BACKGROUNG - In spite of the latest improvements in the setting of diagnosis and treatment, Sudden Cardiac Death (SCD) still has an incidence of 0,5 - 6,7 cases every 100.000 individuals each year. The main SCD's etiology is represented by Ventricular Arrhythmias (VA), which can occur both in a healthy heart as a purely electric anomaly or in a pathologic setting, both ischemic or non-ischemic. The first-line imaging exam is echocardiography, which however cannot characterize the totality of arrhythmogenic cardiopathy. A growing number of articles point out that Cardiac Magnetic Resonance (CMR) is able to identify arrhythmia's pathogenetic substrate in a good part of patients with a normal echocardiography; for these patients, CMR has also been proven to have a prognostic and therapeutic role. AIMS, MATERIALS AND METHODS - This is a monocentric, observational retrospective study which has involved 97 patients with ventricular arrhythmias (categorised in Premature Ventricular Contractions - PVC between 1000-10.000/24h, PVC > 10.000/24h, Non-Sustained Ventricular Tachycardia - NSVT, Sustained Ventricular Tachycardia - SVT) and who lately underwent to CMR. Our study's aims are: 1) to evaluate CMR's diagnostic efficacy in patients with VA and silent echocardiography; 2) to establish if arrhythmia's complexity and morphology are associated with significative differences in the outcome of the CMR. RESULTS - Our sample consisted of 97 patients (mean age: 48 +/- 18 years old, 68% males). CMR was negative in 40 cases (41%), it observed non-pathologic or paraphysiologic anomalies in 14 cases (15%) and, finally, was positive in the remaining 43 cases (44%). The majority of these is represented by Arrhythmogenic Right Ventricular Cardiomyopathy (ARVC, 26 cases, 30%), followed by Left Ventricular Scar (LVS, 18 cases, 21%) and Left Ventricular Non Compaction (LVNC, 8 cases, 9%). At least one cardiac segment with positive late gadolinium enhancement (LGE) was registered in 77% of cases, mainly with non ischemic pattern and subepicardial/midmyocardial distribution. CMR was more frequently positive in patients with polymorphic (71%) and monomorphic arrhythmias with right bundle branch (54%); we also obtained similar frequencies analysing LGE presence. With regards to logistic regression analysies, the most powerful predictives for a positive CMR were male sex, a symptomatic presentation, SVT and polymorphic arrhythmias. CONCLUSIONS - Our study confirmed the high CMR diagnostic efficacy for structural heart diseases underlying VAs, in particular the ones with complex morphology. Furthermore, we highlited a high prevalence of LVS, an emerging etiology for VAs. ​

INTRODUZIONE - Nonostante i recenti miglioramenti delle strategie diagnostiche e terapeutiche, la morte improvvisa per cause cardiologiche (SCD) ha ancora un'incidenza pari a 0,5 - 6,7 casi ogni 100.000 individui all'anno. La principale causa di SCD sono le aritmie ventricolari (AV), che possono verificarsi su un cuore sano come fenomeno esclusivamente elettrico o su un substrato patologico a eziologia ischemica o non ischemica. L'indagine di imaging raccomandata in primo livello è l'ecocardiografia, che tuttavia non consente di individuare la totalità delle cardiopatie aritmogene. Una quota sempre più consistente della letteratura evidenzia che la risonanza magnetica cardiaca (CMR) è in grado di individuare il substrato patogenetico dell'aritmia in molti pazienti con ecocardiografia nella norma; per questi soggetti, la CMR ha anche un dimostrato ruolo prognostico e terapeutico. OBIETTIVI, MATERIALI E METODI - Il nostro è uno studio monocentrico di tipo osservazionale retrospettivo, che ha coinvolto 97 pazienti con aritmie ventricolari (suddivise in Contrazioni Premature Ventricolari - CPV tra 1000-10.000/24h, CPV > 10.000/24h, Tachicardia Ventricolare Non Sostenuta - TVNS, Tachicardia Ventricolare Sostenuta - TVS) successivamente sottoposti a CMR. Gli obiettivi del nostro studio sono: 1) valutare la capacità diagnostica della CMR in pazienti con aritmie ventricolari ed ecocardiografia negativa; 2) stabilire se la complessità e la morfologia dell'aritmia di presentazione siano associate a differenze significative nell'esito della CMR. RISULTATI - Il campione è costituito da 97 pazienti (età media 48 +/- 18 anni, 68% sesso maschile). La CMR è risultata negativa in 40 casi (41%), ha rilevato anomalie parafisiologiche o non sufficienti per porre diagnosi di cardiopatia in 14 casi (15%) ed è stata diagnostica nei rimanenti 43 casi (44%). Di questi, la maggior parte è rappresentata dalla cardiopatia aritmogena del ventricolo destro (ARVC, 26 casi, 30%), seguita dalla left ventricular scar (LVS, 18 casi, 21%) e dalla non compattazione del ventricolo sinistro (LVNC, 8 casi, 9%). Nel 77% dei casi ha registrato almeno un'area con late gadolinium enhancement (LGE) positivo, con pattern principalmente non ischemico a localizzazione subepicardica e/o intramiocardica. La CMR è stata più frequentemente diagnostica in pazienti con aritmie polimorfe (71%) e monomorfe a blocco di branca destro (54%); i dati sono sovrapponibili per quanto riguarda la presenza di LGE. Alle analisi univariata e multivariata, i fattori con maggiore potere predittivo per CMR diagnostica sono risultati il sesso maschile, una presentazione sintomatica, la TVS e una morfologia dell'aritmia complessa. CONCLUSIONI - Lo studio ha confermato l'elevato potere diagnostico della CMR per cardiopatie strutturali alla base delle tachicardie ventricolari, in particolare di quelle con morfologia complessa. E' stata inoltre evidenziata un'alta prevalenza di LVS, che si conferma essere una causa emergente di AV. ​

Il Ruolo della Risonanza Magnetica Cardiaca nel Paziente con Aritmie Ventricolari Idiopatiche

COLOMBERO, SIMONE
2019/2020

Abstract

INTRODUZIONE - Nonostante i recenti miglioramenti delle strategie diagnostiche e terapeutiche, la morte improvvisa per cause cardiologiche (SCD) ha ancora un'incidenza pari a 0,5 - 6,7 casi ogni 100.000 individui all'anno. La principale causa di SCD sono le aritmie ventricolari (AV), che possono verificarsi su un cuore sano come fenomeno esclusivamente elettrico o su un substrato patologico a eziologia ischemica o non ischemica. L'indagine di imaging raccomandata in primo livello è l'ecocardiografia, che tuttavia non consente di individuare la totalità delle cardiopatie aritmogene. Una quota sempre più consistente della letteratura evidenzia che la risonanza magnetica cardiaca (CMR) è in grado di individuare il substrato patogenetico dell'aritmia in molti pazienti con ecocardiografia nella norma; per questi soggetti, la CMR ha anche un dimostrato ruolo prognostico e terapeutico. OBIETTIVI, MATERIALI E METODI - Il nostro è uno studio monocentrico di tipo osservazionale retrospettivo, che ha coinvolto 97 pazienti con aritmie ventricolari (suddivise in Contrazioni Premature Ventricolari - CPV tra 1000-10.000/24h, CPV > 10.000/24h, Tachicardia Ventricolare Non Sostenuta - TVNS, Tachicardia Ventricolare Sostenuta - TVS) successivamente sottoposti a CMR. Gli obiettivi del nostro studio sono: 1) valutare la capacità diagnostica della CMR in pazienti con aritmie ventricolari ed ecocardiografia negativa; 2) stabilire se la complessità e la morfologia dell'aritmia di presentazione siano associate a differenze significative nell'esito della CMR. RISULTATI - Il campione è costituito da 97 pazienti (età media 48 +/- 18 anni, 68% sesso maschile). La CMR è risultata negativa in 40 casi (41%), ha rilevato anomalie parafisiologiche o non sufficienti per porre diagnosi di cardiopatia in 14 casi (15%) ed è stata diagnostica nei rimanenti 43 casi (44%). Di questi, la maggior parte è rappresentata dalla cardiopatia aritmogena del ventricolo destro (ARVC, 26 casi, 30%), seguita dalla left ventricular scar (LVS, 18 casi, 21%) e dalla non compattazione del ventricolo sinistro (LVNC, 8 casi, 9%). Nel 77% dei casi ha registrato almeno un'area con late gadolinium enhancement (LGE) positivo, con pattern principalmente non ischemico a localizzazione subepicardica e/o intramiocardica. La CMR è stata più frequentemente diagnostica in pazienti con aritmie polimorfe (71%) e monomorfe a blocco di branca destro (54%); i dati sono sovrapponibili per quanto riguarda la presenza di LGE. Alle analisi univariata e multivariata, i fattori con maggiore potere predittivo per CMR diagnostica sono risultati il sesso maschile, una presentazione sintomatica, la TVS e una morfologia dell'aritmia complessa. CONCLUSIONI - Lo studio ha confermato l'elevato potere diagnostico della CMR per cardiopatie strutturali alla base delle tachicardie ventricolari, in particolare di quelle con morfologia complessa. E' stata inoltre evidenziata un'alta prevalenza di LVS, che si conferma essere una causa emergente di AV. ​
ITA
BACKGROUNG - In spite of the latest improvements in the setting of diagnosis and treatment, Sudden Cardiac Death (SCD) still has an incidence of 0,5 - 6,7 cases every 100.000 individuals each year. The main SCD's etiology is represented by Ventricular Arrhythmias (VA), which can occur both in a healthy heart as a purely electric anomaly or in a pathologic setting, both ischemic or non-ischemic. The first-line imaging exam is echocardiography, which however cannot characterize the totality of arrhythmogenic cardiopathy. A growing number of articles point out that Cardiac Magnetic Resonance (CMR) is able to identify arrhythmia's pathogenetic substrate in a good part of patients with a normal echocardiography; for these patients, CMR has also been proven to have a prognostic and therapeutic role. AIMS, MATERIALS AND METHODS - This is a monocentric, observational retrospective study which has involved 97 patients with ventricular arrhythmias (categorised in Premature Ventricular Contractions - PVC between 1000-10.000/24h, PVC > 10.000/24h, Non-Sustained Ventricular Tachycardia - NSVT, Sustained Ventricular Tachycardia - SVT) and who lately underwent to CMR. Our study's aims are: 1) to evaluate CMR's diagnostic efficacy in patients with VA and silent echocardiography; 2) to establish if arrhythmia's complexity and morphology are associated with significative differences in the outcome of the CMR. RESULTS - Our sample consisted of 97 patients (mean age: 48 +/- 18 years old, 68% males). CMR was negative in 40 cases (41%), it observed non-pathologic or paraphysiologic anomalies in 14 cases (15%) and, finally, was positive in the remaining 43 cases (44%). The majority of these is represented by Arrhythmogenic Right Ventricular Cardiomyopathy (ARVC, 26 cases, 30%), followed by Left Ventricular Scar (LVS, 18 cases, 21%) and Left Ventricular Non Compaction (LVNC, 8 cases, 9%). At least one cardiac segment with positive late gadolinium enhancement (LGE) was registered in 77% of cases, mainly with non ischemic pattern and subepicardial/midmyocardial distribution. CMR was more frequently positive in patients with polymorphic (71%) and monomorphic arrhythmias with right bundle branch (54%); we also obtained similar frequencies analysing LGE presence. With regards to logistic regression analysies, the most powerful predictives for a positive CMR were male sex, a symptomatic presentation, SVT and polymorphic arrhythmias. CONCLUSIONS - Our study confirmed the high CMR diagnostic efficacy for structural heart diseases underlying VAs, in particular the ones with complex morphology. Furthermore, we highlited a high prevalence of LVS, an emerging etiology for VAs. ​
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