The topic of the thesis was born by chance, as often happens when you immerse yourself in a reality made of people and interactions with them, a sort of "anthropologist's serendipity", a pleasant discovery of something that you were not looking for, that something born during my stay inside an Extraordinary Reception Center, where I decided to enter to be able to put into practice what I had studied, or at least to observe and hear firsthand some of the topics that had interested me most throughout my university career. With participant observation, my undeclared position, the attention to signs and language, during my stay in the Center, allowed me to empathize with the guests; I became "one of them", I cried and laughed with them, I met their families and I was their confidant. One of these confidences of theirs became the topic of the thesis: "We can no longer live like this, in this place". This is where the idea for the title of my thesis comes from, which connects me to the project “Costruire Bellezza”, a project started in Turin in 2014 that constitutes a participatory action-research experience dedicated to the context of homeless people, an idea that I wanted to transfer inside the CAS, with young immigrants.
L’argomento della Tesi è nato per caso, come spesso accade quando ci si immerge in una realtà fatta di persone e di interazioni con loro, una sorta di “serendipity dell’antropologo”, una scoperta piacevole di qualcosa che non si stava cercando, quel qualcosa nato durante la mia permanenza all’interno di un Centro di Accoglienza Straordinaria, in cui decisi di entrare per poter mettere in pratica ciò che avevo studiato, o quanto meno quella di osservare e sentire in prima persona alcuni argomenti che maggiormente mi avevano interessato durante tutto il mio percorso universitario. Con l’osservazione partecipante, la mia posizione non dichiarata, l’attenzione ai segni e al linguaggio, durante la mia permanenza nel Centro, mi hanno permesso di entrare in empatia con gli ospiti; sono diventata “una di loro”, ho pianto e riso insieme a loro, ho conosciuto le loro famiglie e sono stata la loro confidente. Proprio una di queste loro confidenze è diventata argomento della tesi: “Noi così, in questo posto, non riusciamo più a vivere”. Parte da qui l’idea del titolo della mia tesi, che mi collega al progetto “Costruire Bellezza”, progetto avviato a Torino nel 2014 che costituisce un’esperienza di ricerca-azione partecipativa dedicato al contesto delle persone senza fissa dimora, idea che ho voluto trasferire all’interno del Cas, con i giovani immigrati.
Un progetto partecipativo "costruire bellezza" in un centro di accoglienza straordinaria.
DEREGIBUS, SIMONA
2023/2024
Abstract
L’argomento della Tesi è nato per caso, come spesso accade quando ci si immerge in una realtà fatta di persone e di interazioni con loro, una sorta di “serendipity dell’antropologo”, una scoperta piacevole di qualcosa che non si stava cercando, quel qualcosa nato durante la mia permanenza all’interno di un Centro di Accoglienza Straordinaria, in cui decisi di entrare per poter mettere in pratica ciò che avevo studiato, o quanto meno quella di osservare e sentire in prima persona alcuni argomenti che maggiormente mi avevano interessato durante tutto il mio percorso universitario. Con l’osservazione partecipante, la mia posizione non dichiarata, l’attenzione ai segni e al linguaggio, durante la mia permanenza nel Centro, mi hanno permesso di entrare in empatia con gli ospiti; sono diventata “una di loro”, ho pianto e riso insieme a loro, ho conosciuto le loro famiglie e sono stata la loro confidente. Proprio una di queste loro confidenze è diventata argomento della tesi: “Noi così, in questo posto, non riusciamo più a vivere”. Parte da qui l’idea del titolo della mia tesi, che mi collega al progetto “Costruire Bellezza”, progetto avviato a Torino nel 2014 che costituisce un’esperienza di ricerca-azione partecipativa dedicato al contesto delle persone senza fissa dimora, idea che ho voluto trasferire all’interno del Cas, con i giovani immigrati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/2812