Introduction. The World Health Organization (WHO) defines Intrauterine Fetal Death as the delivery of a fetus showing no signs of life, after at least 22 weeks of gestation. When the gestational age is unknown or not predictable, we define Intrauterine Fetal Death only when the stillborn has a weight of at least 500g and a length of 25 cm. After intrauterine fetal death, parents experience a high rate of depression, anxiety and post-traumatic disorders. These psychological consequences are often accompanied by feelings of shame. guilt and silence about stillbirth. Objective. The aim of these theses is to reinforce the care in managing one of the most difficult moments for a couple. The job of the nurse is to have empathy, to manage and welcome pain without any prejudice and without demanding to downsize suffering. Nurses are a reference point for couples who suffered from a painful loss; a specific training is therefore necessary to perform such a delicate task. Furthermore, it needs to outline the limits regarding death that sill rule our society and highlight the difficulties in accepting the loss, the stigma and the fear of it, and carefully eradicate them. Materials and methods. Analysis and comparison of the PubMed guidelines, reports, articles and experimental studies, based on research carried out on portals and database. Results. There are different ways, a contact with the baby from eliminating the stigma, to dealing with following symptoms, such as depression, ptsd, or feeling of guilt. it is fundamental to use an appropriate language so as to make the baby an irreplaceable being and make parenting a concrete experience. Creating a box of memories, a contact the baby, and post-mortem support have decreased anxiety and stress levels in couples. Finally, great attention is given to the needs of the nursing team, such as more training, the creation of a dedicated area and more confidence in listening and communicating with patients. Conclusions. Stopping fearing death, avoiding stigmatizing it to prevent serious symptoms can allow to take better care of couples. Operators must look after the psychophysical holistic aspect and try to restore or remodel the patients’ well-being. Keyword. Abortion, stillbirth, professional support, miscarriage, mourning stillbirth.
Introduzione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce Morte Intrauterina Fetale, il parto di un feto privo di segni di vita, avente un’età gestazionale di almeno 22 settimane complete. Qualora l’età gestazionale non sia nota, né calcolabile, si parla di MIF solamente nel caso in cui il nato morto abbia un peso pari ad almeno 500g o una lunghezza di almeno 25cm. I genitori in lutto sperimentano alti tassi di depressione, ansia e disturbo da stress post traumatico (PTSD). Queste conseguenze psicologiche sono spesso esacerbate da sentimenti di vergogna, colpa e, spesso, dal silenzio riguardante la natimortalità. Obbiettivo. Lo scopo della tesi è quello di rafforzare il “to care” nella gestione di uno dei momenti più difficili per una coppia. La professione infermieristica è capacità empatica, gestione ed accoglienza del dolore senza pregiudizio e senza la pretesa di ridimensionare la sofferenza. Gli infermieri sono una figura di riferimento per le coppie che hanno sperimentato una perdita dolorosa, è dunque indispensabile un training specifico che guidi al consapevole svolgimento di un compito così delicato. Inoltre deve essere in grado di evidenziare le proibizioni che ancora sono a capo della società inerenti alla morte e porre in luce le difficoltà dell’accettazione, dello stigma e la paura della perdita e sradicarle con cura. Materiali e metodi. Analisi e confronto delle linee guida PubMed, revisioni, meta sintesi, articoli e studi sperimentali in base alla ricerca condotta su portali e banche dati. Risultati. Esistono diverse metodologie per la gestione del lutto nella morte intrauterina, che vanno dallo sradicare lo stigma all’abbattimento di sintomatologia come depressione, stress post traumatico e colpevolezza. Fondamentale è l’utilizzo di un linguaggio appropriato così da rendere il bambino un individuo insostituibile e rendere concreta la genitorialità. La creazione della scatola dei ricordi, il contatto con il bambino e il supporto post mortem hanno abbassato i livelli di ansia e stress nelle coppie. Infine, un ampio spazio è dedicato alle necessità dell’equipe infermieristica, ovvero, una maggior formazione, la creazioni di ambiti dedicati e una maggior sicurezza nell’ascoltare e nel comunicare. Conclusione. Smettere di avere paura della morte ed evitare di stigmatizzarla ed eludere sintomi pressanti, permette una migliore presa in carico delle coppie. Gli operatori devono curarsi dell’aspetto psicofisico olistico e cercare di ripristinare o rimodellare il benessere. Parole chiave. Aborto, morte in utero, supporto professionale, aborto spontaneo, lutto, morte in utero, assistenza sanitaria.
La gestione del lutto nella morte intrauterina - una revisione della letteratura
CARTA, ANNALISA
2022/2023
Abstract
Introduzione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce Morte Intrauterina Fetale, il parto di un feto privo di segni di vita, avente un’età gestazionale di almeno 22 settimane complete. Qualora l’età gestazionale non sia nota, né calcolabile, si parla di MIF solamente nel caso in cui il nato morto abbia un peso pari ad almeno 500g o una lunghezza di almeno 25cm. I genitori in lutto sperimentano alti tassi di depressione, ansia e disturbo da stress post traumatico (PTSD). Queste conseguenze psicologiche sono spesso esacerbate da sentimenti di vergogna, colpa e, spesso, dal silenzio riguardante la natimortalità. Obbiettivo. Lo scopo della tesi è quello di rafforzare il “to care” nella gestione di uno dei momenti più difficili per una coppia. La professione infermieristica è capacità empatica, gestione ed accoglienza del dolore senza pregiudizio e senza la pretesa di ridimensionare la sofferenza. Gli infermieri sono una figura di riferimento per le coppie che hanno sperimentato una perdita dolorosa, è dunque indispensabile un training specifico che guidi al consapevole svolgimento di un compito così delicato. Inoltre deve essere in grado di evidenziare le proibizioni che ancora sono a capo della società inerenti alla morte e porre in luce le difficoltà dell’accettazione, dello stigma e la paura della perdita e sradicarle con cura. Materiali e metodi. Analisi e confronto delle linee guida PubMed, revisioni, meta sintesi, articoli e studi sperimentali in base alla ricerca condotta su portali e banche dati. Risultati. Esistono diverse metodologie per la gestione del lutto nella morte intrauterina, che vanno dallo sradicare lo stigma all’abbattimento di sintomatologia come depressione, stress post traumatico e colpevolezza. Fondamentale è l’utilizzo di un linguaggio appropriato così da rendere il bambino un individuo insostituibile e rendere concreta la genitorialità. La creazione della scatola dei ricordi, il contatto con il bambino e il supporto post mortem hanno abbassato i livelli di ansia e stress nelle coppie. Infine, un ampio spazio è dedicato alle necessità dell’equipe infermieristica, ovvero, una maggior formazione, la creazioni di ambiti dedicati e una maggior sicurezza nell’ascoltare e nel comunicare. Conclusione. Smettere di avere paura della morte ed evitare di stigmatizzarla ed eludere sintomi pressanti, permette una migliore presa in carico delle coppie. Gli operatori devono curarsi dell’aspetto psicofisico olistico e cercare di ripristinare o rimodellare il benessere. Parole chiave. Aborto, morte in utero, supporto professionale, aborto spontaneo, lutto, morte in utero, assistenza sanitaria.File | Dimensione | Formato | |
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