L'esigenza di salvaguardare i prodotti agricoli, sia in termini quantitativi che qualitativi rende inevitabile l'uso degli agrofarmaci. Tali composti inorganici, organici naturali e di sintesi sono utili per contenere, prevenire o curare le infezioni causate ai vegetali da microorganismi nocivi. Senza l'uso degli agrofarmaci le perdite di produzione arriverebbero fino al 40%. La presenza dei residui di agrofarmaci negli alimenti e nell'ambiente è il rischio più grave associato al loro uso. Il presente lavoro ha come scopo quello di evidenziare le problematiche legate all'uso degli erbicidi, in particolare la revisione degli studi svolti per valutare gli effetti nocivi del glifosate sulla salute umana, animale e sull'ambiente. Sono stati presi in considerazione i regolamenti in vigore e sono stati presi in rassegna: la tossicità sull'uomo (per ingestione, per contatto cutaneo, per inalazione) e gli effetti sull'ambiente (acque e suolo). Il glifosate grazie all'attività erbicida esercitata dall'inibizione del 5-enolpiruvilshikimato-3-fosfato sintasi (EPSPS), ha conquistato rapidamente il mercato mondiale a partire dagli anni Settanta. Questa pratica agricola ha destato serie preoccupazioni nell'opinione pubblica e ha generato molti studi inerenti alle conseguenze sulla salute umana, animale e sull'ambiente in seguito all'uso indiscriminato di questo principio attivo. È emerso che la letteratura scientifica volta a mettere in luce gli aspetti nocivi del glifosate è contraddittoria e in molti casi non supportata da dati scientifici validi. A tal riguardo, anche se il giudizio sulla potenziale pericolosità è incerto, numerosi Paesi hanno da tempo adottato misure precauzionali per ridurre l'uso inappropriato dei prodotti contenenti il glifosate come Italia, Olanda, Francia. In Europa essendoci in vigore il principio di precauzione, l'uso dell'erbicida non è vietato del tutto, ma si istituiscono dei limiti e controlli nell'attesa di ulteriori studi a differenza degli Stati Uniti dove l'uso non è vietato né limitato dal governo, classificandosi al primo posto mondiale per l'acquisto di prodotti a base di glifosate. In conclusione, si può affermare che sarà necessario continuare con il lavoro di ricerca per approfondire gli effetti che possano già essersi verificati sull'ambiente e studiare come sostituire questo principio attivo con formulati altrettanto efficaci. Le possibili alternative prevedono un approccio integrato basato su tre strategie differenti: tecniche legate alla prevenzione, strategie per migliorare la competitività delle colture, strategie post-emergenza mirate al contenimento delle malerbe. Oltre ai mezzi fisici un'alternativa naturale agli erbicidi possono essere i bioerbicidi, ovvero acidi organici come l'acido pelargonico e l'acido acetico ad azione dissecante anche se presentano aspetti negativi quali costo elevato e ridotto campo applicativo. In corso di studio vi sono gli oli essenziali, ma a fronte di una buona efficacia, il principale problema rimane il costo elevato. L'ipotesi di un futuro divieto della molecola ha evidenziato che nessun erbicida autorizzato da solo può eguagliare l'efficacia, il basso costo e l'ampio spettro del glifosate. Ulteriore alternativa è la coltura fuori suolo attuata in assenza del comune terreno agrario. Questa è un metodo pratico per controllare la crescita e lo sviluppo delle piante e la produttività delle colture attraverso la regolazione dell'irrigazione e della fertilizzazione.
Problematiche legate all'uso del glifosate sulla salute umana, animale e nocività per l'ambiente
LEO, MIRIAM
2019/2020
Abstract
L'esigenza di salvaguardare i prodotti agricoli, sia in termini quantitativi che qualitativi rende inevitabile l'uso degli agrofarmaci. Tali composti inorganici, organici naturali e di sintesi sono utili per contenere, prevenire o curare le infezioni causate ai vegetali da microorganismi nocivi. Senza l'uso degli agrofarmaci le perdite di produzione arriverebbero fino al 40%. La presenza dei residui di agrofarmaci negli alimenti e nell'ambiente è il rischio più grave associato al loro uso. Il presente lavoro ha come scopo quello di evidenziare le problematiche legate all'uso degli erbicidi, in particolare la revisione degli studi svolti per valutare gli effetti nocivi del glifosate sulla salute umana, animale e sull'ambiente. Sono stati presi in considerazione i regolamenti in vigore e sono stati presi in rassegna: la tossicità sull'uomo (per ingestione, per contatto cutaneo, per inalazione) e gli effetti sull'ambiente (acque e suolo). Il glifosate grazie all'attività erbicida esercitata dall'inibizione del 5-enolpiruvilshikimato-3-fosfato sintasi (EPSPS), ha conquistato rapidamente il mercato mondiale a partire dagli anni Settanta. Questa pratica agricola ha destato serie preoccupazioni nell'opinione pubblica e ha generato molti studi inerenti alle conseguenze sulla salute umana, animale e sull'ambiente in seguito all'uso indiscriminato di questo principio attivo. È emerso che la letteratura scientifica volta a mettere in luce gli aspetti nocivi del glifosate è contraddittoria e in molti casi non supportata da dati scientifici validi. A tal riguardo, anche se il giudizio sulla potenziale pericolosità è incerto, numerosi Paesi hanno da tempo adottato misure precauzionali per ridurre l'uso inappropriato dei prodotti contenenti il glifosate come Italia, Olanda, Francia. In Europa essendoci in vigore il principio di precauzione, l'uso dell'erbicida non è vietato del tutto, ma si istituiscono dei limiti e controlli nell'attesa di ulteriori studi a differenza degli Stati Uniti dove l'uso non è vietato né limitato dal governo, classificandosi al primo posto mondiale per l'acquisto di prodotti a base di glifosate. In conclusione, si può affermare che sarà necessario continuare con il lavoro di ricerca per approfondire gli effetti che possano già essersi verificati sull'ambiente e studiare come sostituire questo principio attivo con formulati altrettanto efficaci. Le possibili alternative prevedono un approccio integrato basato su tre strategie differenti: tecniche legate alla prevenzione, strategie per migliorare la competitività delle colture, strategie post-emergenza mirate al contenimento delle malerbe. Oltre ai mezzi fisici un'alternativa naturale agli erbicidi possono essere i bioerbicidi, ovvero acidi organici come l'acido pelargonico e l'acido acetico ad azione dissecante anche se presentano aspetti negativi quali costo elevato e ridotto campo applicativo. In corso di studio vi sono gli oli essenziali, ma a fronte di una buona efficacia, il principale problema rimane il costo elevato. L'ipotesi di un futuro divieto della molecola ha evidenziato che nessun erbicida autorizzato da solo può eguagliare l'efficacia, il basso costo e l'ampio spettro del glifosate. Ulteriore alternativa è la coltura fuori suolo attuata in assenza del comune terreno agrario. Questa è un metodo pratico per controllare la crescita e lo sviluppo delle piante e la produttività delle colture attraverso la regolazione dell'irrigazione e della fertilizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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