Questo studio nasce da un personale interesse per la scrittrice mozambicana Paulina Chiziane. In particolar modo, a richiamare la mia attenzione, sono stati i temi trattati, strettamente connessi con la realtà socio-culturale e politica del Mozambico. L’autrice analizza da un punto di vista femminile la società patriarcale del suo paese, riportando alla luce quelle che sono le criticità della vita quotidiana delle donne. Ciò che più mi ha colpito della scrittrice è il ricorso al suo personale retaggio culturale, per introdurre il lettore nella cultura mozambicana più ancestrale, fatta di magia, miti e leggende appartenenti all’Africa popolare. Alla base di questa dissertazione vi è l’importanza dell’oralità nella letteratura africana e, con maggior precisione, il valore della tradizione orale nelle opere mozambicane. A questo proposito ho deciso di analizzare principalmente due romanzi dell’autrice: Niketche: Uma História de poligamia (2002) e O alegre canto da perdiz (2008), nei quali le storie dei personaggi si intrecciano con la memoria popolare delle origini. Questo lavoro è suddiviso in tre capitoli: nel primo ho riportato una breve excursus sulla storia della Repubblica del Mozambico. Dal 1498 la sua storia si intreccia con quella del Portogallo, quando Vasco da Gama arriva sulle sue coste, fino al 1975, anno dell’indipendenza. La popolazione nativa si è unita, nel corso dei secoli, non solo con i coloni portoghesi, ma anche con gli arabi, i quali convertirono parte della popolo all’islam. Per questa ragione, la nazione possiede una variegata struttura culturale: al nord prevale una società prettamente matriarcale poligamica, e al sud una società patriarcale cristiana. Segue un’introduzione alla vita della scrittrice, la quale, durante la Guerra Civile, è entrata in contatto con molte delle etnie che costituiscono il territorio mozambicano. Questa profonda conoscenza del paese sarà presente all’interno delle sue opere. Nel secondo capitolo mi sono soffermata sull’analisi dei due testi dell’autrice, approfondendone le tematiche, senza tralasciare l’importanza dell’oralità e il suo impiego. Il primo racconto, Niketche: uma história de poligamia, si concentra prevalentemente sulla società contemporanea e, in particolar modo, sulla poligamia. In o alegre canto da perdiz, Paulina Chiziane fa un salto nel tempo, durante la colonizzazione portoghese degli anni ’50. Infine, il terzo capitolo è incentrato sull’oralità e per analizzare questo tema mi sono venuti in aiuto l’autrice e professoressa Ana Mafalda Leite, esperta di letteratura africana post coloniale, e Amadou Hampâté Bâ, scrittore, antropologo e filosofo maliano. Vedremo come la memoria del popolo africano sia passata dalla sfera dell’oralità a quella della scrittura e, in particolare, quanto sia presente nei racconti di Paulina Chiziane.

L'importanza dell'oralità nell'opera di Paulina Chiziane

BELLINI, NOEMI
2019/2020

Abstract

Questo studio nasce da un personale interesse per la scrittrice mozambicana Paulina Chiziane. In particolar modo, a richiamare la mia attenzione, sono stati i temi trattati, strettamente connessi con la realtà socio-culturale e politica del Mozambico. L’autrice analizza da un punto di vista femminile la società patriarcale del suo paese, riportando alla luce quelle che sono le criticità della vita quotidiana delle donne. Ciò che più mi ha colpito della scrittrice è il ricorso al suo personale retaggio culturale, per introdurre il lettore nella cultura mozambicana più ancestrale, fatta di magia, miti e leggende appartenenti all’Africa popolare. Alla base di questa dissertazione vi è l’importanza dell’oralità nella letteratura africana e, con maggior precisione, il valore della tradizione orale nelle opere mozambicane. A questo proposito ho deciso di analizzare principalmente due romanzi dell’autrice: Niketche: Uma História de poligamia (2002) e O alegre canto da perdiz (2008), nei quali le storie dei personaggi si intrecciano con la memoria popolare delle origini. Questo lavoro è suddiviso in tre capitoli: nel primo ho riportato una breve excursus sulla storia della Repubblica del Mozambico. Dal 1498 la sua storia si intreccia con quella del Portogallo, quando Vasco da Gama arriva sulle sue coste, fino al 1975, anno dell’indipendenza. La popolazione nativa si è unita, nel corso dei secoli, non solo con i coloni portoghesi, ma anche con gli arabi, i quali convertirono parte della popolo all’islam. Per questa ragione, la nazione possiede una variegata struttura culturale: al nord prevale una società prettamente matriarcale poligamica, e al sud una società patriarcale cristiana. Segue un’introduzione alla vita della scrittrice, la quale, durante la Guerra Civile, è entrata in contatto con molte delle etnie che costituiscono il territorio mozambicano. Questa profonda conoscenza del paese sarà presente all’interno delle sue opere. Nel secondo capitolo mi sono soffermata sull’analisi dei due testi dell’autrice, approfondendone le tematiche, senza tralasciare l’importanza dell’oralità e il suo impiego. Il primo racconto, Niketche: uma história de poligamia, si concentra prevalentemente sulla società contemporanea e, in particolar modo, sulla poligamia. In o alegre canto da perdiz, Paulina Chiziane fa un salto nel tempo, durante la colonizzazione portoghese degli anni ’50. Infine, il terzo capitolo è incentrato sull’oralità e per analizzare questo tema mi sono venuti in aiuto l’autrice e professoressa Ana Mafalda Leite, esperta di letteratura africana post coloniale, e Amadou Hampâté Bâ, scrittore, antropologo e filosofo maliano. Vedremo come la memoria del popolo africano sia passata dalla sfera dell’oralità a quella della scrittura e, in particolare, quanto sia presente nei racconti di Paulina Chiziane.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/27348