Il Bisfenolo A (BPA) è ampiamente utilizzato per la produzione di oggetti in plastica e contenitori per cibi e bevande. Negli ultimi decenni si sono però accumulate evidenze che indicano che il BPA possa agire come interferente endocrino, cioè interferisce con diversi processi fisiologici provocando effetti dannosi sulla salute umana e animale. Come conseguenza l'utilizzo del BPA è stato sottoposto a rigida normativa; ad esempio l'Unione Europea ne ha vietato l'impiego per la produzione dei biberon per i bambini. Sono quindi state sintetizzate e immesse sul mercato sostanze che potessero sostituire al meglio il BPA. Da un punto di vista chimico molti di questi analoghi sono risultati migliori rispetto al BPA, ad esempio hanno una maggiore resistenza alle temperature elevate; d'altro canto, alcune ricerche hanno suggerito che questi sostituti potrebbero essere altrettanto dannosi per la salute. Nel mio elaborato ho preso in considerazione tre studi che hanno valutato un'eventuale tossicità di alcuni analoghi del BPA: il Bisfenolo S (BPS), il Bisfenolo B (BPB) e il Bisfenolo F (BPF). In particolare, due di queste ricerche sono studi epidemiologici che hanno investigato un'eventuale associazione tra l'esposizione a BPS e BPF e la comparsa/presenza di alcune patologie nell'uomo: l'obesità nel primo studio, la rinite allergica e l'asma nel secondo. Il terzo studio, invece, è stato condotto in vitro su cellule periferiche del sangue, in cui è stata valutata la citotossicità del BPB e del BPF. Nello specifico, non è stata riscontrata una correlazione significativa tra l'esposizione al BPF e al BPS e l'obesità; esiste invece un'associazione tra l'esposizione ai suddetti bisfenoli e l'asma e, nel caso del BPF, la rinite allergica. Lo studio in vitro ha invece evidenziato una riduzione significativa della vitalità cellulare dopo trattamento con BPB e BPF. I risultati di questi e altri studi tendono a evidenziare una potenziale pericolosità degli analoghi del BPA. Ulteriori studi si rendono necessari per poter caratterizzare meglio questi sostituti (come agiscono, gli effetti sulla salute,...) perché potremmo trovarci di fronte a sostanze con effetti dannosi uguali, se non maggiori, rispetto al BPA stesso.

Gli analoghi del Bisfenolo A: valutazione della loro potenziale interferenza endocrina.

VIVONA, VALERIA
2019/2020

Abstract

Il Bisfenolo A (BPA) è ampiamente utilizzato per la produzione di oggetti in plastica e contenitori per cibi e bevande. Negli ultimi decenni si sono però accumulate evidenze che indicano che il BPA possa agire come interferente endocrino, cioè interferisce con diversi processi fisiologici provocando effetti dannosi sulla salute umana e animale. Come conseguenza l'utilizzo del BPA è stato sottoposto a rigida normativa; ad esempio l'Unione Europea ne ha vietato l'impiego per la produzione dei biberon per i bambini. Sono quindi state sintetizzate e immesse sul mercato sostanze che potessero sostituire al meglio il BPA. Da un punto di vista chimico molti di questi analoghi sono risultati migliori rispetto al BPA, ad esempio hanno una maggiore resistenza alle temperature elevate; d'altro canto, alcune ricerche hanno suggerito che questi sostituti potrebbero essere altrettanto dannosi per la salute. Nel mio elaborato ho preso in considerazione tre studi che hanno valutato un'eventuale tossicità di alcuni analoghi del BPA: il Bisfenolo S (BPS), il Bisfenolo B (BPB) e il Bisfenolo F (BPF). In particolare, due di queste ricerche sono studi epidemiologici che hanno investigato un'eventuale associazione tra l'esposizione a BPS e BPF e la comparsa/presenza di alcune patologie nell'uomo: l'obesità nel primo studio, la rinite allergica e l'asma nel secondo. Il terzo studio, invece, è stato condotto in vitro su cellule periferiche del sangue, in cui è stata valutata la citotossicità del BPB e del BPF. Nello specifico, non è stata riscontrata una correlazione significativa tra l'esposizione al BPF e al BPS e l'obesità; esiste invece un'associazione tra l'esposizione ai suddetti bisfenoli e l'asma e, nel caso del BPF, la rinite allergica. Lo studio in vitro ha invece evidenziato una riduzione significativa della vitalità cellulare dopo trattamento con BPB e BPF. I risultati di questi e altri studi tendono a evidenziare una potenziale pericolosità degli analoghi del BPA. Ulteriori studi si rendono necessari per poter caratterizzare meglio questi sostituti (come agiscono, gli effetti sulla salute,...) perché potremmo trovarci di fronte a sostanze con effetti dannosi uguali, se non maggiori, rispetto al BPA stesso.
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