Il presente lavoro intende approfondire la Sindrome di Munchausen per procura, una variante del Disturbo Fittizio, inserita nel DSM-5 all'interno della categoria “Disturbo da sintomi somatici e altri disturbi correlati”. Essa è caratterizzata dalla somministrazione di “cure” inadeguate, disfunzionali e pericolose da parte di un soggetto, generalmente una madre, ad un altro, nella maggior parte dei casi suo figlio. Pertanto, oltre ad essere un disturbo mentale, attribuibile all'autore della condotta abusante, è anche una grave forma di maltrattamento all'infanzia. La madre simula, esagera, procura intenzionalmente sintomi e malattie nel suo bambino, al fine di attirare l'attenzione e assumere il ruolo di malato per interposta persona. La prima parte del lavoro è dedicata all'inquadramento del fenomeno dal punto di vista nosografico, epidemiologico e forense. La seconda parte presenta la madre munchausen e il suo vissuto, considerandolo alla base della relazione disfunzionale e patologica che si viene a creare tra lei e il suo bambino. La terza parte descrive gli aspetti comportamentali della donna, le conseguenze e le caratteristiche delle vittime e i ruoli degli altri soggetti coinvolti che, inconsapevolmente, si rendono complici dell'abuso: il padre della vittima e il personale sanitario. Il lavoro si conclude con due diversi aspetti della Sindrome: quello seriale, in cui la madre reitera la condotta abusante su più bambini, e la Sindrome di Munchausen by Internet, in cui un soggetto mette in scena irreali situazioni patologiche, sintomi e malattie, al fine di ottenere sostegno dalla comunità virtuale. Questo lavoro mette in luce come le dinamiche distruttive di questa madre, a sua volta rifiutata, deprivata o abusata nell'infanzia, minano il sano sviluppo del bambino. Le conseguenze, sicuramente fisiche, ma soprattutto psicologiche ed emozionali, possono perdurare fino all'età adulta. Spesso, la vittima è un bambino molto piccolo, che non può percepire gli atti della madre come lesivi; il padre è una figura assente o negligente; l'unica figura che potrebbe essere investita di forte responsabilità d'intervento è il personale medico che, però, spesso, non ha le risorse per la diagnosi e la gestione del caso. Pertanto, sarebbe opportuno investire maggiormente nella formazione di medici e infermieri, per consentire il riconoscimento precoce di questa forma d'abuso e per evitare che la condotta reiterata della madre abbia, sulle vittime, quelle conseguenze drammatiche che si strutturano in personalità abnormi, gravi difficoltà sociali ed emozionali.

Oltre il mito dell'amore materno: la Sindrome di Munchausen per procura

SCHIROSI, ARIANNA
2019/2020

Abstract

Il presente lavoro intende approfondire la Sindrome di Munchausen per procura, una variante del Disturbo Fittizio, inserita nel DSM-5 all'interno della categoria “Disturbo da sintomi somatici e altri disturbi correlati”. Essa è caratterizzata dalla somministrazione di “cure” inadeguate, disfunzionali e pericolose da parte di un soggetto, generalmente una madre, ad un altro, nella maggior parte dei casi suo figlio. Pertanto, oltre ad essere un disturbo mentale, attribuibile all'autore della condotta abusante, è anche una grave forma di maltrattamento all'infanzia. La madre simula, esagera, procura intenzionalmente sintomi e malattie nel suo bambino, al fine di attirare l'attenzione e assumere il ruolo di malato per interposta persona. La prima parte del lavoro è dedicata all'inquadramento del fenomeno dal punto di vista nosografico, epidemiologico e forense. La seconda parte presenta la madre munchausen e il suo vissuto, considerandolo alla base della relazione disfunzionale e patologica che si viene a creare tra lei e il suo bambino. La terza parte descrive gli aspetti comportamentali della donna, le conseguenze e le caratteristiche delle vittime e i ruoli degli altri soggetti coinvolti che, inconsapevolmente, si rendono complici dell'abuso: il padre della vittima e il personale sanitario. Il lavoro si conclude con due diversi aspetti della Sindrome: quello seriale, in cui la madre reitera la condotta abusante su più bambini, e la Sindrome di Munchausen by Internet, in cui un soggetto mette in scena irreali situazioni patologiche, sintomi e malattie, al fine di ottenere sostegno dalla comunità virtuale. Questo lavoro mette in luce come le dinamiche distruttive di questa madre, a sua volta rifiutata, deprivata o abusata nell'infanzia, minano il sano sviluppo del bambino. Le conseguenze, sicuramente fisiche, ma soprattutto psicologiche ed emozionali, possono perdurare fino all'età adulta. Spesso, la vittima è un bambino molto piccolo, che non può percepire gli atti della madre come lesivi; il padre è una figura assente o negligente; l'unica figura che potrebbe essere investita di forte responsabilità d'intervento è il personale medico che, però, spesso, non ha le risorse per la diagnosi e la gestione del caso. Pertanto, sarebbe opportuno investire maggiormente nella formazione di medici e infermieri, per consentire il riconoscimento precoce di questa forma d'abuso e per evitare che la condotta reiterata della madre abbia, sulle vittime, quelle conseguenze drammatiche che si strutturano in personalità abnormi, gravi difficoltà sociali ed emozionali.
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