Il fenomeno delle invasioni biologiche si è intensificato nel corso degli anni a causa della globalizzazione: l'aumento degli scambi commerciali e delle comunicazioni ha fatto sì che molte specie abbiano potuto superare le barriere geografiche che delimitavano i confini dei loro areali nativi. Introdotte in un nuovo territorio, esse possono trovare condizioni più o meno favorevoli al loro sviluppo, quindi mettere a punto differenti strategie di adattamento che, se efficaci, possono determinarne la spontaneizzazione nell'ambiente appena colonizzato. Tali specie, definite esotiche, possono diventare invasive, impattando in maniera negativa sulla biodiversità e sugli ecosistemi, oltre a poter causare gravi ripercussioni di carattere economico e sanitario. Una delle specie vegetali considerata invasiva “emergente” per l'Europa, è la Cucurbitacea Sicyos angulatus L., neofita di origine nordamericana, importata circa due secoli fa come ornamentale, poi naturalizzatasi lungo il corso del fiume Po, oggi in rapida espansione in molte regioni dell'Italia settentrionale e peninsulare. Sicyos angulatus L. è una liana erbacea annuale. É una pianta monoica a fiori diclini, caratterizzata da proterandria. L'elevata variabilità genetica della specie, che si traduce in spiccata plasticità fenotipica, determina una notevole capacità di adattamento ad habitat diversi. I danni di carattere ambientale causati da Sicyos angulatus L. sono dovuti principalmente alla rapida crescita che porta l'individuo ad occupare in tempi brevi aree molto ampie, soffocando la vegetazione autoctona presente e determinando così un impoverimento della comunità floristica; i danni di tipo sociale, invece, possono riassumersi nel peggioramento della qualità estetica e paesaggistica del territorio e nell'ostacolo all'accesso in aree infestate; le problematiche economiche riguardano il carattere infestante della specie nei confronti di diverse colture erbacee come il mais e la soia, oltre a poter essere vettore di diversi patogeni dannosi per coltivazioni di pomodoro, tabacco, legumi e altri vegetali di interesse agronomico. La lotta alla Cucurbitacea, tuttavia, è resa difficile dagli elevati costi di gestione, ai quali, però, sarebbe possibile far fronte trasformando l'invasiva da problema a risorsa: dalle sue porzioni aeree, infatti, sono stati estratti flavonol diglicosidi di quercetina e kaempferolo potenzialmente impiegabili come antiossidanti, antivirali del pomodoro, antiallergici, antinfiammatori, inibitori dell'accumulo di lipidi epatici. Studi coreani hanno inoltre dimostrato gli effetti benefici degli estratti di S. angulatus nel trattamento dell'aterosclerosi. La quercetina, grazie alla sua capacità di inattivare l'enzima 3CLpro, altamente conservato tra i coronavirus, risulta essere un buon candidato per il trattamento terapeutico del COVID-19. Infine, biochar prodotto a partire da Sicyos angulatus è stato efficacemente impiegato nella rimozione di antibiotici veterinari e di cromo esavalente [Cr (VI)] dai suoli. Sicyos angulatus L. rappresenta una delle molteplici sfumature relative al problema delle invasioni biologiche: studi volti ad arginare questo genere di squilibrio rappresentano non solo una necessità per garantirci un futuro, ma anche una forma di rispetto nei confronti della biodiversità, soprattutto in territori come quello del nostro Paese in cui essa si esprime in una straordinaria varietà di forme.

Biologia, ecologia e impatti dell'invasiva emergente Sicyos angulatus L.

SCARSELLA, ANDREA
2019/2020

Abstract

Il fenomeno delle invasioni biologiche si è intensificato nel corso degli anni a causa della globalizzazione: l'aumento degli scambi commerciali e delle comunicazioni ha fatto sì che molte specie abbiano potuto superare le barriere geografiche che delimitavano i confini dei loro areali nativi. Introdotte in un nuovo territorio, esse possono trovare condizioni più o meno favorevoli al loro sviluppo, quindi mettere a punto differenti strategie di adattamento che, se efficaci, possono determinarne la spontaneizzazione nell'ambiente appena colonizzato. Tali specie, definite esotiche, possono diventare invasive, impattando in maniera negativa sulla biodiversità e sugli ecosistemi, oltre a poter causare gravi ripercussioni di carattere economico e sanitario. Una delle specie vegetali considerata invasiva “emergente” per l'Europa, è la Cucurbitacea Sicyos angulatus L., neofita di origine nordamericana, importata circa due secoli fa come ornamentale, poi naturalizzatasi lungo il corso del fiume Po, oggi in rapida espansione in molte regioni dell'Italia settentrionale e peninsulare. Sicyos angulatus L. è una liana erbacea annuale. É una pianta monoica a fiori diclini, caratterizzata da proterandria. L'elevata variabilità genetica della specie, che si traduce in spiccata plasticità fenotipica, determina una notevole capacità di adattamento ad habitat diversi. I danni di carattere ambientale causati da Sicyos angulatus L. sono dovuti principalmente alla rapida crescita che porta l'individuo ad occupare in tempi brevi aree molto ampie, soffocando la vegetazione autoctona presente e determinando così un impoverimento della comunità floristica; i danni di tipo sociale, invece, possono riassumersi nel peggioramento della qualità estetica e paesaggistica del territorio e nell'ostacolo all'accesso in aree infestate; le problematiche economiche riguardano il carattere infestante della specie nei confronti di diverse colture erbacee come il mais e la soia, oltre a poter essere vettore di diversi patogeni dannosi per coltivazioni di pomodoro, tabacco, legumi e altri vegetali di interesse agronomico. La lotta alla Cucurbitacea, tuttavia, è resa difficile dagli elevati costi di gestione, ai quali, però, sarebbe possibile far fronte trasformando l'invasiva da problema a risorsa: dalle sue porzioni aeree, infatti, sono stati estratti flavonol diglicosidi di quercetina e kaempferolo potenzialmente impiegabili come antiossidanti, antivirali del pomodoro, antiallergici, antinfiammatori, inibitori dell'accumulo di lipidi epatici. Studi coreani hanno inoltre dimostrato gli effetti benefici degli estratti di S. angulatus nel trattamento dell'aterosclerosi. La quercetina, grazie alla sua capacità di inattivare l'enzima 3CLpro, altamente conservato tra i coronavirus, risulta essere un buon candidato per il trattamento terapeutico del COVID-19. Infine, biochar prodotto a partire da Sicyos angulatus è stato efficacemente impiegato nella rimozione di antibiotici veterinari e di cromo esavalente [Cr (VI)] dai suoli. Sicyos angulatus L. rappresenta una delle molteplici sfumature relative al problema delle invasioni biologiche: studi volti ad arginare questo genere di squilibrio rappresentano non solo una necessità per garantirci un futuro, ma anche una forma di rispetto nei confronti della biodiversità, soprattutto in territori come quello del nostro Paese in cui essa si esprime in una straordinaria varietà di forme.
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