Il lupo (Canis lupus) è un mammifero la cui storia e distribuzione sono state influenzate dal suo contatto con l'essere umano, che lo ha reso oggetto di persecuzioni portandolo quasi all'estinzione. Grazie a fattori di natura ecologica e sociale, si è assistito negli ultimi decenni ad una fase di ripresa della popolazione sia in termini di distribuzione che di consistenza numerica. Questo fenomeno ha acuito l'importanza di stimare le dimensioni delle popolazioni in quanto agli aspetti conservazionistici della specie si affianca la necessità di monitorarne le relazioni con le attività umane. Questa tesi offre lo studio di una popolazione appenninica di lupo attraverso l'utilizzo di due metodi differenti, il videotrappolaggio e il wolf-howling, con lo scopo di ottenere una stima della densità del lupo nell'area, confrontando l'efficacia delle due tecniche e indagando gli impatti dell'antropizzazione sulla popolazione di lupo. Il videotrappolaggio, effettuato nei mesi primaverili, ha permesso di identificare 12 branchi, con una media di 4.00 individui/branco e una densità di 6.50 individui/100 Km2. Il riconoscimento dei branchi si è basato sull'identificazione di individui focali, quasi sempre corrispondenti ai membri della coppia riproduttrice in quanto, essendo gli unici a marcare, permettono di utilizzare la postura assunta durante la marcatura come ulteriore carattere diagnostico. Il wolf-howling, effettuato nei mesi estivi, ha permesso l'identificazione di 4 branchi, con una media di 4.75 individui/branco, permettendo di accertare la riproduzione in 3 branchi tra quelli identificati. Per l'analisi dell'impatto antropico sono stati eseguiti test statistici per mettere in relazione il grado di antropizzazione di ogni sito trappola con la frequentazione da parte dei lupi e con la dimensione dei branchi. I risultati hanno mostrato come i lupi frequentassero maggiormente le aree meno antropizzate, mentre non è stata rilevata alcuna relazione significativa tra la dimensione dei branchi ed il grado di antropizzazione. I risultati permettono di affermare che il videotrappolaggio si è rivelato più efficace ed efficiente nell'individuare un numero minimo di branchi rispetto al wolf-howling, che però ha fornito informazioni dettagliate sul loro stato riproduttivo. La densità ottenuta è risultata tra le più alte mai registrate per questa specie e potrebbe in parte essere spiegata dall'altrettanto elevata densità di specie preda, che permettono ai branchi di ottenere la quantità di risorse necessarie alla loro sopravvivenza in aree più ristrette. Dal momento che i lupi sono stati ripresi in ogni zona dell'area di studio, è stato rilevato un notevole adattamento della specie alle attività antropiche. Infatti, la vicinanza con le attività umane non sembra ridurre il successo dei branchi né essere limitata a branchi di recentissima formazione. Tuttavia, il fatto che i lupi frequentassero meno frequentemente le aree più antropizzate suggerisce un diverso utilizzo del territorio, potenzialmente riconducibile ad una densità ridotta di prede in questi contesti e all'evitamento del disturbo antropico. I risultati permettono dunque di prevedere che un'ulteriore espansione della popolazione potrebbe portare il lupo ad avvicinarsi sempre più alle aree urbane, rimarcando la necessità di raccogliere ulteriori informazioni sui potenziali conflitti che tale vicinanza potrebbe innescare.

Densità di lupo (Canis lupus), dimensione dei branchi e loro relazione con fattori antropici

CAPOBIANCO, SIMONA
2019/2020

Abstract

Il lupo (Canis lupus) è un mammifero la cui storia e distribuzione sono state influenzate dal suo contatto con l'essere umano, che lo ha reso oggetto di persecuzioni portandolo quasi all'estinzione. Grazie a fattori di natura ecologica e sociale, si è assistito negli ultimi decenni ad una fase di ripresa della popolazione sia in termini di distribuzione che di consistenza numerica. Questo fenomeno ha acuito l'importanza di stimare le dimensioni delle popolazioni in quanto agli aspetti conservazionistici della specie si affianca la necessità di monitorarne le relazioni con le attività umane. Questa tesi offre lo studio di una popolazione appenninica di lupo attraverso l'utilizzo di due metodi differenti, il videotrappolaggio e il wolf-howling, con lo scopo di ottenere una stima della densità del lupo nell'area, confrontando l'efficacia delle due tecniche e indagando gli impatti dell'antropizzazione sulla popolazione di lupo. Il videotrappolaggio, effettuato nei mesi primaverili, ha permesso di identificare 12 branchi, con una media di 4.00 individui/branco e una densità di 6.50 individui/100 Km2. Il riconoscimento dei branchi si è basato sull'identificazione di individui focali, quasi sempre corrispondenti ai membri della coppia riproduttrice in quanto, essendo gli unici a marcare, permettono di utilizzare la postura assunta durante la marcatura come ulteriore carattere diagnostico. Il wolf-howling, effettuato nei mesi estivi, ha permesso l'identificazione di 4 branchi, con una media di 4.75 individui/branco, permettendo di accertare la riproduzione in 3 branchi tra quelli identificati. Per l'analisi dell'impatto antropico sono stati eseguiti test statistici per mettere in relazione il grado di antropizzazione di ogni sito trappola con la frequentazione da parte dei lupi e con la dimensione dei branchi. I risultati hanno mostrato come i lupi frequentassero maggiormente le aree meno antropizzate, mentre non è stata rilevata alcuna relazione significativa tra la dimensione dei branchi ed il grado di antropizzazione. I risultati permettono di affermare che il videotrappolaggio si è rivelato più efficace ed efficiente nell'individuare un numero minimo di branchi rispetto al wolf-howling, che però ha fornito informazioni dettagliate sul loro stato riproduttivo. La densità ottenuta è risultata tra le più alte mai registrate per questa specie e potrebbe in parte essere spiegata dall'altrettanto elevata densità di specie preda, che permettono ai branchi di ottenere la quantità di risorse necessarie alla loro sopravvivenza in aree più ristrette. Dal momento che i lupi sono stati ripresi in ogni zona dell'area di studio, è stato rilevato un notevole adattamento della specie alle attività antropiche. Infatti, la vicinanza con le attività umane non sembra ridurre il successo dei branchi né essere limitata a branchi di recentissima formazione. Tuttavia, il fatto che i lupi frequentassero meno frequentemente le aree più antropizzate suggerisce un diverso utilizzo del territorio, potenzialmente riconducibile ad una densità ridotta di prede in questi contesti e all'evitamento del disturbo antropico. I risultati permettono dunque di prevedere che un'ulteriore espansione della popolazione potrebbe portare il lupo ad avvicinarsi sempre più alle aree urbane, rimarcando la necessità di raccogliere ulteriori informazioni sui potenziali conflitti che tale vicinanza potrebbe innescare.
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