Il diabete mellito di tipo 2 è un disordine metabolico considerato la forma più comune di malattia cronica. È inoltre la più diffusa tipologia di diabete e ha un'elevatissima prevalenza a livello mondiale. I principali fattori fisiopatologici di tale malattia sono la disfunzione delle cellule β e l'insulino resistenza. Quest'ultima è una condizione molto complessa che riguarda una risposta inadeguata all'insulina nelle cellule insulino-dipendenti. L'accumulo di grasso in eccesso così come l'obesità sono reputati la causa principale dell'insorgenza dell'insulino resistenza, probabilmente a causa dello stato di infiammazione sistemica caratteristico dell'obesità. Molte sostanze fitochimiche bioattive sono state recentemente riconosciute come molecole di grande interesse per il trattamento di alcune patologie. In particolare, nel mio elaborato ho approfondito le caratteristiche dei polifenoli, metaboliti bioattivi provenienti, ad esempio, dal cacao e da bevande come caffè, tè o vino. I polifenoli hanno suscitato un interesse crescente in ambito biomedico grazie alle loro proprietà antidiabetiche, al loro basso grado di tossicità e alla bassa probabilità di sviluppare effetti indesiderati. Nello specifico, diversi esperimenti hanno dimostrato che i flavonoidi, un particolare tipo di composti polifenolici, sono importanti nella gluco-regolazione, rinforzando la segnalazione dell'insulina e promuovendo la proliferazione delle cellule β. Sono altresì in grado di modulare la sintesi di molecole mediatrici dell'infiammazione, come il fattore di necrosi tumorale α (TNFα), l'interleuchina (IL)-1β e l'IL-6 e di inibire le vie di segnalazione infiammatorie NF-kB e JNK. Nel primo studio da me preso in esame, Castro et al., 2020 ha indagato il ruolo di un “polyphenolenriched cocoa extract” (PECE), su topi Wistar a cui è stata somministrata una dieta ricca di saccarosio, riproducente la condizione prediabetica. Gli autori hanno dimostrato che l'assunzione di una dieta ricca in PECE induce una diminuzione dei livelli di insulina. Tale dieta è stata in grado di migliorare due indici caratteristici dell'insulino resistenza, “homeostasis model assessment-insulin resistance” (HOMA-IR) e “liver insulin sensitivity index” (LISI). Inoltre, gli autori hanno valutato i valori di stress ossidativo epatico, attraverso i livelli di GSH e di gruppi carbonilici, e di markers infiammatori. Complessivamente i risultati dimostrano che l'estratto di polifenoli promuove un miglioramento di entrambi i parametri. Il secondo studio che ho preso in esame (Bettaieb et al., 2016), descrive gli effetti delle epicatechine (EC), un gruppo di sostanze appartenenti ai flavonoidi, sia in vivo che in vitro. Prima di tutto è stato valutato l'effetto delle EC su topi della linea C57BL/6J trattati con una dieta ad alto contenuto di grassi. Gli autori hanno dimostrato che le EC riducono l'infiammazione nel tessuto adiposo viscerale attraverso l'analisi dei valori delle citochine pro-infiammatorie e l'attivazione del fattore trascrizionale NF-kB. Per la parte degli esperimenti in vitro è stata utilizzata la linea cellulare di pre-adipociti 3T3-L1 esposta al palmitato. Tale esposizione induce l'accumulo dei trigliceridi intracellulari e altera il pattern del rilascio delle adipochine, delle citochine (IL-6 e TNFα) e chemochine (MCP-1). Gli autori hanno dimostrato che nelle cellule coltivate con le EC e con i loro metaboliti vi è un'inibizione dell'effetto indotto dal palmitato.

Insulino resistenza indotta dall'obesità: il potenziale ruolo terapeutico dei polifenoli

GRIBAUDO, MATILDE
2019/2020

Abstract

Il diabete mellito di tipo 2 è un disordine metabolico considerato la forma più comune di malattia cronica. È inoltre la più diffusa tipologia di diabete e ha un'elevatissima prevalenza a livello mondiale. I principali fattori fisiopatologici di tale malattia sono la disfunzione delle cellule β e l'insulino resistenza. Quest'ultima è una condizione molto complessa che riguarda una risposta inadeguata all'insulina nelle cellule insulino-dipendenti. L'accumulo di grasso in eccesso così come l'obesità sono reputati la causa principale dell'insorgenza dell'insulino resistenza, probabilmente a causa dello stato di infiammazione sistemica caratteristico dell'obesità. Molte sostanze fitochimiche bioattive sono state recentemente riconosciute come molecole di grande interesse per il trattamento di alcune patologie. In particolare, nel mio elaborato ho approfondito le caratteristiche dei polifenoli, metaboliti bioattivi provenienti, ad esempio, dal cacao e da bevande come caffè, tè o vino. I polifenoli hanno suscitato un interesse crescente in ambito biomedico grazie alle loro proprietà antidiabetiche, al loro basso grado di tossicità e alla bassa probabilità di sviluppare effetti indesiderati. Nello specifico, diversi esperimenti hanno dimostrato che i flavonoidi, un particolare tipo di composti polifenolici, sono importanti nella gluco-regolazione, rinforzando la segnalazione dell'insulina e promuovendo la proliferazione delle cellule β. Sono altresì in grado di modulare la sintesi di molecole mediatrici dell'infiammazione, come il fattore di necrosi tumorale α (TNFα), l'interleuchina (IL)-1β e l'IL-6 e di inibire le vie di segnalazione infiammatorie NF-kB e JNK. Nel primo studio da me preso in esame, Castro et al., 2020 ha indagato il ruolo di un “polyphenolenriched cocoa extract” (PECE), su topi Wistar a cui è stata somministrata una dieta ricca di saccarosio, riproducente la condizione prediabetica. Gli autori hanno dimostrato che l'assunzione di una dieta ricca in PECE induce una diminuzione dei livelli di insulina. Tale dieta è stata in grado di migliorare due indici caratteristici dell'insulino resistenza, “homeostasis model assessment-insulin resistance” (HOMA-IR) e “liver insulin sensitivity index” (LISI). Inoltre, gli autori hanno valutato i valori di stress ossidativo epatico, attraverso i livelli di GSH e di gruppi carbonilici, e di markers infiammatori. Complessivamente i risultati dimostrano che l'estratto di polifenoli promuove un miglioramento di entrambi i parametri. Il secondo studio che ho preso in esame (Bettaieb et al., 2016), descrive gli effetti delle epicatechine (EC), un gruppo di sostanze appartenenti ai flavonoidi, sia in vivo che in vitro. Prima di tutto è stato valutato l'effetto delle EC su topi della linea C57BL/6J trattati con una dieta ad alto contenuto di grassi. Gli autori hanno dimostrato che le EC riducono l'infiammazione nel tessuto adiposo viscerale attraverso l'analisi dei valori delle citochine pro-infiammatorie e l'attivazione del fattore trascrizionale NF-kB. Per la parte degli esperimenti in vitro è stata utilizzata la linea cellulare di pre-adipociti 3T3-L1 esposta al palmitato. Tale esposizione induce l'accumulo dei trigliceridi intracellulari e altera il pattern del rilascio delle adipochine, delle citochine (IL-6 e TNFα) e chemochine (MCP-1). Gli autori hanno dimostrato che nelle cellule coltivate con le EC e con i loro metaboliti vi è un'inibizione dell'effetto indotto dal palmitato.
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