La critica ai sistemi sanitari e alla loro risposta nel corso della pandemia di Covid-19 ha animato il dibattito dell'opinione pubblica, facendo sobbalzare le agende politiche mondiali. La crisi dei modelli di welfare, di cui i sistemi sanitari occupano una voce importante nei bilanci statali, va di pari passo con quanto delineato sopra. La pandemia ha segnato un punto di rottura, sia nell'ottica dell'interpretazione dei modelli che da sempre hanno costituito un vanto per i paesi che vi aderivano (mi riferisco all'accesso universalistico alle cure sanitarie), sia per quei sistemi che, già parzialmente fragili, non hanno retto l'onda d'urto che vi si è scagliata contro. La gestione dell'emergenza costituisce una sorta di cartina di tornasole dell'efficacia e dell'efficienza dei diversi sistemi sanitari nazionali. È chiaro quanto, indipendentemente dal modello di welfare considerato, ciascun sistema abbia dovuto fare i conti con un fenomeno di dimensioni sproporzionate che ne ha messo a dura prova la “sopravvivenza”, ed è proprio attraverso l'analisi comparata tra Svezia, Germania, Italia e Stati Uniti, che cercherò di capire e illustrare ragioni, punti di forza e criticità di una determinata risposta. Nel corso della pandemia l'opinione pubblica si è infiammata, la richiesta e necessità di assistenza alle cure ha portato al centro del dibattito la struttura del nostro sistema sanitario nazionale e ne ha mostrato virtù e debolezze. Ora più che mai il dibattito sull'accesso universale alle prestazioni sanitarie è di primaria importanza. Allo stesso modo il Coronavirus ci offre un'opportunità, e guardare al di là dei nostri confini è necessario per comprendere l'entità di questa e capire come sfruttarla. La risposta di altri paesi ha messo in luce, in ottica comparata, cosa in Italia stesse funzionando e cosa invece no, ci ha fatto riflettere sul ruolo delle RSA – Residenze Sanitarie Assistenziali, e sul loro rapporto con il sistema sanitario nazionale; ci ha mostrato come la Svezia, simile a noi per accesso universale alle cure sanitarie, abbia sottovalutato la situazione e si sia trovata, almeno in una prima fase di controllo della pandemia, in crisi; ci ha permesso di vedere la maggiore organizzazione tedesca in un paese che spende oltre il 3% del PIL in più di noi in sanità e vede 8 posti letto ogni 1000 abitanti contro i 3 nostrani. L'obiettivo di questo elaborato è pertanto duplice, da un lato analizzare l'organizzazione dei modelli di welfare odierni, focalizzandosi soprattutto sull'analisi delle relative spese nei bilanci interni, per capire dove collocare, a livello di priorità politica negli anni, la sanità; dall'altro muoversi nel solco tracciato dalla pandemia e visualizzare criticità, meriti, possibili evoluzioni dei sistemi sanitari alla luce della rispettiva reazione alla diffusione del SARS-CoV-2. ​
MODELLI DI WELFARE E SCHEMI ORGANIZZATIVI DEI DIVERSI SISTEMI SANITARI NAZIONALI ALLA PROVA DELLA PANDEMIA DI COVID-19 Analisi comparata tra: Svezia, Germania, Italia e Stati Uniti.
MASI, FRANCESCO
2019/2020
Abstract
La critica ai sistemi sanitari e alla loro risposta nel corso della pandemia di Covid-19 ha animato il dibattito dell'opinione pubblica, facendo sobbalzare le agende politiche mondiali. La crisi dei modelli di welfare, di cui i sistemi sanitari occupano una voce importante nei bilanci statali, va di pari passo con quanto delineato sopra. La pandemia ha segnato un punto di rottura, sia nell'ottica dell'interpretazione dei modelli che da sempre hanno costituito un vanto per i paesi che vi aderivano (mi riferisco all'accesso universalistico alle cure sanitarie), sia per quei sistemi che, già parzialmente fragili, non hanno retto l'onda d'urto che vi si è scagliata contro. La gestione dell'emergenza costituisce una sorta di cartina di tornasole dell'efficacia e dell'efficienza dei diversi sistemi sanitari nazionali. È chiaro quanto, indipendentemente dal modello di welfare considerato, ciascun sistema abbia dovuto fare i conti con un fenomeno di dimensioni sproporzionate che ne ha messo a dura prova la “sopravvivenza”, ed è proprio attraverso l'analisi comparata tra Svezia, Germania, Italia e Stati Uniti, che cercherò di capire e illustrare ragioni, punti di forza e criticità di una determinata risposta. Nel corso della pandemia l'opinione pubblica si è infiammata, la richiesta e necessità di assistenza alle cure ha portato al centro del dibattito la struttura del nostro sistema sanitario nazionale e ne ha mostrato virtù e debolezze. Ora più che mai il dibattito sull'accesso universale alle prestazioni sanitarie è di primaria importanza. Allo stesso modo il Coronavirus ci offre un'opportunità, e guardare al di là dei nostri confini è necessario per comprendere l'entità di questa e capire come sfruttarla. La risposta di altri paesi ha messo in luce, in ottica comparata, cosa in Italia stesse funzionando e cosa invece no, ci ha fatto riflettere sul ruolo delle RSA – Residenze Sanitarie Assistenziali, e sul loro rapporto con il sistema sanitario nazionale; ci ha mostrato come la Svezia, simile a noi per accesso universale alle cure sanitarie, abbia sottovalutato la situazione e si sia trovata, almeno in una prima fase di controllo della pandemia, in crisi; ci ha permesso di vedere la maggiore organizzazione tedesca in un paese che spende oltre il 3% del PIL in più di noi in sanità e vede 8 posti letto ogni 1000 abitanti contro i 3 nostrani. L'obiettivo di questo elaborato è pertanto duplice, da un lato analizzare l'organizzazione dei modelli di welfare odierni, focalizzandosi soprattutto sull'analisi delle relative spese nei bilanci interni, per capire dove collocare, a livello di priorità politica negli anni, la sanità; dall'altro muoversi nel solco tracciato dalla pandemia e visualizzare criticità, meriti, possibili evoluzioni dei sistemi sanitari alla luce della rispettiva reazione alla diffusione del SARS-CoV-2. File | Dimensione | Formato | |
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