. I lavori sperimentali presi in considerazione per questo elaborato analizzano gli effetti dell'esposizione cronica a diverse dosi di BPA sulla fertilità di topi maschi adulti (Liu et al., 2020) e gli effetti transgenerazionali sempre a seguito di esposizione su topi maschi adulti (Karmakar et al., 2020). Nel primo caso i topi maschi sono stati divisi in quattro gruppi: un controllo negativo non trattato, e altri tre esposti a concentrazioni crescenti di BPA disciolto nell'acqua da bere. I risultati hanno dimostrato come l'esposizione diretta abbia un'influenza negativa sulla morfologia dei testicoli, la qualità dello sperma, la fertilità degli animali, la proliferazione delle cellule germinali e i livelli di androgeni rilevati nel siero. Il secondo lavoro invece indaga le ripercussioni dell'esposizione a BPA su morfologia e aspetti funzionali dei testicoli, andando a verificare gli effetti su cinque generazioni di topi maschi. I risultati in questo caso hanno mostrato come i problemi causati dal BPA possano essere tramandati alla progenie. Tra gli effetti esaminati, i più significativi riguardano la morfologia di tubuli ed epitelio seminifero, la conta degli spermatozoi, l'induzione dell'apoptosi cellulare e la perdita di staminalità da parte delle cellule germinali. In conclusione, risulta chiaro che il bisfenolo A abbia degli effetti negativi sulla riproduzione maschile nei topi. Questi animali sono usati come modello rappresentativo dei mammiferi. Alcuni studi sulle popolazioni umane sembrano evidenziare una correlazione tra esposizione a BPA e riduzione della fertilità maschile, ma ci sono ancora risultati contrastanti. L'EFSA (European Food Safety Authority) richiama l'attenzione sul fatto che la popolazione è esposta a dosi molto basse, spesso minori rispetto a quelle utilizzate negli esperimenti sugli animali. È quindi importante usare nella sperimentazione animale dosi compatibili con quelle a cui è esposto realmente l'uomo.File | Dimensione | Formato | |
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