L’obiettivo del presente elaborato è riflettere se la scelta di affidare i figli al nido sia dettata da una necessità, familiare o lavorativa, o dal riconoscimento del valore educativo dei servizi educativi per la prima infanzia. Il presente lavoro di tesi è strutturato in quattro capitoli: i primi tre presentano le questioni teoriche relative alla scelta di mandare i figli al nido e una ricognizione sull’offerta dei servizi educativi per la prima infanzia in Italia, con particolare riferimento ai dati raccolti dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), mentre l’ultimo capitolo concerne un sondaggio da me effettuato relativo alla scelta delle famiglie che vivono in Piemonte di iscrivere i bambini ad una struttura educativa per la prima infanzia. Nel primo capitolo, dopo una breve digressione storica sulla nascita e sullo sviluppo degli asili nido in Italia, sono presentate le diverse tipologie di strutture educative per la prima infanzia presenti sul territorio nazionale. L’asilo nido nasce inizialmente come forma di sostegno alle famiglie, in particolar modo con funzione di conciliazione dell’accudimento dei bambini e della partecipazione delle donne al mercato del lavoro. In tempi più recenti, alla funzione di cura e di sostegno alle madri lavoratrici si aggiunge il ruolo pedagogico dell’asilo nido nello sviluppo emotivo, relazionale e cognitivo del bambino. Infine, a partire da uno studio condotto dalle ricercatrici italiane Daniela Del Boca e Silvia Pasqua (2010) sui risultati scolastici per italiano e matematica conseguiti dai bambini iscritti alle classi II e V elementare, si analizzano le ricadute positive delle strutture educative per la prima infanzia sui risultati cognitivi dei bambini. Il secondo capitolo è dedicato all’importanza dell’investimento dei genitori nel capitale umano dei figli in età prescolare. L’indagine condotta da Daniela Del Boca, Silvia Pasqua e Simone Suardi nel 2016 relativamente ai risultati scolastici degli intervistati che hanno frequentato una struttura educativa per la prima infanzia, evidenzia come coloro che hanno frequentato una struttura per la prima infanzia quando avevano meno di tre anni abbiano ottenuto ottimi voti alla fine della scuola superiore, e come l’occupazione materna non abbia avuto alcun effetto negativo sui risultati cognitivi degli intervistati nel lungo termine. Segue un’analisi dei costi legati all’iscrizione dei bambini al nido, in particolare si osserva la spesa a carico delle famiglie, in riferimento ai dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) relativamente all’anno scolastico 2018/2019. Il capitolo si conclude con una breve esposizione relativa all’esperienza dell’asilo nido aziendale, ancora poco diffusa sul territorio nazionale, ma presente nel contesto piemontese. Una panoramica della concreta situazione italiana con la distribuzione delle strutture su tutta la penisola e un’analisi dei costi a carico dei Comuni occupa l’intero terzo capitolo, da cui emerge l’elemento dell’eterogeneità nelle tipologie e nella diffusione dei servizi educativi a livello nazionale e regionale. Infine, il quarto capitolo presenta i risultati, rielaborati anche attraverso grafici e tabelle, del sondaggio relativo alla scelta delle famiglie che vivono in Piemonte con figli di età compresa tra i 3-36 mesi di mandare i bambini al nido svolto nell’arco temporale dicembre 2020-febbraio 2021 che ha raggiunto un campione di 186 intervistati residenti in Piemonte.

Bambini al nido: necessità o scelta educativa?

ROSSO, MARTINA
2020/2021

Abstract

L’obiettivo del presente elaborato è riflettere se la scelta di affidare i figli al nido sia dettata da una necessità, familiare o lavorativa, o dal riconoscimento del valore educativo dei servizi educativi per la prima infanzia. Il presente lavoro di tesi è strutturato in quattro capitoli: i primi tre presentano le questioni teoriche relative alla scelta di mandare i figli al nido e una ricognizione sull’offerta dei servizi educativi per la prima infanzia in Italia, con particolare riferimento ai dati raccolti dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), mentre l’ultimo capitolo concerne un sondaggio da me effettuato relativo alla scelta delle famiglie che vivono in Piemonte di iscrivere i bambini ad una struttura educativa per la prima infanzia. Nel primo capitolo, dopo una breve digressione storica sulla nascita e sullo sviluppo degli asili nido in Italia, sono presentate le diverse tipologie di strutture educative per la prima infanzia presenti sul territorio nazionale. L’asilo nido nasce inizialmente come forma di sostegno alle famiglie, in particolar modo con funzione di conciliazione dell’accudimento dei bambini e della partecipazione delle donne al mercato del lavoro. In tempi più recenti, alla funzione di cura e di sostegno alle madri lavoratrici si aggiunge il ruolo pedagogico dell’asilo nido nello sviluppo emotivo, relazionale e cognitivo del bambino. Infine, a partire da uno studio condotto dalle ricercatrici italiane Daniela Del Boca e Silvia Pasqua (2010) sui risultati scolastici per italiano e matematica conseguiti dai bambini iscritti alle classi II e V elementare, si analizzano le ricadute positive delle strutture educative per la prima infanzia sui risultati cognitivi dei bambini. Il secondo capitolo è dedicato all’importanza dell’investimento dei genitori nel capitale umano dei figli in età prescolare. L’indagine condotta da Daniela Del Boca, Silvia Pasqua e Simone Suardi nel 2016 relativamente ai risultati scolastici degli intervistati che hanno frequentato una struttura educativa per la prima infanzia, evidenzia come coloro che hanno frequentato una struttura per la prima infanzia quando avevano meno di tre anni abbiano ottenuto ottimi voti alla fine della scuola superiore, e come l’occupazione materna non abbia avuto alcun effetto negativo sui risultati cognitivi degli intervistati nel lungo termine. Segue un’analisi dei costi legati all’iscrizione dei bambini al nido, in particolare si osserva la spesa a carico delle famiglie, in riferimento ai dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) relativamente all’anno scolastico 2018/2019. Il capitolo si conclude con una breve esposizione relativa all’esperienza dell’asilo nido aziendale, ancora poco diffusa sul territorio nazionale, ma presente nel contesto piemontese. Una panoramica della concreta situazione italiana con la distribuzione delle strutture su tutta la penisola e un’analisi dei costi a carico dei Comuni occupa l’intero terzo capitolo, da cui emerge l’elemento dell’eterogeneità nelle tipologie e nella diffusione dei servizi educativi a livello nazionale e regionale. Infine, il quarto capitolo presenta i risultati, rielaborati anche attraverso grafici e tabelle, del sondaggio relativo alla scelta delle famiglie che vivono in Piemonte con figli di età compresa tra i 3-36 mesi di mandare i bambini al nido svolto nell’arco temporale dicembre 2020-febbraio 2021 che ha raggiunto un campione di 186 intervistati residenti in Piemonte.
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