Background. Proximal Humeral Fractures represent around 4-5% of all fractures. Typical patient is elderly, female and affected by osteoporosis. The usual system of classification is based on number of displaced fragments. The possible management is: non-operative treatment, performed with immobilization in a sling, or surgical treatment, performed with osteosynthesis or arthroplasty. Conservative treatment is performed in undisplaced or minimally displaced fractures, while the treatment of displaced multi-fragment fractures is controversial, in view of a lack in evidence-based literature. According to the PROFHER, a recent study which had a strong impact, surgical treatment is not superior to nonsurgical treatment, disagreeing with the trend of increased surgery. The aim of our study was to identify prognostic and predictive factors of outcome after non-operative treatment. Materials and Methods. An observational study was led on patients with proximal humeral fractures who received nonoperative treatment in the emergency room of two hospitals in Turin region between 2017 and 2018. Patients affected by isolated fractures of the greater tuberosity, who had secondary surgery, affected by fractures healed, mental health disorders and dementia or patients with less than 1 year of follow up were excluded. Collected features were: age, sex, dominant arm and Neer classification. A follow up was made between June and December 2020. We scored several outcomes about subjective shoulder evaluation, performed by Subjective Shoulder Value (SSV), Oxford Shoulder Score (OSS) and Quick Disability of the Arm, Shoulder and Hand (Quick DASH), and quality of life, performed by SF-12. Results. 375 patients were selected. 151 (overall 152 fractures) accepted and were included in analysis. The average age at follow up was 72.5 ±11.5 years, the average follow up-length was 32.1 ±6.7 months. Undisplaced fractures were prevalent (38.8%), 4-fragment fractures were the least common (14.5%). Injuries on dominant or non-dominant arm had similar rates. Most of the patients had comorbidities (71.7%), hypertension was the most recurrent (33.6%). The average scores were: SSV 78.4±21.3, OSS 38.1±10.8, QuickDASH 19.7±20.7, SF-12/PCS 44.2±12.4, SF-12/MCS 53.7±10.1. We observed significant differences in sex, comorbidities, age and fracture pattern. SF-12 indexes decreased significantly, compared to pre-traumatic scoring (MD 9.89 p < .001). We found a strong correlation between pre-traumatic SF-12 indexes and outcomes (p < .001). In a second phase undisplaced fractures were excluded from the study. This analysis showed a correlation between injury side and outcomes, that were better in the dominant limb. Otherwise no correlations between the type of fracture and outcomes was found. Multivariate analysis revealed a significant correlation between the outcome and two variables (age and pre-traumatic SF-12). Conclusions. Proximal humeral fractures are typical injuries among the elderly female population, who is also linked to the worst results. Undisplaced fractures achieve a better outcome, while no significant differences can be seen if only multi-fragmentary displaced fractures are included. Through time, patients suffered from a decline in terms of quality of life. Therefore, a better health status at the time of the trauma could predict a better outcome, regardless the other variables considered. Age is the most significant independent prognostic and predictive factor.
Background.Le Fratture di Omero Prossimale rappresentano il 4-5% di tutte le fratture. Sono tipiche di pazienti anziani, di sesso femminile, con osteoporosi. Si classificano comunemente in base al numero di frammenti e al grado di scomposizione. Il trattamento può essere: incruento, con immobilizzazione in tutore, o chirurgico, con osteosintesi o sostituzione protesica. Le fratture composte sono in genere trattate incruentemente, mentre l’indicazione per le scomposte è ancora controversa in letteratura. Il PROFHER, recente studio di impatto, ha sostenuto la non superiorità della chirurgia, in contrasto con il crescente trend di gestione cruenta. Il nostro studio ha esaminato fratture trattate incruentemente con l’obiettivo di individuare fattori prognostici e predittivi degli outcome funzionali del paziente. Materiali e Metodi.È stato condotto uno studio osservazionale analizzando tutte le fratture di omero prossimale trattate incruentemente presso due DEA della provincia di Torino tra il 2017 e il 2018. I pazienti affetti da fratture isolate della grande tuberosità, fratture trattate secondariamente con chirurgia, esiti di frattura, patologie psichiatriche o demenza e pazienti con follow-up inferiore all’anno sono stati esclusi. I dati raccolti sono stati: età, sesso, dominanza dell’arto, comorbidità e tipo di frattura sec. Neer. Il follow-up si è svolto tra giugno e dicembre 2020. Abbiamo valutato i seguenti outcome: funzionalità soggettiva della spalla (con gli score Subjective Shoulder Value (SSV), Oxford Shoulder Score (OSS) e Quick Disability of the Arm, Shoulder and Hand (DASH)) e qualità di vita (con score SF-12). Risultati.Dei 375 pazienti raccolti, 151 (in totale 152 fratture) hanno rispettato tutti i criteri di inclusione e accettato di partecipare allo studio. L’età media al follow-up è stata di 72.5±11.5 anni, la durata media di follow-up di 32.1±6.7 mesi. Le fratture composte sono state le più frequenti (38.8%), le più rare quelle a 4 frammenti (14.5%). Fratture al lato dominante o non dominante sono occorse con percentuali sovrapponibili. La maggior parte dei pazienti presentava comorbidità (71.7%), l’ipertensione è emersa come patologia più diffusa (33.6%). I punteggi medi sono stati: SSV 78.4±21.3, OSS 38.1±10.8, QuickDASH 19.7±20.7, SF-12/PCS 44.2±12.4, SF-12/MCS 53.7±10.1. Differenze significative si sono viste in relazione al sesso, alla presenza di comorbidità, all’età e al pattern di frattura. Gli indici SF-12 hanno subito una riduzione significativa rispetto al pre trauma (MD 9.89 p < .001). La correlazione fra l’SF-12 pre trauma e gli outcome funzionali è risultata (p < .001). In seguito l’analisi ha escluso le fratture composte: l’outcome risulta dipendente dalla lateralità (migliore in fratture del lato dominante), ma non correlato al pattern di frattura. All’analisi multivariata solo la correlazione degli outcome funzionali con età ed SF-12 pre trauma è stata significativa. Conclusioni.Le fratture di omero prossimale sono prevalenti nella popolazione femminile anziana, soggetti con associati anche i peggiori risultati. Fratture composte hanno un outcome migliore, mentre tra le sole fratture scomposte non vi sono differenze significative. Nel tempo i pazienti subiscono un deterioramento della qualità di vita. Un miglior stato di salute al trauma, però, può predire un migliore outcome, indipendentemente dalle altre variabili considerate. L’età è il fattore prognostico e predittivo indipendente più significativo.
Trattamento conservativo delle fratture di omero prossimale
SERPENTINO, MARTA
2019/2020
Abstract
Background.Le Fratture di Omero Prossimale rappresentano il 4-5% di tutte le fratture. Sono tipiche di pazienti anziani, di sesso femminile, con osteoporosi. Si classificano comunemente in base al numero di frammenti e al grado di scomposizione. Il trattamento può essere: incruento, con immobilizzazione in tutore, o chirurgico, con osteosintesi o sostituzione protesica. Le fratture composte sono in genere trattate incruentemente, mentre l’indicazione per le scomposte è ancora controversa in letteratura. Il PROFHER, recente studio di impatto, ha sostenuto la non superiorità della chirurgia, in contrasto con il crescente trend di gestione cruenta. Il nostro studio ha esaminato fratture trattate incruentemente con l’obiettivo di individuare fattori prognostici e predittivi degli outcome funzionali del paziente. Materiali e Metodi.È stato condotto uno studio osservazionale analizzando tutte le fratture di omero prossimale trattate incruentemente presso due DEA della provincia di Torino tra il 2017 e il 2018. I pazienti affetti da fratture isolate della grande tuberosità, fratture trattate secondariamente con chirurgia, esiti di frattura, patologie psichiatriche o demenza e pazienti con follow-up inferiore all’anno sono stati esclusi. I dati raccolti sono stati: età, sesso, dominanza dell’arto, comorbidità e tipo di frattura sec. Neer. Il follow-up si è svolto tra giugno e dicembre 2020. Abbiamo valutato i seguenti outcome: funzionalità soggettiva della spalla (con gli score Subjective Shoulder Value (SSV), Oxford Shoulder Score (OSS) e Quick Disability of the Arm, Shoulder and Hand (DASH)) e qualità di vita (con score SF-12). Risultati.Dei 375 pazienti raccolti, 151 (in totale 152 fratture) hanno rispettato tutti i criteri di inclusione e accettato di partecipare allo studio. L’età media al follow-up è stata di 72.5±11.5 anni, la durata media di follow-up di 32.1±6.7 mesi. Le fratture composte sono state le più frequenti (38.8%), le più rare quelle a 4 frammenti (14.5%). Fratture al lato dominante o non dominante sono occorse con percentuali sovrapponibili. La maggior parte dei pazienti presentava comorbidità (71.7%), l’ipertensione è emersa come patologia più diffusa (33.6%). I punteggi medi sono stati: SSV 78.4±21.3, OSS 38.1±10.8, QuickDASH 19.7±20.7, SF-12/PCS 44.2±12.4, SF-12/MCS 53.7±10.1. Differenze significative si sono viste in relazione al sesso, alla presenza di comorbidità, all’età e al pattern di frattura. Gli indici SF-12 hanno subito una riduzione significativa rispetto al pre trauma (MD 9.89 p < .001). La correlazione fra l’SF-12 pre trauma e gli outcome funzionali è risultata (p < .001). In seguito l’analisi ha escluso le fratture composte: l’outcome risulta dipendente dalla lateralità (migliore in fratture del lato dominante), ma non correlato al pattern di frattura. All’analisi multivariata solo la correlazione degli outcome funzionali con età ed SF-12 pre trauma è stata significativa. Conclusioni.Le fratture di omero prossimale sono prevalenti nella popolazione femminile anziana, soggetti con associati anche i peggiori risultati. Fratture composte hanno un outcome migliore, mentre tra le sole fratture scomposte non vi sono differenze significative. Nel tempo i pazienti subiscono un deterioramento della qualità di vita. Un miglior stato di salute al trauma, però, può predire un migliore outcome, indipendentemente dalle altre variabili considerate. L’età è il fattore prognostico e predittivo indipendente più significativo.File | Dimensione | Formato | |
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