The aim of this work on Shakespeare's Hamlet is to investigate the figure of the Danish prince in light of the deceptions, tricks, and linguistic and rhetorical tools he employs to deceive his enemies and achieve revenge. To support this study, the archetypal figure of the trickster has been introduced, and its manifestations in the Bard's drama have been explored. To proceed with the analysis of the tragedy it was necessary to reference the literary tradition in which the work is situated, where the trickster has antecedents. The genealogy of the prince’s character thus passes through the Vice, the deceiver and servant of the devil in the medieval morality plays, and continues with the comic fool of Elizabethan theatre. The figure of the trickster has been described from the disciplinary field that first introduced it: anthropology. The archetype is outlined through references to ethno-anthropological studies conducted on the myths of Native American and African peoples, as well as European mythological traditions; the trickster figure has also been investigated in literary contexts, specifically related to other Shakespearean works. Finally, through direct references to the text of Hamlet, it has been possible to trace the presence of potential ancestors of the mad prince. The means and functions of vice, fool, and trickster in Hamlet intertwine, merge and complete one another, providing the character with multiple precedents of his inclination toward deception and rhetorical artifice.
L’obiettivo di questo lavoro sull’Amleto di Shakespeare è quello di indagare la figura del principe danese alla luce degli inganni, dei trucchi e degli strumenti linguistici e retorici di cui egli fa uso per raggirare i propri nemici e ottenere vendetta. A supporto di questo studio è stata dunque introdotta la figura archetipica del trickster, di cui si sono ricercate le manifestazioni nel dramma del Bardo. Nel procedere nell’analisi della tragedia è stato necessario e doveroso far riferimento alle specificità della tradizione letteraria in cui l’opera si inserisce, e in cui il trickster non è privo di antecedenti. La genealogia del personaggio del principe passa dunque per il Vice ingannatore e servitore del demonio dei morality plays medievali, per poi proseguire con il fool comico del teatro elisabettiano. È stata poi descritta la figura del trickster a partire dalla disciplina che ne ha visto la nascita: l’antropologia. L’archetipo viene delineato mediante riferimenti agli studi etnoantropologici condotti sui miti di popoli nativi americani, africani e sulla tradizione mitologica europea; la figura del trickster è stata indagata inoltre in ambito letterario, e specificatamente nella produzione shakespeariana. Infine, attraverso rimandi diretti al testo dell’Amleto è stato possibile rintracciare in esso la presenza dei possibili antenati del principe folle. I mezzi e le funzioni di vice, fool e trickster in Amleto si uniscono, confondono e completano, fornendo al personaggio molteplici precedenti alla base della sua inclinazione all’inganno e all’artificio retorico.
L'ambiguità di Amleto. Dal Vice dei morality plays all'archetipo del Trickster.
VACCARO, NICOLETTA
2023/2024
Abstract
L’obiettivo di questo lavoro sull’Amleto di Shakespeare è quello di indagare la figura del principe danese alla luce degli inganni, dei trucchi e degli strumenti linguistici e retorici di cui egli fa uso per raggirare i propri nemici e ottenere vendetta. A supporto di questo studio è stata dunque introdotta la figura archetipica del trickster, di cui si sono ricercate le manifestazioni nel dramma del Bardo. Nel procedere nell’analisi della tragedia è stato necessario e doveroso far riferimento alle specificità della tradizione letteraria in cui l’opera si inserisce, e in cui il trickster non è privo di antecedenti. La genealogia del personaggio del principe passa dunque per il Vice ingannatore e servitore del demonio dei morality plays medievali, per poi proseguire con il fool comico del teatro elisabettiano. È stata poi descritta la figura del trickster a partire dalla disciplina che ne ha visto la nascita: l’antropologia. L’archetipo viene delineato mediante riferimenti agli studi etnoantropologici condotti sui miti di popoli nativi americani, africani e sulla tradizione mitologica europea; la figura del trickster è stata indagata inoltre in ambito letterario, e specificatamente nella produzione shakespeariana. Infine, attraverso rimandi diretti al testo dell’Amleto è stato possibile rintracciare in esso la presenza dei possibili antenati del principe folle. I mezzi e le funzioni di vice, fool e trickster in Amleto si uniscono, confondono e completano, fornendo al personaggio molteplici precedenti alla base della sua inclinazione all’inganno e all’artificio retorico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/2810