Il lavoro di tesi tratta una ricostruzione della questione Rohingya in Birmania/Myanmar sulla base di fonti storiche. Essa si sviluppa a partire dall'insediamento dei primi commercianti musulmani all'interno della regione Arakan, avvenuto intorno all'VIII secolo e.c, per poi continuare la sua crescita demografica attraverso scontri e lotte fra il regno Arakan (sostenuto dal sultanato del Bengala) e l'impero birmano che si affronteranno nell'area del Bengala. Prima l'arrivo dei pirati portoghesi ed olandesi e poi quello dei coloni britannici metteranno fine all'autonomia di quelle terre (Arakan, Assam, Manipur, e l'intera Birmania), vittime dei progetti espansionistici della Corona britannica. La minoranza etnica musulmana conoscerà una crescita esponenziale grazie ai flussi migratori promossi dagli inglesi all'interno della regione Arakan, fondati principalmente sulla necessità di forza lavoro per coltivare quelle terre. La comunità musulmana dell'Arakan farà i conti con la difficile convivenza con il gruppo etnico buddhista in particolar modo dagli anni '30. Tuttavia, i veri scontri intercomunitari avverranno nel contesto della Seconda Guerra Mondiale, nella quale le tensioni fra i due gruppi peggioreranno anche in seno al loro rispettivo schieramento nel conflitto. Dall'indipendenza della Birmania la comunità musulmana residente nell'area settentrionale dell'Arakan non trarrà beneficio, ma inizierà invece nei suoi confronti una continua attività di repressione, in favore di una politica governativa unitaria intollerante alla presenza di un popolo musulmano avente volontà secessioniste. Negli anni '50 la minoranza musulmana si identificherà con il nome "Rohingya" e ricercherà sia nell'attività politica che nei combattimenti il proprio posto all'interno di un contesto birmano sempre più militarizzato e incline alla repressione di qualsiasi moto che minacci l'unità nazionale. La lotta per l'autodeterminazione di questa minoranza diverrà nei decenni una lotta per la sopravvivenza, durante la quale avverranno diversi tragici episodi di repressione violenta che condurranno alla progressiva diaspora dei musulmani Rohingya. Questa comunità cercherà più volte di intraprendere la strada del riconoscimento ufficiale da parte del governo militare birmano, anche grazie al supporto esterno dell'organo istituizionale delle Nazioni Unite. Ciononostante, le brutalità subite dai Rohingya si ripeteranno fino all'attualità con gli ultimi episodi del 2016 e del 2017, per i quali il governo birmano rappresentato dal partito democratico guidato dal Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi e dai generali militari, si vedranno imputare dalla comunità internazionale e dalla Corte internazionale di giustizia crimini quali genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità, svolti e ripetuti a partire dal colpo di stato militare del 1962 in Birmania. Si assisterà dunque nel lavoro al protrarsi di una profonda crisi umanitaria cui ancora oggi non è stata trovata una soluzione che garantisca il benessere e la sopravvivenza della comunità Rohingya.
La questione Rohingya in una prospettiva storica
SAPORITA, MIRKO
2019/2020
Abstract
Il lavoro di tesi tratta una ricostruzione della questione Rohingya in Birmania/Myanmar sulla base di fonti storiche. Essa si sviluppa a partire dall'insediamento dei primi commercianti musulmani all'interno della regione Arakan, avvenuto intorno all'VIII secolo e.c, per poi continuare la sua crescita demografica attraverso scontri e lotte fra il regno Arakan (sostenuto dal sultanato del Bengala) e l'impero birmano che si affronteranno nell'area del Bengala. Prima l'arrivo dei pirati portoghesi ed olandesi e poi quello dei coloni britannici metteranno fine all'autonomia di quelle terre (Arakan, Assam, Manipur, e l'intera Birmania), vittime dei progetti espansionistici della Corona britannica. La minoranza etnica musulmana conoscerà una crescita esponenziale grazie ai flussi migratori promossi dagli inglesi all'interno della regione Arakan, fondati principalmente sulla necessità di forza lavoro per coltivare quelle terre. La comunità musulmana dell'Arakan farà i conti con la difficile convivenza con il gruppo etnico buddhista in particolar modo dagli anni '30. Tuttavia, i veri scontri intercomunitari avverranno nel contesto della Seconda Guerra Mondiale, nella quale le tensioni fra i due gruppi peggioreranno anche in seno al loro rispettivo schieramento nel conflitto. Dall'indipendenza della Birmania la comunità musulmana residente nell'area settentrionale dell'Arakan non trarrà beneficio, ma inizierà invece nei suoi confronti una continua attività di repressione, in favore di una politica governativa unitaria intollerante alla presenza di un popolo musulmano avente volontà secessioniste. Negli anni '50 la minoranza musulmana si identificherà con il nome "Rohingya" e ricercherà sia nell'attività politica che nei combattimenti il proprio posto all'interno di un contesto birmano sempre più militarizzato e incline alla repressione di qualsiasi moto che minacci l'unità nazionale. La lotta per l'autodeterminazione di questa minoranza diverrà nei decenni una lotta per la sopravvivenza, durante la quale avverranno diversi tragici episodi di repressione violenta che condurranno alla progressiva diaspora dei musulmani Rohingya. Questa comunità cercherà più volte di intraprendere la strada del riconoscimento ufficiale da parte del governo militare birmano, anche grazie al supporto esterno dell'organo istituizionale delle Nazioni Unite. Ciononostante, le brutalità subite dai Rohingya si ripeteranno fino all'attualità con gli ultimi episodi del 2016 e del 2017, per i quali il governo birmano rappresentato dal partito democratico guidato dal Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi e dai generali militari, si vedranno imputare dalla comunità internazionale e dalla Corte internazionale di giustizia crimini quali genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità, svolti e ripetuti a partire dal colpo di stato militare del 1962 in Birmania. Si assisterà dunque nel lavoro al protrarsi di una profonda crisi umanitaria cui ancora oggi non è stata trovata una soluzione che garantisca il benessere e la sopravvivenza della comunità Rohingya.File | Dimensione | Formato | |
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